(vol. 23 30.10.1927)
" ... Mia piccola figlia, tu devi sapere che il nostro Amore rigurgitò nella Creazione e straripando fuori di Noi, senza che nessuno avesse meritato un tanto bene, con somma bontà e liberalità senza limiti, creò con infinita magnificenza, ordine ed armonia, tutta la macchina dell'universo, per amor di chi non esisteva ancora. Dopo di ciò il nostro amore rigurgitò più forte e creammo colui per cui tutte le cose furono create.
Quando Noi operiamo, operiamo sempre con magnanimità inesauribile, e mentre non esauriamo, diamo tutto, in modo che nulla deve mancare all'Opera Nostra, di magnificenza, di grandezza e di tutti i beni.
Nel creare l'uomo senza nessun merito, per dote, per fondamento, per sostanza di tutti i beni, gioie e felicità, gli demmo per Regno la Nostra Volontà, affinché nulla gli mancasse, avendo a sua disposizione una Volontà Divina ed insieme con Essa il Nostro Essere Supremo.
Quale onore sarebbe stato per Noi se l'opera della Creazione fosse stata povera, misera di luce, senza molteplicità di tante cose create, senza ordine e senza armonia, ed il nostro caro gioiello, il nostro caro figlio, qual è l'uomo, senza la pienezza dei beni di Colui che lo aveva creato? Non sarebbe stato decoroso, per Chi tutto possiede e tutto può, fare opera incompleta, molto più che il nostro Amore, rigurgitando forte forte, più che onde impetuose, voleva dare, sfoggiare, quanto più poteva, fino a riempire il nostro amato gioiello di tutti i beni possibili ed immaginabili e formare dei mari intorno a lui che straripassero da lui stesso ".
E non contenti di tutto questo, fummo presi d'amore sì esuberante verso di lui, che la nostra Immensità lo coinvolgeva dappertutto, dovunque ed in ogni istante e fin nelle fibre del suo cuore; la nostra Potenza lo sosteneva portandolo dappertutto nelle nostre braccia Paterne; la nostra Vita, il nostro moto palpitava nel suo palpito, respirava nel suo respiro, operava nelle sue mani, camminava nei suoi piedi e giungeva a farsi sgabello fin sotto i suoi passi; la nostra Paterna Bontà per tenere al sicuro questo nostro caro figlio, lo metteva in condizioni che lui non si poteva separare da Noi, né Noi da lui.
Che altro potevamo fare e non facemmo? Per lui sborsammo tutto il nostro Amore, la nostra Potenza, la nostra Volontà e mettemmo in attitudine la nostra Sapienza infinita.
" Se la mia Suprema Volontà operava costituendosi vita in ogni cosa creata, per darsi anche per mezzo di Essa come vita alle umane generazioni, il mio amore facendo la sua via nel mio Eterno Fiat Mi accentrava per amare l'uomo. Sicché in ogni cosa creata, nel vento, nel mare, nel piccolo fiore, nell'uccellino che canta, in tutto Io accentravo il mio amore, affinché tutti gli portassero amore; ma per sentire e comprendere e ricevere questo mio linguaggio d'amore, l'uomo doveva amarmi, altrimenti sarebbe stata tutta la Creazione come muta per lui e senza vita ". ( vol. 20 29.10.1926 )
" Figlia mia spiega Gesù a Luisa , tutta la Creazione dice:
' Gloria, adorazione verso il nostro Creatore, amore verso le creature '. Sicché la Creazione è una gloria, un'adorazione muta per Noi, perché non le fu concessa nessuna libertà, né di crescere né di decrescere; l'uscimmo fuori di Noi ma la restammo in Noi, cioè dentro della nostra Volontà a decantare, sebbene muta, la nostra potenza, bellezza, magnificenza e gloria; sicché siamo Noi stessi che Ci decantiamo la nostra potenza, la nostra gloria, l'infinito amore nostro, potenza, bontà, armonia e bellezza. La Creazione nulla Ci dà da per sé stessa, sebbene essendo essa lo sbocco di tutto il nostro Essere Divino, serve di specchio all'uomo come guardare e conoscere il suo Creatore, e le dà lezioni sublimi di ordine, d'armonie, di santità e d'amore. Si può dire che lo stesso Creatore, atteggiandosi a Maestro Divino, dà tante lezioni per quante cose creò, dalla più grande alla più piccola opera che uscì dalle sue mani creatrici.
' Gloria, adorazione verso il nostro Creatore, amore verso le creature '. Sicché la Creazione è una gloria, un'adorazione muta per Noi, perché non le fu concessa nessuna libertà, né di crescere né di decrescere; l'uscimmo fuori di Noi ma la restammo in Noi, cioè dentro della nostra Volontà a decantare, sebbene muta, la nostra potenza, bellezza, magnificenza e gloria; sicché siamo Noi stessi che Ci decantiamo la nostra potenza, la nostra gloria, l'infinito amore nostro, potenza, bontà, armonia e bellezza. La Creazione nulla Ci dà da per sé stessa, sebbene essendo essa lo sbocco di tutto il nostro Essere Divino, serve di specchio all'uomo come guardare e conoscere il suo Creatore, e le dà lezioni sublimi di ordine, d'armonie, di santità e d'amore. Si può dire che lo stesso Creatore, atteggiandosi a Maestro Divino, dà tante lezioni per quante cose creò, dalla più grande alla più piccola opera che uscì dalle sue mani creatrici.
Non fu così nel creare l'uomo. Il nostro amore fu tanto per lui, che sorpassò tutto l'amore che avemmo nella Creazione. Perciò lo dotammo di ragione, di memoria e di volontà, e mettendo la nostra Volontà come al banco nella sua perché la moltiplicasse, la centuplicasse, non per Noi che non avevamo bisogno, ma per suo bene, affinché non restasse come le altre cose create, mute ed in quel punto come Noi le uscimmo, ma che crescesse sempre, sempre in gloria, in ricchezze, in amore ed in somiglianza col suo Creatore. E per fare che lui potesse trovare tutti gli aiuti possibili ed immaginabili, gli demmo a sua disposizione la nostra Volontà, affinché operasse con la nostra stessa potenza il bene, la crescenza, la somiglianza che voleva acquistare col suo Creatore.
Il nostro amore nel creare l'uomo volle fare un giuoco d'azzardo, mettendo le cose nostre nella piccola cerchia della volontà umana come al banco: la nostra bellezza, sapienza, santità, amore, ecc., e la nostra Volontà, che doveva farsi guida ed attrice del suo operato, affinché non solo lo facesse crescere a nostra somiglianza, ma le desse la forma d'un piccolo dio.
Perciò il nostro dolore fu grande nel vederci respingere questi grandi beni dalla creatura, ed il nostro giuoco d'azzardo per allora andò fallito, ma per quanto fallito, era sempre un giuoco divino che poteva e doveva rifarsi del suo fallimento.
Perciò, dopo tanti anni volle di nuovo il mio Amore giocare d'azzardo, e fu con la mia Mamma Immacolata. In Lei il nostro giuoco non andò fallito, ebbe il suo pieno effetto, e perciò tutto le demmo e tutto a Lei affidammo, anzi si faceva a gara: Noi a dare e Lei a ricevere.
Ora, tu devi sapere che il nostro amore anche con te vuol fare questo giuoco d'azzardo, affinché tu, unita con la Mamma Celeste, Ci faccia vincere nel giuoco col farci rifare del fallimento che Ci procurò il primo uomo, Adamo; onde la nostra Volontà rifatta nelle sue vincite può mettere di nuovo in campo i suoi beni che con tanto amore vuol dare alle creature " (vol. 19 9.3.1926)
" ... Figlia mia, ( vol. 16 24.11.1923 )
se tanto fece la mia Mamma per l'opera della Redenzione,
anche tu per l'opera del Fiat Voluntas Tua, la tua volontà non deve avere vita in te, e facendo tuoi tutti gli atti della Mia Volontà di ciascuna creatura, li deponi in te, e mentre a nome di tutti contraccambierai la mia Volontà, formerai in te il cibo necessario per alimentare tutte le generazioni col cibo della Mia Volontà ".
anche tu per l'opera del Fiat Voluntas Tua, la tua volontà non deve avere vita in te, e facendo tuoi tutti gli atti della Mia Volontà di ciascuna creatura, li deponi in te, e mentre a nome di tutti contraccambierai la mia Volontà, formerai in te il cibo necessario per alimentare tutte le generazioni col cibo della Mia Volontà ".
(vol. 23 30.10.1927) Figlia mia, ora, come nella Creazione, il nostro Amore rigurgitò forte ed il Regno della mia Volontà è deciso che vuole la Vita in mezzo alle creature, e perciò, sfoggiando con tutta magnificenza, senza guardare ai loro meriti, con magnanimità insuperabile, vuol dare di nuovo il Suo Regno. Solo che vuole che le creature lo sappiano, conoscano i suoi beni, affinché conoscendoli, sospirino e vogliano il Regno della santità, della luce e della felicità; e come una volontà lo respinse, così un'altra lo chiami, lo sospiri, lo pressi a venire e regnare in mezzo alle creature.
Ecco perciò la necessità delle sue conoscenze; se un bene non si conosce, né si ama, né si vuole; perciò le verità che ora ti manifesto per far conoscere la mia Volontà, saranno i messaggeri, i forieri che annunzieranno il Regno mio. Sì, le conoscenze sul mio ' FIAT ' si atteggeranno ora a soli, ora a tuoni, ora a scoppi di luce, ora a venti impetuosi che chiameranno l'attenzione dei dotti e degli ignoranti, dei buoni ed anche dei cattivi; saranno come fulmini che cadranno nei loro cuori e con forza irresistibile li atterreranno per farli risorgere nel bene delle conoscenze acquistate; formeranno la vera rinnovazione del mondo, prenderanno tutti gli atteggiamenti per allettare e vincere le creature. Si atteggeranno ora a pacieri, che col loro bacio di pace, faranno dimenticare alle creature il passato e ricordare solo d'amarmi insieme e felicitarsi a vicenda; ora a guerrieri, certi della loro vittoria, per rendere certa la conquista di chi le vorrà conoscere; ora a preghiere incessanti, perché le creature tutte conoscano ed entrino a far parte d'un Regno sì santo; ora a re dominante e spirante amore dinanzi a cui piegheranno la fronte per farsi dominare.
Che cosa non farà la mia Volontà? Metterà tutta la potenza in attitudine per venire di nuovo a regnare in mezzo alle creature; Essa possiede una bellezza rapitrice che, manifestatasi anche una sola volta, rapidamente rapisce e con la sua potenza abbellisce, gettando le sue onde di bellezza sull'anima che, estasiata in Essa, rimarrà presa come in labirinto da cui non avrà più la forza d'uscirne. Possiede una potenza incantevole e l'anima resterà attratta nel suo dolce incanto. Possiede un'aria balsamica che, respirata, la creatura sentirà entrare in sé l'aria della pace, della santità, dell'armonia divina, della felicità, della luce che tutto purifica, dell'amore che tutto brucia, della potenza che conquide; sarà l'aria che porterà il balsamo celeste a tutti i mali prodotti dall'aria cattiva, morbosa e micidiale dell'umana volontà.
L'aria della mia Volontà mantiene la vita pura, sana, santa, bella e forte come uscì dal seno del suo Creatore. Invece l'aria micidiale dell'umano volere deforma l'anima della povera creatura, la fa discendere dalla sua origine e cresce malata, debole da far pietà ".
Poi, con un'enfasi più tenera ha soggiunto (scrive sempre Luisa Piccarreta)
" Oh, Volontà mia, quanto sei amabile, ammirabile, potente!
La tua bellezza innamora i Cieli e forma il continuo incanto che rapisce tutta la Corte Celeste! Deh, con la tua bellezza incantevole che tutto rapisce, rapisci la terra e col tuo dolce incanto, incanta tutte le creature, affinché una sia la Volontà di tutti, una la santità, una la vita, uno il tuo Regno, uno il tuo ' FIAT ', come in Cielo, così in terra! ".
(Ancora Gesù a Luisa, il 26 maggio 1928 vol. 24:) "...Dio è ordine, e quando vuol dare un bene alle creature, vi mette sempre il suo ordine divino. Ogni bene incomincia da Dio; Egli vi si mette a capo per prendere l'impegno, perché il bene abbia il suo corso e poi ordina le creature allo stesso scopo. Ciò feci per dare Io la Redenzione e le creature per riceverla, e ciò sto facendo Io, per dare il Regno del FIAT Divino e le creature per riceverlo.
Nel formare il ' Pater Noster ', Mi mettevo Io a capo e prendevo l'impegno sicuro di dare questo Regno; e coll'insegnarlo ai miei Apostoli, mettevo l'ordine nelle creature per poter ottenere un tanto bene.
Tutta la Chiesa prega; non c'è anima che ad essa appartenga, che non reciti il ' Pater Noster ' e, sebbene molti lo recitino senza interesse di volere e chiedere un Regno santo, sì santo, cioè che ' il Volere Divino si faccia come in Cielo così in terra ', stando quest'interesse in Colui che lo insegnò, anche semplicemente recitandolo, si rinnova il mio interesse e sento la mia preghiera, che chiede perché ' venga il Regno suo e si faccia la Volontà sua come in Cielo così in terra '. Quando poi la creatura nel recitare il ' Pater ', mostra interesse di volere e sospirare il Regno mio, allora entra anch'essa a parte del mio interesse, e la sua volontà si fonde nella Mia per lo stesso scopo.
Come vedi, il mio Volere ed interesse corre sempre in ogni ' Pater Noster ' e l'ordine divino fa chiedere a tutti la medesima cosa. Vero è che in mezzo a questi che chiedono vi sono quelli che vogliono fare la mia Volontà, altri che già la fanno, ma essendo unico lo scopo, tutti egualmente chiedono insistentemente da Dio che la sua Volontà venga a regnare sulla terra.
E siccome Dio tutto ha stabilito ed ordinato, aspetta che le anime più insistentemente preghino e, con la potenza della loro preghiera avvalorata dalla potenza della Sua stessa Volontà, attirino dal Cielo l'Eterno Volere, e con le loro dolci catene d'amore lo leghino alla terra per farlo regnare in mezzo alle creature.
Queste anime saranno come tante spose che inanellando il loro Sposo con le loro catene amorose, lo porteranno come trionfo in mezzo alle creature.
E come la Vergine Santa mise termine alle ore notturne dei Patriarchi e Profeti e formò l'alba per far spuntare il Sole del Verbo Eterno, così queste anime formeranno l'alba per fare spuntare il Sole del ' FIAT ' Divino, perché la VOLONTA' di DIO regni ' come in Cielo così in terra'.
Credi tu, che se la mia Volontà con tanto amore si è fatta conoscere ed ha manifestato tanto interesse di voler venire a regnare sulla terra, l'abbia fatto senza che nessuno l'avesse pregata? Oh no, no, sono state le continue preghiere della Chiesa, ed in queste preghiere ero proprio Io che pregavo, e me ne servivo di esse per affrettare l'avvento del Regno del Fiat Divino sulla terra.
Sappi che quando Noi facciamo conoscere un nostro bene, una verità, una conoscenza che Ci appartiene, è perché vogliamo farne dono alla creatura ".
Ed io (Luisa Piccarreta): Mio amato Gesù, quando verrà questo Regno?
E Lui (Gesù): " Figlia mia, per venire la Redenzione ci vollero quattromila anni, perché il popolo che pregava e sospirava il futuro Redentore era il più piccolo, di numero molto ristretto: invece le anime che appartengono alla mia Chiesa, formano più popoli e sono di numero oh, quanto superiore a quello!... perciò il numero abbrevierà il tempo; molto più che la religione si sta facendo strada ovunque, e ciò non è altro che la preparazione al Regno della mia Divina Volontà ".
(30.4.1932 vol. 30:) " ... E' vero che umanamente parlando, la creatura, accerchiata com'è dai mali, non sa ancora concepire come vivere nel mio Volere e come potrà formarsi il suo Regno sulla terra; è per lei come se volesse toccare il Cielo col dito, ma ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio.
Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un ' DONO ' che la nostra magnanimità vuol dare alla creatura, e con questo ' dono ' ella si sentirà trasformata: da povera ricca, da debole forte, da ignorante dotta, da schiava di vili passioni, dolce e volontaria prigioniera di una Volontà tutta santa, che le darà libero dominio di se stessa, dei domini divini e di tutte le creature.
Se ad un povero mendico che veste miseri cenci, che abita in un tugurio senza porte, quindi esposto ai ladri, a tutte le intemperie, che non ha un pane sufficiente per sfamarsi onde è costretto a mendicarlo, un re gli desse un milione per dono, egli cambierebbe subito la sua sorte; non sarebbe più un mendico, ma un signore che possiede palazzi, ville, che veste abiti di lusso, che si nutre di cibi squisiti e che si trova nella possibilità di aiutare anche gli altri. Chi ha cambiato la sorte di questo povero? Il milione ricevuto in dono.
Ora se una vile moneta ha la virtù di cambiare la sorte di un povero infelice, molto più il grande dono della NOSTRA VOLONTA', dono d'infinito valore, dono che, donato, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, tranne di quelle anime che non lo vorranno accettare.
Questo dono, fu dato all'uomo nel principio della sua creazione, ma ingrato, ce lo respinse col fare la sua volontà.
Ora che si dispone a fare il Nostro Volere, si prepara a riavere questo dono sì grande ed infinito.
Le nostre conoscenze sul ' Fiat ', aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente la creatura a ricevere questo dono, e ciò che non ha ottenuto fin oggi, lo potrà ottenere domani.
Con questo dono, l'umana famiglia si sentirà talmente vincolata al suo Creatore, che non si vedrà più da Lui lontana, anzi, così vicina, come se fosse della sua stessa Famiglia e convivesse nella sua stessa reggia. Allora si vedrà nell'abbondanza delle sue ricchezze, né più sentirà le miserie, le debolezze, le passioni tumultuanti, ma tutto sarà forza, pace, abbondanza di grazia fino al punto da poter dire: nulla mi manca, ho tutto a mia disposizione.
I doni che Noi diamo sono sempre effetti del Nostro Amore inestinguibile e della Nostra somma magnanimità; perché, se volessimo badare se la creatura merita o no, se ha fatto o no dei sacrifici, allora ciò che Noi diamo non sarebbe più dono, ma mercede, ed il nostro dono dipenderebbe allora dalla creatura e diverrebbe di suo diritto. No, i nostri doni non sono di diritto di nessuno. Di fatti, l'uomo non esisteva ancora, e prima che egli fosse, già creammo il Cielo, il sole, il vento, il mare, la terra fiorita, e tutto il resto per farne a lui dono. Poteva forse meritare doni sì grandi e perenni? Ma il nostro amore non fu nemmeno contento, per cui, nel creare lui, gli demmo anche il gran dono che superò tutti gli altri: il nostro FIAT Onnipotente.
Vero è che ce lo respinse, però Noi lo tenemmo in riserva, per dare poi ai figli quel medesimo dono che ci respinse il padre. In contraccambio altro non vogliamo che la corrispondenza da parte della creatura, la sua gratitudine, il suo piccolo amore ".
(8.5.1932 vol. 30) " ... Il nostro Ente Supremo, creando l'uomo voleva stare in continua corrispondenza con lui, per dargli ora un dono, ora un altro; voleva fargli tante belle sorprese non mai interrotte, ma egli, col fare la sua volontà, tacitamente disse al suo Creatore: ' Ritirati, non ho dove mettere i tuoi doni '; così perdette la sua vita divina e tutti i suoi infiniti beni. Ecco la ragione perché l'uomo si allontanò dal nostro Fiat, si disordinò in modo che ad ogni passo vacillava, divenne preda di tutti i mali ed incapace di far del bene. E così ora Ci sentiamo come immobilizzati dall'uomo, perché vogliamo dare e non possiamo, vogliamo parlare e non Ci intende, mentre il nostro Amore, con accenti pietosi non si stanca di dirgli: ' Oh, uomo, rientra in te stesso; richiama in te quella Volontà che respingesti; Essa vuol ritornare per distruggere i tuoi mali e, se La inviti, è pronta a prendere il possesso ed a formare il suo Regno in te, il suo dominio di pace, di felicità, di gloria, di vittoria per Me e per te. Deh, non voler essere più schiavo, né vivere nel labirinto dei tuoi mali e miserie. Ricordati che tale Io non ti creai, anzi ti creai re di te stesso, re di tutto. Perciòchiama la mia Volontà come vita, ed Essa ti farà conoscere la tua nobiltà e l'altezza del posto in cui fosti messo da Dio. Oh, come ne sarai contento, e contenterai il tuo Creatore! ' ".
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