martedì 28 febbraio 2017

Come riconoscere il vero sacerdote dell'esercito di Cristo negli ultimi tempi


Messaggio dal cielo. - Questo sarà il segno di riconoscimento come alle tre fontane.

A ogni sacerdote, a me molto caro, che incontrerai per il cammino e il primo nella chiesa, dirai: ‘Padre, debbo parlarle’. Se egli risponderà con queste parole: ‘Ave Maria, figliolo, cosa vuoi?’ e ti indicherà un altro sacerdote dicendoti: 


‘Quello fa per il caso tuo’ tu non tacere di ciò che vedi e scrivi. Sii forte, questo sacerdote è già preparato per tutto quello che deve fare, sarà colui che ti farà rientrare nell’Ovile santo dell’Iddio vivente nei secoli, Corte celeste in Terra. Dopo di ciò, non crederai che sia una visione satanica, come lo crederanno molti, specie coloro dei quali subito abbandonerai le fila, e pregherai per la loro conversione. 

venerdì 24 febbraio 2017

un messaggio dalle tre persone della SS. Trinità

espressione  da tributare ad ognuna delle tre persone 

SILENZIO = Dio Padre (l’Eterno anche prima della creazione, colui che è)

PREGHIERA = Cristo (Rivelazione del Padre, parola del Padre)

DIVINA VOLONTA’ = Spirito Santo (Spirito di Dio che anima e da valore ad ogni cosa creata)

venerdì 10 febbraio 2017

4 - LA CREAZIONE: ATTO D'AMORE LA DIVINA VOLONTA': il 'DONO'

(vol. 23 30.10.1927) 


" ... Mia piccola figlia, tu devi sapere che il nostro Amore rigurgitò nella Creazione e straripando fuori di Noi, senza che nessuno avesse meritato un tanto bene, con somma bontà e liberalità senza limiti, creò con infinita magnificenza, ordine ed armonia, tutta la macchina dell'universo, per amor di chi non esisteva ancora. Dopo di ciò il nostro amore rigurgitò più forte e creammo colui per cui tutte le cose furono create.
Quando Noi operiamo, operiamo sempre con magnanimità inesauribile, e mentre non esauriamo, diamo tutto, in modo che nulla deve mancare all'Opera Nostra, di magnificenza, di grandezza e di tutti i beni.
Nel creare l'uomo senza nessun merito, per dote, per fondamento, per sostanza di tutti i beni, gioie e felicità, gli demmo per Regno la Nostra Volontà, affinché nulla gli mancasse, avendo a sua disposizione una Volontà Divina ed insieme con Essa il Nostro Essere Supremo.
Quale onore sarebbe stato per Noi se l'opera della Creazione fosse stata povera, misera di luce, senza molteplicità di tante cose create, senza ordine e senza armonia, ed il nostro caro gioiello, il nostro caro figlio, qual è l'uomo, senza la pienezza dei beni di Colui che lo aveva creato? Non sarebbe stato decoroso, per Chi tutto possiede e tutto può, fare opera incompleta, molto più che il nostro Amore, rigurgitando forte forte, più che onde impetuose, voleva dare, sfoggiare, quanto più poteva, fino a riempire il nostro amato gioiello di tutti i beni possibili ed immaginabili e formare dei mari intorno a lui che straripassero da lui stesso ".
E non contenti di tutto questo, fummo presi d'amore sì esuberante verso di lui, che la nostra Immensità lo coinvolgeva dappertutto, dovunque ed in ogni istante e fin nelle fibre del suo cuore; la nostra Potenza lo sosteneva portandolo dappertutto nelle nostre braccia Paterne; la nostra Vita, il nostro moto palpitava nel suo palpito, respirava nel suo respiro, operava nelle sue mani, camminava nei suoi piedi e giungeva a farsi sgabello fin sotto i suoi passi; la nostra Paterna Bontà per tenere al sicuro questo nostro caro figlio, lo metteva in condizioni che lui non si poteva separare da Noi, né Noi da lui.
Che altro potevamo fare e non facemmo? Per lui sborsammo tutto il nostro Amore, la nostra Potenza, la nostra Volontà e mettemmo in attitudine la nostra Sapienza infinita.
" Se la mia Suprema Volontà operava costituendosi vita in ogni cosa creata, per darsi anche per mezzo di Essa come vita alle umane generazioni, il mio amore facendo la sua via nel mio Eterno Fiat Mi accentrava per amare l'uomo. Sicché in ogni cosa creata, nel vento, nel mare, nel piccolo fiore, nell'uccellino che canta, in tutto Io accentravo il mio amore, affinché tutti gli portassero amore; ma per sentire e comprendere e ricevere questo mio linguaggio d'amore, l'uomo doveva amarmi, altrimenti sarebbe stata tutta la Creazione come muta per lui e senza vita ". ( vol. 20 29.10.1926 )
" Figlia mia spiega Gesù a Luisa , tutta la Creazione dice:
' Gloria, adorazione verso il nostro Creatore, amore verso le creature '. Sicché la Creazione è una gloria, un'adorazione muta per Noi, perché non le fu concessa nessuna libertà, né di crescere né di decrescere; l'uscimmo fuori di Noi ma la restammo in Noi, cioè dentro della nostra Volontà a decantare, sebbene muta, la nostra potenza, bellezza, magnificenza e gloria; sicché siamo Noi stessi che Ci decantiamo la nostra potenza, la nostra gloria, l'infinito amore nostro, potenza, bontà, armonia e bellezza. La Creazione nulla Ci dà da per sé stessa, sebbene essendo essa lo sbocco di tutto il nostro Essere Divino, serve di specchio all'uomo come guardare e conoscere il suo Creatore, e le dà lezioni sublimi di ordine, d'armonie, di santità e d'amore. Si può dire che lo stesso Creatore, atteggiandosi a Maestro Divino, dà tante lezioni per quante cose creò, dalla più grande alla più piccola opera che uscì dalle sue mani creatrici.
Non fu così nel creare l'uomo. Il nostro amore fu tanto per lui, che sorpassò tutto l'amore che avemmo nella Creazione. Perciò lo dotammo di ragione, di memoria e di volontà, e mettendo la nostra Volontà come al banco nella sua perché la moltiplicasse, la centuplicasse, non per Noi che non avevamo bisogno, ma per suo bene, affinché non restasse come le altre cose create, mute ed in quel punto come Noi le uscimmo, ma che crescesse sempre, sempre in gloria, in ricchezze, in amore ed in somiglianza col suo Creatore. E per fare che lui potesse trovare tutti gli aiuti possibili ed immaginabili, gli demmo a sua disposizione la nostra Volontà, affinché operasse con la nostra stessa potenza il bene, la crescenza, la somiglianza che voleva acquistare col suo Creatore.
Il nostro amore nel creare l'uomo volle fare un giuoco d'azzardo, mettendo le cose nostre nella piccola cerchia della volontà umana come al banco: la nostra bellezza, sapienza, santità, amore, ecc., e la nostra Volontà, che doveva farsi guida ed attrice del suo operato, affinché non solo lo facesse crescere a nostra somiglianza, ma le desse la forma d'un piccolo dio.
Perciò il nostro dolore fu grande nel vederci respingere questi grandi beni dalla creatura, ed il nostro giuoco d'azzardo per allora andò fallito, ma per quanto fallito, era sempre un giuoco divino che poteva e doveva rifarsi del suo fallimento.
Perciò, dopo tanti anni volle di nuovo il mio Amore giocare d'azzardo, e fu con la mia Mamma Immacolata. In Lei il nostro giuoco non andò fallito, ebbe il suo pieno effetto, e perciò tutto le demmo e tutto a Lei affidammo, anzi si faceva a gara: Noi a dare e Lei a ricevere.
Ora, tu devi sapere che il nostro amore anche con te vuol fare questo giuoco d'azzardo, affinché tu, unita con la Mamma Celeste, Ci faccia vincere nel giuoco col farci rifare del fallimento che Ci procurò il primo uomo, Adamo; onde la nostra Volontà rifatta nelle sue vincite può mettere di nuovo in campo i suoi beni che con tanto amore vuol dare alle creature " (vol. 19 9.3.1926)
" ... Figlia mia, ( vol. 16 24.11.1923 )
se tanto fece la mia Mamma per l'opera della Redenzione,
anche tu per l'opera del 
Fiat Voluntas Tua, la tua volontà non deve avere vita in te, e facendo tuoi tutti gli atti della Mia Volontà di ciascuna creatura, li deponi in te, e mentre a nome di tutti contraccambierai la mia Volontà, formerai in te il cibo necessario per alimentare tutte le generazioni col cibo della Mia Volontà ".
(vol. 23 30.10.1927) Figlia mia, ora, come nella Creazione, il nostro Amore rigurgitò forte ed il Regno della mia Volontà è deciso che vuole la Vita in mezzo alle creature, e perciò, sfoggiando con tutta magnificenza, senza guardare ai loro meriti, con magnanimità insuperabile, vuol dare di nuovo il Suo Regno. Solo che vuole che le creature lo sappiano, conoscano i suoi beni, affinché conoscendoli, sospirino e vogliano il Regno della santità, della luce e della felicità; e come una volontà lo respinse, così un'altra lo chiami, lo sospiri, lo pressi a venire e regnare in mezzo alle creature.
Ecco perciò la necessità delle sue conoscenze; se un bene non si conosce, né si ama, né si vuole; perciò le verità che ora ti manifesto per far conoscere la mia Volontà, saranno i messaggeri, i forieri che annunzieranno il Regno mio. Sì, le conoscenze sul mio ' FIAT ' si atteggeranno ora a soli, ora a tuoni, ora a scoppi di luce, ora a venti impetuosi che chiameranno l'attenzione dei dotti e degli ignoranti, dei buoni ed anche dei cattivi; saranno come fulmini che cadranno nei loro cuori e con forza irresistibile li atterreranno per farli risorgere nel bene delle conoscenze acquistate; formeranno la vera rinnovazione del mondo, prenderanno tutti gli atteggiamenti per allettare e vincere le creature. Si atteggeranno ora a pacieri, che col loro bacio di pace, faranno dimenticare alle creature il passato e ricordare solo d'amarmi insieme e felicitarsi a vicenda; ora a guerrieri, certi della loro vittoria, per rendere certa la conquista di chi le vorrà conoscere; ora a preghiere incessanti, perché le creature tutte conoscano ed entrino a far parte d'un Regno sì santo; ora a re dominante e spirante amore dinanzi a cui piegheranno la fronte per farsi dominare.
Che cosa non farà la mia Volontà? Metterà tutta la potenza in attitudine per venire di nuovo a regnare in mezzo alle creature; Essa possiede una bellezza rapitrice che, manifestatasi anche una sola volta, rapidamente rapisce e con la sua potenza abbellisce, gettando le sue onde di bellezza sull'anima che, estasiata in Essa, rimarrà presa come in labirinto da cui non avrà più la forza d'uscirne. Possiede una potenza incantevole e l'anima resterà attratta nel suo dolce incanto. Possiede un'aria balsamica che, respirata, la creatura sentirà entrare in sé l'aria della pace, della santità, dell'armonia divina, della felicità, della luce che tutto purifica, dell'amore che tutto brucia, della potenza che conquide; sarà l'aria che porterà il balsamo celeste a tutti i mali prodotti dall'aria cattiva, morbosa e micidiale dell'umana volontà.
L'aria della mia Volontà mantiene la vita pura, sana, santa, bella e forte come uscì dal seno del suo Creatore. Invece l'aria micidiale dell'umano volere deforma l'anima della povera creatura, la fa discendere dalla sua origine e cresce malata, debole da far pietà ".
Poi, con un'enfasi più tenera ha soggiunto (scrive sempre Luisa Piccarreta)
" Oh, Volontà mia, quanto sei amabile, ammirabile, potente!
La tua bellezza innamora i Cieli e forma il continuo incanto che rapisce tutta la Corte Celeste! Deh, con la tua bellezza incantevole che tutto rapisce, rapisci la terra e col tuo dolce incanto, incanta tutte le creature, affinché una sia la Volontà di tutti, una la santità, una la vita, uno il tuo Regno, uno il tuo ' FIAT ', come in Cielo, così in terra! ".
(Ancora Gesù a Luisa, il 26 maggio 1928 vol. 24:) "...Dio è ordine, e quando vuol dare un bene alle creature, vi mette sempre il suo ordine divino. Ogni bene incomincia da Dio; Egli vi si mette a capo per prendere l'impegno, perché il bene abbia il suo corso e poi ordina le creature allo stesso scopo. Ciò feci per dare Io la Redenzione e le creature per riceverla, e ciò sto facendo Io, per dare il Regno del FIAT Divino e le creature per riceverlo.
Nel formare il ' Pater Noster ', Mi mettevo Io a capo e prendevo l'impegno sicuro di dare questo Regno; e coll'insegnarlo ai miei Apostoli, mettevo l'ordine nelle creature per poter ottenere un tanto bene.
Tutta la Chiesa prega; non c'è anima che ad essa appartenga, che non reciti il ' Pater Noster ' e, sebbene molti lo recitino senza interesse di volere e chiedere un Regno santo, sì santo, cioè che ' il Volere Divino si faccia come in Cielo così in terra ', stando quest'interesse in Colui che lo insegnò, anche semplicemente recitandolo, si rinnova il mio interesse e sento la mia preghiera, che chiede perché ' venga il Regno suo e si faccia la Volontà sua come in Cielo così in terra '. Quando poi la creatura nel recitare il ' Pater ', mostra interesse di volere e sospirare il Regno mio, allora entra anch'essa a parte del mio interesse, e la sua volontà si fonde nella Mia per lo stesso scopo.
Come vedi, il mio Volere ed interesse corre sempre in ogni ' Pater Noster ' e l'ordine divino fa chiedere a tutti la medesima cosa. Vero è che in mezzo a questi che chiedono vi sono quelli che vogliono fare la mia Volontà, altri che già la fanno, ma essendo unico lo scopo, tutti egualmente chiedono insistentemente da Dio che la sua Volontà venga a regnare sulla terra.
E siccome Dio tutto ha stabilito ed ordinato, aspetta che le anime più insistentemente preghino e, con la potenza della loro preghiera avvalorata dalla potenza della Sua stessa Volontà, attirino dal Cielo l'Eterno Volere, e con le loro dolci catene d'amore lo leghino alla terra per farlo regnare in mezzo alle creature.
Queste anime saranno come tante spose che inanellando il loro Sposo con le loro catene amorose, lo porteranno come trionfo in mezzo alle creature.
E come la Vergine Santa mise termine alle ore notturne dei Patriarchi e Profeti e formò l'alba per far spuntare il Sole del Verbo Eterno, così queste anime formeranno l'alba per fare spuntare il Sole del ' FIAT ' Divino, perché la VOLONTA' di DIO regni ' come in Cielo così in terra'.
Credi tu, che se la mia Volontà con tanto amore si è fatta conoscere ed ha manifestato tanto interesse di voler venire a regnare sulla terra, l'abbia fatto senza che nessuno l'avesse pregata? Oh no, no, sono state le continue preghiere della Chiesa, ed in queste preghiere ero proprio Io che pregavo, e me ne servivo di esse per affrettare l'avvento del Regno del Fiat Divino sulla terra.
Sappi che quando Noi facciamo conoscere un nostro bene, una verità, una conoscenza che Ci appartiene, è perché vogliamo farne dono alla creatura ".
Ed io (Luisa Piccarreta): Mio amato Gesù, quando verrà questo Regno?
E Lui (Gesù): " Figlia mia, per venire la Redenzione ci vollero quattromila anni, perché il popolo che pregava e sospirava il futuro Redentore era il più piccolo, di numero molto ristretto: invece le anime che appartengono alla mia Chiesa, formano più popoli e sono di numero oh, quanto superiore a quello!... perciò il numero abbrevierà il tempo; molto più che la religione si sta facendo strada ovunque, e ciò non è altro che la preparazione al Regno della mia Divina Volontà ".
(30.4.1932 vol. 30:) " ... E' vero che umanamente parlando, la creatura, accerchiata com'è dai mali, non sa ancora concepire come vivere nel mio Volere e come potrà formarsi il suo Regno sulla terra; è per lei come se volesse toccare il Cielo col dito, ma ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio.
Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un ' DONO ' che la nostra magnanimità vuol dare alla creatura, e con questo ' dono ' ella si sentirà trasformata: da povera ricca, da debole forte, da ignorante dotta, da schiava di vili passioni, dolce e volontaria prigioniera di una Volontà tutta santa, che le darà libero dominio di se stessa, dei domini divini e di tutte le creature.
Se ad un povero mendico che veste miseri cenci, che abita in un tugurio senza porte, quindi esposto ai ladri, a tutte le intemperie, che non ha un pane sufficiente per sfamarsi onde è costretto a mendicarlo, un re gli desse un milione per dono, egli cambierebbe subito la sua sorte; non sarebbe più un mendico, ma un signore che possiede palazzi, ville, che veste abiti di lusso, che si nutre di cibi squisiti e che si trova nella possibilità di aiutare anche gli altri. Chi ha cambiato la sorte di questo povero? Il milione ricevuto in dono.
Ora se una vile moneta ha la virtù di cambiare la sorte di un povero infelice, molto più il grande dono della NOSTRA VOLONTA', dono d'infinito valore, dono che, donato, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, tranne di quelle anime che non lo vorranno accettare.
Questo dono, fu dato all'uomo nel principio della sua creazione, ma ingrato, ce lo respinse col fare la sua volontà.
Ora che si dispone a fare il Nostro Volere, si prepara a riavere questo dono sì grande ed infinito.
Le nostre conoscenze sul ' Fiat ', aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente la creatura a ricevere questo dono, e ciò che non ha ottenuto fin oggi, lo potrà ottenere domani.
Con questo dono, l'umana famiglia si sentirà talmente vincolata al suo Creatore, che non si vedrà più da Lui lontana, anzi, così vicina, come se fosse della sua stessa Famiglia e convivesse nella sua stessa reggia. Allora si vedrà nell'abbondanza delle sue ricchezze, né più sentirà le miserie, le debolezze, le passioni tumultuanti, ma tutto sarà forza, pace, abbondanza di grazia fino al punto da poter dire: nulla mi manca,  ho tutto a mia disposizione.
I doni che Noi diamo sono sempre effetti del Nostro Amore inestinguibile e della Nostra somma magnanimità; perché, se volessimo badare se la creatura merita o no, se ha fatto o no dei sacrifici, allora ciò che Noi diamo non sarebbe più dono, ma mercede, ed il nostro dono dipenderebbe allora dalla creatura e diverrebbe di suo diritto. No, i nostri doni non sono di diritto di nessuno. Di fatti, l'uomo non esisteva ancora, e prima che egli fosse, già creammo il Cielo, il sole, il vento, il mare, la terra fiorita, e tutto il resto per farne a lui dono. Poteva forse meritare doni sì grandi e perenni? Ma il nostro amore non fu nemmeno contento, per cui, nel creare lui, gli demmo anche il gran dono che superò tutti gli altri: il nostro FIAT Onnipotente.
Vero è che ce lo respinse, però Noi lo tenemmo in riserva, per dare poi ai figli quel medesimo dono che ci respinse il padre. In contraccambio altro non vogliamo che la corrispondenza da parte della creatura, la sua gratitudine, il suo piccolo amore ".


(8.5.1932 vol. 30) " ... Il nostro Ente Supremo, creando l'uomo voleva stare in continua corrispondenza con lui, per dargli ora un dono, ora un altro; voleva fargli tante belle sorprese non mai interrotte, ma egli, col fare la sua volontà, tacitamente disse al suo Creatore: ' Ritirati, non ho dove mettere i tuoi doni '; così perdette la sua vita divina e tutti i suoi infiniti beni. Ecco la ragione perché l'uomo si allontanò dal nostro Fiat, si disordinò in modo che ad ogni passo vacillava, divenne preda di tutti i mali ed incapace di far del bene. E così ora Ci sentiamo come immobilizzati dall'uomo, perché vogliamo dare e non possiamo, vogliamo parlare e non Ci intende, mentre il nostro Amore, con accenti pietosi non si stanca di dirgli: ' Oh, uomo, rientra in te stesso; richiama in te quella Volontà che respingesti; Essa vuol ritornare per distruggere i tuoi mali e, se La inviti, è pronta a prendere il possesso ed a formare il suo Regno in te, il suo dominio di pace, di felicità, di gloria, di vittoria per Me e per te. Deh, non voler essere più schiavo, né vivere nel labirinto dei tuoi mali e miserie. Ricordati che tale Io non ti creai, anzi ti creai re di te stesso, re di tutto. Perciòchiama la mia Volontà come vita, ed Essa ti farà conoscere la tua nobiltà e l'altezza del posto in cui fosti messo da Dio. Oh, come ne sarai contento, e contenterai il tuo Creatore! ' ".

3 - LA CREAZIONE L'IMMACOLATA L'UOMO

vol. 16 24.11.1923) 
" ... L'origine della mia Volontà è eterna; mai entrò il dolore in Essa; tra le Divine Persone questa Volontà era in somma concordia, anzi era una sola; in ogni atto che emetteva fuori, tanto ab intraquanto ad extra, Ci dava infinite gioie, felicità immense; e quando volemmo uscire fuori la macchina della Creazione, quanta gloria, quanto onore, quante armonie Essa Ci diede! Come si sprigionò il FIAT, questo FIAT diffuse la nostra bellezza, la nostra luce, la nostra potenza, l'ordine, l'armonia l'amore, la santità divina, e Noi restammo glorificati dalle stesse virtù nostre vedendo, per mezzo del nostro FIAT, la fioritura della Nostra Divinità adombrata in tutto l'universo.
Il Nostro Volere non si arrestò; gonfio d'amore come stava, volle non solo creare l'uomo, ma avere vita operante in esso, per dargli sempre nuove sorprese d'amore, di gioie, di felicità, di luce, di ricchezze.
Ma l'uomo volle fare la sua volontà e ruppe con la Divinità, e così recò il primo dolore al mio Volere, amareggiò Colui che tanto l'amava e che l'aveva reso felice.
Mai l'avesse fatto; il mio Volere si ritirò e pianse più che tenera madre piange il suo figlio storpio e cieco; e l'uomo precipitò nell'abisso di tutti i mali.
Intanto, per riannodare di nuovo queste due Volontà, era necessario uno che contenesse in sé una Volontà Divina ed allora le tre Divine Persone, amando l'uomo con amore eterno ed infinito, decretarono che Io, Verbo Eterno, prendessi umana carne per venire a salvarlo e riannodare le due Volontà spezzate.
Ma in chi scendere? Chi doveva essere la fortunata creatura che doveva albergare il Suo Creatore? Ne scegliemmo una che in virtù dei meriti previsti del futuro Redentore fu esente dalla colpa di origine; in Essa il ' suo ' Volere e il ' Nostro ' furono ' uno ' ".
" ... FU LA MIA VOLONTA' che fece ascendere tanto in alto la mia SS. Madre.
... FU LA MIA VOLONTA' che le diede la fecondità divina e la fece Madre del Verbo.
... FU LA MIA VOLONTA' che le fece vedere ed abbracciare tutte le creature insieme ".
( vol. 16 24.11.1923 ) " Fu questa Celeste Creatura che comprese la storia della nostra Volontà; Noi, come a piccina tutto le narrammo: il dolore del nostro Volere, e come l'uomo ingrato con lo spezzare la sua volontà con la Nostra, aveva ristretto il nostro Volere nella cerchia divina, come inceppandolo nei Suoi disegni, impedendo che potesse comunicargli i suo beni, e lo scopo per cui era stato creato. Per Noi il dare è felicitarci e rendere felice chi da Noi riceve, è arricchire senza (Noi) impoverire, è dare ciò che Noi siamo per natura e formarlo nella creatura per grazia, è uscire da Noi per dare ciò che possediamo; col dare il nostro amore si sfoga, il nostro Volere fa festa; se non dovevamo dare, a che pro formare la Creazione? Sicché, solo il non poter dare ai nostri figli, alle nostre care immagini, era come un lutto per la nostra Suprema Volontà; solo nel vedere l'uomo operare, parlare, camminare, senza il connesso del nostro Volere, perché da lui spezzato, e che dovevano correre a lui, se era con Noi, correnti di grazie, di luce, di santità, di scienza, ecc., e non potendolo, il nostro Volere si atteggiava a dolore; in ogni atto di creatura era per Noi un dolore, perché vedevamo quell'atto vuoto del valore divino, privo di bellezza e di santità, tutto dissimile dagli atti nostri.
Oh, come comprese la Celeste Piccina questo nostro sommo dolore ed il gran male dell'uomo nel sottrarsi dal nostro Volere! Oh, quante volte Lei pianse a calde lacrime per il nostro dolore e per la grande sventura dell'uomo! E perciò Lei, temendo, non volle concedere neppure un atto di vita alla sua volontà; perciò si mantenne piccola, perché il suo volere non ebbe vita in Lei: come poteva farsi grande? Ma ciò che non fece Essa, fece il nostro Volere: la crebbe tutta bella, santa, divina; la arricchì tanto che la fece la più grande di tutti; era un prodigio del nostro Volere, prodigio di grazia, di bellezza, di santità. Ma Essa si mantenne sempre piccola, tanto che non scendeva mai dalle nostre braccia, e presa a petto suo la nostra difesa, ricambiò tutti gli atti dolenti del Supremo Volere; e non solo stava Lei tutta in ordine alla nostra Volontà, ma fece suoi tutti gli atti delle creature, assorbendo in Sé tutta la nostra Volontà respinta da loro: la riparò, l'amò, e tenendola come a deposito nel suo Cuore verginale, preparò il cibo della nostra Volontà a tutte le creature.
Vedi dunque con quale cibo alimenta i suoi figli questa Madre amantissima? Le costò tutta la sua vita, pene inaudite, la stessa Vita del Figlio suo, per fare in Lei il deposito abbondante di questo cibo della mia Volontà, per tenerlo pronto per alimentare tutti i suoi figli qual Madre tenera e amorosa.
Lei non poteva amare di più i suoi figli; col dar loro questo cibo il suo amore era giunto all'ultimo grado. Sicché, a tanti titoli che Essa tiene, il più bel titolo che Le si potrebbe dare è di ' Madre e Regina della Volontà Divina ' "

(vol. 20 29.10.1926) " Io creai il cielo ed accentrai il mio Amore verso dell'uomo nel Cielo e per dargli maggior diletto lo tempestai di stelle: Io non amai il Cielo ma l'uomo nel cielo, e per lui lo creai. Come fu forte e grande il mio amore nello stendere sul capo dell'uomo questa volta azzurra, ornata di fulgidissime stelle, come un suo padiglione che né re, né imperatori ne possono aver l'eguale. Ma non Mi contentai di accentrare il mio Amore nel cielo verso dell'uomo, che doveva servire, per puro diletto volendomi dilettare in amore con lui; volli creare il sole, accentrando verso dell'uomo tanto amore nel sole, Io amavo l'uomo nel sole, non il sole, e perciò Io mettevo in esso, amore di necessità, perch'era necessario il sole per la terra, che doveva servire alle piante ed al benessere dell'uomo; amore di fuoco che doveva riscaldarlo; tutti gli effetti che produce questo pianeta che sono innumerevoli, miracolo continuo che sta nella volta dei cieli, e che scende colla sua luce a bene di tutti, tante specialità d'amore accentrai nel sole verso dell'uomo, per quanti beni ed effetti produce. Oh! Se la creatura facesse almeno attenzione, al mio amore che gli porta il sole, come Mi sentirei felice e contraccambiato del gran amore che ho messo in questo mio relatore divino e portatore del mio amore, della mia luce.
Ora dopo che il tutto creai formai la natura dell'uomo colle mie stesse mani creatrici e come formai le ossa, stendevo i nervi, formai il cuore, così accentravo il mio amore, e dopo che lo vestii di carne formando come la più bella statua che nessun altro artefice poteva mai fare lo guardai, lo amai tanto, che il mio amore sboccò non potendo contenerlo ed alitandolo gli infusi la vita.
Ma non fummo contenti: la Trinità Sacrosanta dando in eccesso d'amore, volle destarlo, dandogli intelletto, memoria e volontà, ed a secondo la sua capacità di creatura, lo arricchimmo di tutte le particelle del nostro Essere Divino.
Tutta la Divinità era tutta intenta ad amare ed a riversarsi nell'uomo; fin dal primo istante della sua vita sentì tutta la forza del nostro amore e dal fondo del suo cuore espresse colla sua voce l'amore al suo Creatore. Oh! Come Ci sentimmo felici nel sentire che l'opera nostra, la statua fatta da Noi, parlava, Ci amava, e con amore perfetto! Era il riflesso del nostro Amore che usciva da lui; quest'amore non era stato contaminato dalla sua volontà, perciò il suo amore era perfetto, perché possedeva la pienezza del nostro Amore.
Fin allora tutte le cose da Noi create, nessuna cosa Ci aveva detto che Ci amava; ora nel sentire che l'uomo Ci amava, la nostra gioia, il nostro contento, fu tanto grande, che per compimento della nostra festa, lo costituimmo re di tutto l'universo e come il più bello gioiello delle nostre mani creatrici.
Com'era bello l'uomo, nei primi tempi della sua creazione! Era il nostro riflesso, e questi riflessi gli davano tanta bellezza che rapiva il nostro Amore, e lo rendeva perfetto in tutti gli atti suoi. Perfetta era la sua gloria che dava al suo Creatore, perfetta la sua adorazione, il suo amore, le sue opere; la sua voce era tanto armoniosa che risuonava in tutta la Creazione, perché possedeva l'armonia divina, e di quel Fiat che gli aveva dato la vita.
Tutto era ordine in lui, perché il nostro Volere gli portava l'ordine del suo Creatore, lo rendeva felice, e lo faceva crescere a nostra somiglianza e secondo il nostro detto: ' Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza '.
Ogni suo atto fatto nell'unità della luce del Fiat Supremo era una tinta di bellezza divina che acquistava, ogni suo detto, era una nota armoniosa di più che suonava. Tutto era amore in lui, in tutto Ci decantava la nostra gloria, la nostra potenza e sapienza infinita, e tutto, cielo, sole e terra gli portavano gioie, felicità ed amore di Colui che l'aveva creato.
Se tu potessi formare una statua a secondo che più ti piaceva, poi riversarti tutta te stessa in essa dandogli tutti gli umori vitali, e con l'impero del tuo amore dargli la vita, quanto non l'ameresti? E quanto non vorresti che ti amasse? Qual sarebbe la tua gelosia d'amore che tutto stesse a tua disposizione e che neppure un palpito tollereresti che non fosse tutto per te? Ah! Tu nella tua statua guarderesti te stessa e quindi ogni piccola cosa non fatta per te sentiresti uno strappo fatto a te stessa. Tale son Io: tutto ciò che la creatura non fa per Me sono tanti strappi che sento; molto più che la terra che la sostiene è mia, il sole che la illumina e riscalda è mio, l'acqua che beve, il cibo che prende è mio, tutto è mio, vive a spese mie e mentre tutto le do essa, la bella statua mia, non è per me. Qual dev'essere dunque il mio dolore, l'affronto e l'offesa che Mi dà questa statua, pensalo tu stessa figlia mia!
Ora tu devi sapere che solo la mia Volontà può ridarmi la mia statua bella come Io la feci, perché Essa è la conservatrice di tutte le opere nostre, è il portatore di tutti i nostri riflessi in modo che l'anima vive dei nostri riflessi, i quali, se ama le somministra la perfezione dell'amore, se opera, opera la perfezione delle opere; insomma tutto ciò che fa tutto è perfetto in lei e questa perfezione le dà tante tinte di tante bellezze da innamorare l'Artefice che la formò.
Ecco, perciò amo tanto che il Fiat Supremo sia conosciuto e vi formi il suo Regno in mezzo alle umane generazioni, per stabilire l'ordine tra Creatore e creatura per ritornare a mettere in comune i nostri beni con essa; e solo la nostra Volontà tiene questo potere, senza di Essa non ci può essere molto di bene, né la nostra statua può ritornarci bella come uscì dalle nostre mani creatrici ".
(23 agosto 1936 vol. 34) " ... La Vergine Santa costituì il massimo prodigio della Creazione, perché il Volere Divino soggiogò fin dal primo istante del suo concepimento il suo volere umano; e il volere di questa santa creatura a sua volta soggiogò quello divino. Un Volere vinse l'altro ed ambedue riuscirono vincitori. Non appena il Fiat Supremo entrò come Re dominante in Lei, subito ebbero inizio le catene dei grandi miracoli divini. La forza increata si riversò in quella creata con una forza tale, da poter sostenere la Creazione intera così come se essa fosse un fuscello di paglia. Grazie a questa irruenza tutte le cose sentirono che nella loro forza creata scorreva quella increata, la quale le sosteneva e contribuiva alla loro conservazione.
Questa forza invincibile che proveniva dalla Vergine, in virtù del Fiat Divino, era tanto potente da imperare su tutto e persino sul Creatore medesimo. Nessuno poteva resisterle: gli stessi demoni si sentivano debilitati e non sapevano dove nascondersi per sottrarsi ad Essa.
Nello stesso modo con cui la nostra forza divina si era riversata nella volontà creata della Vergine, così il nostro Amore infinito si effuse nel suo amore finito, comunicandole l'irresistibile bisogno di amare tutti senza misura.
Da quell'istante non vi fu essere creato che non fosse prediletto da Lei. Come Madre e come Regina Ella fu investita dal nostro Fiat di tale abbondanza d'amore, di bontà e di grazia, da rapire tutti i cuori e da farsi amare persino dalle cose che non posseggono la ragione.
Ognuno dei suoi atti, delle sue preghiere, delle sue adorazioni e riparazioni riempivano Cieli e terra ed il suo amore, padroneggiando tutto, correva nel cielo, nel sole, nel vento, ovunque; e così il nostro Ente Supremo si sentì contraccambiato e pregato da Lei in ogni cosa creata. Una nuova vita scorreva in tutto, ci amava per tutti e ci faceva amare per tutti. Era la Volontà Increata che aveva avuto il suo posto d'onore nella volontà creata: che ci dava in tal modo il contraccambio dell'amore che mettemmo a disposizione nella Creazione ".
"... Non guardare la terra dice Gesù a Luisa Piccarreta il 26 aprile 1921 ( vol. 12 ) ; le creature lasciamole fare, vogliono fare la guerra, la facciano pure; e quando loro saranno stanche, anch'Io farò la mia guerra. La loro stanchezza nel male, le loro disillusioni, i disinganni, le perdite subite, le disporranno a ricevere la mia guerra.
La mia guerra sarà guerra di amore; il mio Volere scenderà dal Cielo in mezzo a loro; tutti i tuoi atti e quelli delle altre anime, fatti nel mio Volere, faranno guerra alle creature, ma non guerra di sangue; guerreggeranno con le armi dell'amore dando loro doni, grazie, pace; faranno prodigi sorprendenti da far stupire l'uomo ingrato. Questa mia Volontà, e tutti i miei amorosi disegni, sì come una milizia celeste, con armi divine confonderanno l'uomo, lo travolgeranno, gli daranno la luce per vedere più che il male, i doni e le ricchezze con cui voglio arricchirlo.
Gli atti fatti nel mio Volere, portando con sé la potenza creatrice, saranno la nuova salvezza dell'uomo e, scendendo dal Cielo, porteranno tutti i beni sulla terra, porteranno
la nuova Era ed il trionfo sulla iniquità umana.

Perciò, moltiplica i tuoi atti nella mia Volontà, per formare le armi d'amore per guerreggiare le creature quando scenderemo in mezzo ad esse ".

2 - LA PROMESSA DELLA DIVINA VOLONTA'

(Gesù, a Luisa Piccarreta, il 5 febbraio 1928 vol. 23:) 

" ... Figlia mia, come Adamo peccò, Dio gli fece promessa del futuro Redentore: passarono secoli, ma la promessa non venne meno e le generazioni ebbero il bene della Redenzione.
Ora, come venni dal Cielo e formai il Regno della Redenzione, prima di partire dalla terra, feci un'altra promessa più solenne: dell' AVVENTO del REGNO della MIA VOLONTA', nella preghiera del Pater Noster ; e perché questo Regno si potesse più sicuramente ottenere, feci questa promessa formale nella solennità della mia preghiera, pregando il Padre che ' facesse venire il Suo Regno ', e che ' la Volontà Divina si facesse come in Cielo così in terra '.
Volli mettermi Io a capo di questa preghiera, conoscendo che tale era la Volontà del Padre mio che, pregato da Me, non mi avrebbe nulla negato; molto più che con la Sua stessa Volontà Io pregavo e chiedevo una cosa dal mio stesso Padre voluta.
Dopo d'aver formata questa preghiera innanzi al Padre Celeste, sicuro che mi avrebbe accordato il Regno della mia Volontà sulla terra, l'insegnai ai miei Apostoli, affinché a loro volta, l'insegnassero a tutto il mondo, perché uno fosse il grido di tutti: ' sia fatta la Volontà Tua, come in Cielo così in terra '.
Promessa più certa e solenne non avrei potuto fare; i secoli per Noi (Tre Persone Divine) sono come un punto solo e le nostre Parole sono atti e fatti compiuti; quindi, son passati secoli, ma il Regno del Divin Volere
certamente verrà .
Il mio stesso pregare al Padre Celeste: ' venga, venga il Regno Tuo, sia fatta la Volontà Tua come in Cielo così in terra ', significa che con la mia venuta sulla terra, non venivo a stabilire il Regno della Mia Volontà, altrimenti avrei detto: 'Padre mio, il Regno Nostro che già ho stabilito sulla terra sia confermato e la Nostra Volontà domini e regni'. Invece dissi: ' Venga '; ciò significa che doveva venire e le creature dovevano aspettarlo con quella certezza con cui gli Ebrei aspettarono il futuro Redentore.
Vi è la Mia Divina Volontà legata e compromessa in quelle parole del ' Pater Noster ', e quando Essa si lega è più che certo ciò che promette. Molto più che il tutto fu da Me preparato; non ci volevano altro che le manifestazioni
del Regno mio: questo lo sto già facendo; e se manifesto tante verità sul mio FIAT non è per dare una semplice notizia, no, ma perché voglio che tutti conoscano che il suo Regno è vicino e che apprezzino le sue belle prerogative, affinché tutti amino, sospirino d'entrare a vivere in un Regno sì santo, pieno di felicità e di tutti i beni.
Quindi, ciò che a te sembra difficile dice Gesù a Luisa Piccarreta alla Potenza del Nostro FIAT è facile, perché Essa sa smuovere tutte le difficoltà e conquidere tutto come vuole e quando vuole ".
(8 maggio 1923 vol. 15°) " ... Dopo aver implorato il Padre perché il Regno di Dio si estendesse sulla terra, Io proseguii la mia preghiera in nome e in favore di tutti gli uomini.
Domandando il ' pane quotidiano ' intendevo chiedere tre specie di pane: cioè quello della Mia Volontà, quello Eucaristico e quello materiale.
Il pane della Divina Volontà è, fra tutti, il più necessario, poiché la creatura ne ha bisogno ad ogni istante per poter formare in se stessa la vita divina, mentre per alimentare la propria esistenza non usufruisce che due o tre volte al giorno di quello materiale.
L'Eucaristia fu il secondo pane che domandai per l'umanità. Ma quali frutti avrebbe Esso recato se l'uomo non si fosse prima nutrito del Volere Divino? Figlia mia, se tu sapessi quanto soffro nella creatura che, invece di cibarsi di questo pane, si alimenta di quello corrotto della volontà umana! Sebbene Io entri, tuttavia Io non le posso comunicare né i benefici effetti del Divino Sacramento, né la mia Santità, e se qualche cosa le dono, ciò avviene in piccola porzione ed a seconda delle sue disposizioni. Per poterle dispensare i doni della mia vita Sacramentale, debbo pazientemente attendere che essa si cibi della Suprema Volontà. Ciò che si avvera per l'Eucaristia, si ripete per tutti i Sacramenti che Io lasciai alla mia Chiesa. Essi conferiranno la pienezza dei frutti che contengono e comunicheranno vera santità alle anime, soltanto quando la Volontà Divina verrà da esse compiuta sulla terra così come si compie in Cielo.
Per ultimo domandai al Padre mio il pane materiale, vale a dire tutti i mezzi che sono necessari per il sostentamento dell'uomo.
Quindi aggiunsi: ' Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori '. Anche questa petizione sarà esaudita totalmente, non appena l'uomo si ciberà del Volere di Dio, così come se ne cibò la mia Santa Umanità. E allora la sua carità sarà perfetta, il suo perdono simile al mio sulla Croce, avrà l'impronta dell'eroismo, le sue virtù, essendo direttamente Volontà Suprema, diverranno e saranno come rivoli sgorgati da Essa, come da immenso mare.
Infine invocai: ' E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male ', affinché la creatura, forte del pane della Divina Volontà, potesse superare qualsiasi tentazione ed essere liberata da tutti i mali, sia morali che fisici.

Vedi dunque quanto sia necessario che la mia Volontà si compia come in Cielo così in terra! La sua effettuazione è talmente importante che io non insegnai agli uomini altra preghiera se non quella del Padre Nostro. E la Chiesa, fedele depositaria ed esecutrice dei miei ammaestramenti, la ripete sempre ed in ogni circostanza e a sua volta la fa recitare ai dotti e agli ignoranti, ai sudditi e ai re, affinché tutti indistintamente invochino sulla terra il Santo Regno della Divina Volontà ".

1 - La santificazione


Da gli scritti di Luisa Piccareta


"Sono affogato dall'Amore!... vengo a portarti il più gran Dono, vengo ad insegnarti come vivere nella Mia Volontà"

" Vengo in mezzo a voi col Cuore soffocato nelle mie fiamme d'Amore,
vengo come Padre in mezzo ai figli teneramente amati, per stare con voi, per vivere con voi mediante Una sola Volontà, un solo Amore; vengo col corteggio delle mie Pene, del mio Sangue, delle mie Opere e della mia stessa Morte. Guardatemi, ogni goccia del mio Sangue, ogni pena, tutte le mie opere, i miei passi, fanno a gara per darvi la mia Divina Volontà, persino la mia morte vuol donarvi la resurrezione della vita.
Nella mia Umanità tutto vi ho preparato: vi ho impetrato grazie, aiuti, luce, forza per ricevere un dono sì grande. Per parte mia tutto ho compiuto, ora aspetto la parte vostra.
Chi sarà così ingrato da non voler ricevere Me e il Dono che gli porto? Sappiate che è tanto il mio Amore che Io non terrò conto della vostra vita passata; seppellirò nel mare del mio Amore le stesse vostre colpe, tutti i vostri mali, affinché siano tutti bruciati.
Incominceremo così insieme la nuova vita, intessuta soltanto di Volontà Mia. Chi avrà cuore di darmi un rifiuto?
Se mi accoglierete, Io rimarrò con voi come Padre in mezzo ai suoi figli, per vivere sempre uniti in una sola Volontà.
Oh, quanto sospiro e bramo che i miei cari figli stiano sempre con Me e vivano nella mia stessa Volontà!
E' da circa seimila anni che Io reclamo e voglio i figli miei attorno a Me per renderli felici e santi. Il mio Amore giunge perfino a soffocarmi e a farmi spasimare, perciò tra i singhiozzi e i dolori ripeto a tutti : " Figli miei, figli miei, perché non venite al Padre vostro? Perché andaste lontani da Me, raminghi, poveri, pieni di tutte le miserie? I vostri mali sono ferite al mio Cuore ed Io sono già stanco di aspettarvi.
Perciò, non potendo più contenere l'Amore che mi brucia, vengo Io stesso a cercarvi ed a portarvi il gran dono della Mia Volontà.
Deh, vi prego, vi supplico, vi scongiuro, ascoltatemi, muovetevi a compassione delle mie lacrime, dei miei sospiri ardenti!
Vedete, mediante queste pagine Io non solo vengo a voi come Padre, ma ancora come Maestro. Datemi ascolto poiché vi insegnerò cose sorprendenti, lezioni di Cielo, le quali vi porteranno luce che mai si spegne, amore che sempre arde, forza divina, coraggio intrepido, 
santità che sempre cresce; ad ogni passo esse vi sgombreranno la via per condurvi con sicurezza alla Patria Celeste.
Osservate ancora: Io vengo pure come Re in mezzo al suo popolo, non per chiedere imposte e tributi, ma per domandare la vostra volontà, le vostre miserie, le vostre debolezze, tutti i vostri mali.
La mia Sovranità vuole per Sé tutto ciò che vi rende infelici, inquieti, tormentati, per nasconderlo e per bruciarlo nel mio amore; qual Re benefico, pacifico, magnanimo, Io vi accorderò in cambio la mia Volontà, il mio amore più tenero, le mie ricchezze e felicità, con la pace e con la gioia più pura.
Se mi cederete la vostra volontà umana per far regnare in mezzo a voi la Mia Divina, vi accerto che sarete felici appieno.
Il Cielo e la terra vi sorrideranno, la mia Mamma Celeste vi farà da Madre e da Regina.
Per appagare i miei desideri ardenti e per rendervi felici Ella, conoscendo il gran bene che vi porterà il Regno del mio Volere, ed amandovi quali miei veri figli, sta già accingendosi con premura tutta materna a disporre le nazioni e i popoli a ricevere il dominio del Regno della mia Volontà.
Fu Lei che preparò le genti per farmi discendere dal Cielo sulla terra: e a Lei ora affido l'alto e santo incarico di disporre l'umanità, con la forza del suo materno amore, a ricevere un Dono sì grande.
Perciò, ascoltatemi figli miei, meditate con attenzione e passione queste pagine e sentirete il bisogno di vivere della mia Volontà. Io mi porrò vicino a voi allorquando leggerete, vi toccherò la mente e il cuore affinché possiate comprendere la preziosità del Dono che il mio ardente Amore vi offre, e vi risolviate con generosità e con gioia a vivere con Me, nella santità della mia Volontà Divina".
(dagli scritti di Luisa Piccarreta: ' Appello del Re dei re al suo popolo per entrare nel Regno della Sua Divina Volontà ' )
"O iniquo mondo, tu stai facendo di tutto per cacciarmi dalla faccia della terra, per bandirmi dalla società, dalle scuole, dalle conversazioni e da tutto; stai macchinando come abbattere i templi ed altari, come distruggere la mia Chiesa ed uccidere i miei ministri ed Io ti sto preparando un'era di amore: l'era del mio Terzo FIAT.
Tu farai la tua via per bandirmi ed Io ti confonderò d'amore, ti seguirò di dietro, mi farò incontro davanti per confonderti in amore; e dove tu mi avrai bandito, Io erigerò il mio trono e vi regnerò più di prima, ma in modo sorprendente, tanto che tu stesso cadrai ai piedi del mio trono e come legato dalla forza dell'amore". (dal Diario di Luisa Piccarreta Vol. 12° 8.2.1921)

La tua missione sarà di salvare le anime


Non voglio che tu ti disperda esteriormente con le creature. Devi vivere chiusa nel santuario tutto interiore della tua anima, perché è lì che risiede lo Spi­rito Santo. Lì sono le tue delizie, le tue conso­lazioni, il tuo riposo. Non cercarlo altrove, non lo troverai!

lunedì 6 febbraio 2017

Dio ci chiama ad abitare nella divina volontà

La Madonna spiega a Luisa Piccareta come entrare nella divina volontà


Ora, figlia mia, ascoltami –le dice Maria–: io continuavo la mia vita in Nazaret… Il «FIAT» Divino continuava ad allargare in me il suo Regno; se ne serviva dei più piccoli atti miei, anche dei più indifferenti… per farmi sentire la sua Vita palpitante nel fuoco, nell’acqua, nel cibo, nell’aria che respiravo, in tutto, ed investendoli formava sopra i miei piccoli atti mari di Luce, di Grazia, di Santità, perché dove regna il Divin Volere ha la potenza di formare, dai piccoli nonnulla, nuovi cieli di bellezza incantevole, perché Esso, essendo immenso, non sa fare cose piccole, ma con la sua potenza avvalora i nonnulla e ne forma le cose più grandi, da far strabiliare cieli e terra (…) Le Divine Persone della Trinità Sacrosanta guardavano la terra non più come estranea a Loro, perché c’era la piccola Maria, che possedendo la Divina Volontà aveva formato il Regno Divino, dove il Verbo poteva scendere sicuro, come nella propria abitazione, nella quale trovava il Cielo e i tanti Soli dei tanti atti di Volontà Divina, fatti nell’anima mia…” (“La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà”, 19° giorno

sabato 4 febbraio 2017

Gesù il 31.01.2017






Affin­ché il mondo compia la mia volontà

 Messaggio di Gesù

Chi avrà la propria anima disposta ad ascoltarmi, saprà qual è la mia volontà


Pensa a ciò che hai ancora da fare e a ciò che devi fare, non per guadagnare il Paradiso, bensì per il mondo, affin­ché il mondo compia la mia volontà. Che ciascun'ani­ma si prepari. Chi avrà la propria anima disposta ad ascoltarmi, saprà qual è la mia volontà.

L' Europa e' irriformabile

Messsaggio di Gesù - dal crocifisso

"L'europa è irriformabile, è come se fosse una costruzione nata su fondamenta vacillanti, è nata sbagliata - è nata tramite il primato dell'economia.  Quella che chiamiate Europa non è l'Europa ma è qualcosa che è nata sul primato dell'economia trasnazionale a deperimento dei popoli e delle sovranità democratiche. L' Europa oggi non esiste, esiste la banca centrale che è un apparato antidemocratico che impone le sue decisioni senza passare da alcuna forma di democrazia. Perciò l'Europa è irriformabile. Questa unione europea è la negazione della storia europea che è un arcipelago di culture e di differenze, di popoli e e di tradizioni che hanno tradizioni, lingue e visioni diverse e che dialogano tra loro. "

 L'unione europea che impone un'unica moneta, un unica lingua e l'economia come unico valore assoluto è la negazione di quella feconda realtà storica,  di tradizioni e di culture di cui costa la storia del vostro continente. L'Europa non vi protegge dalle guerre ma le favorisce, producendo stermini, popoli affamati (la Grecia) e genocidi finanziari. Dovreste diventare consapevoli di cosa sia oggi quella che chiamate Europa. Paradossalmente in Europa possono circolare liberamente capitali e merci, ma non le persone.