alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Ecco, la Mamma aveva svelato a Don Stefano la sua missione:
salvare le anime e soprattutto i numerosi Sacerdoti
tormentati da fortissime crisi spirituali.
I L MOVIMENTO - LA CRISI NELLA CHIESA
DON STEFANO
"L'umanità è caduta in balìa di Satana e del suo grande potere, esercitato con le forze sataniche e massoniche; la mia Chiesa è stata oscurata dal suo fumo che è penetrato dentro di essa. Gli errori vengono insegnati e propagandati, facendo perdere a molti la vera fede in Cristo e nel suo Vangelo; la santa Legge di Dio è apertamente violata; il peccato è commesso e spesso viene anche giustificato e così si perde la luce della grazia e della divina presenza; l'unità è profondamente incrinata da forti contestazioni al Magistero, e si estende sempre più la piaga di dolorose lacerazioni. Per dare alla Chiesa, sofferente e crocifissa del vostro tempo, il mio aiuto materno ed un sicuro rifugio, ho fatto sorgere il Movimento Sacerdotale Mariano e l'ho diffuso in ogni parte del mondo." (31 dicembre 1997)
L'8 maggio 1972, quando Don Stefano presentò alla Mamma la richiesta dei due sacerdoti che gli avevano chiesto di pregare per la loro vocazione in crisi, la Madonna gli fece capire che non erano solo due ma tanti, tanti in tutto il mondo, e Lei aveva bisogno di lui per aiutarli. Infatti risulta che in quegli anni, dopo il Concilio Vaticano Il furono più di 70.000 i Sacerdoti che chiesero la riduzione allo stato laicale, senza gli obblighi sacerdotali; in seguito ve ne furono più di 20.000 che chiesero di ritornare a svolgere la loro missione di Sacerdoti. Si dice che nelle congregazioni più numerose come i Gesuiti, i Francescani, i Salesiani, negli anni di Paolo VI, furono migliaia e migliaia ad abbandonare il Sacerdozio. Ma quando nel 1978 fu eletto Giovanni Paolo 11, l'emorragia degli abbandoni fu arginata grazie ad una lettera che Sr. Lucia di Fatima scrisse al Papa, nella quale la Madonna chiedeva di mettere un freno agli abbandoni. Fu all'inizio del pontificato di Giovanni Paolo II che vennero stabilite delle regole per avere la dispensa dagli obblighi del Sacerdozio: solo in caso di nullità ora la Santa Sede può accogliere la richiesta.
Infatti in un altro messaggio la Madonna gli dirà:
"Mi domandi perché abbia scelto te per diffondere il mio Movimento, mentre ti senti così inadeguato e incapace. Giustamente vedi la tua nullità e le tue debolezze e mi domandi: `Perché non prendi uno più adatto e capace di me? Come ti puoi fidare quando conosci bene tutte le mie passate infedeltà?". Figlio mio, ho scelto te perché sei lo strumento meno adatto; così nessuno dirà che è opera tua. Il Movimento Sacerdotale Mariano deve essere solo Opera mia. Attraverso la tua debolezza Io manifesterò la mia forza; attraverso la tua nullità Io manifesterò la mia potenza. Io stessa sarò la Condottiera di questo esercito." (16 luglio 1973)
Ho voluto citare questo messaggio, perché queste parole della Mamma guidarono Don Stefano durante tutta la sua vita e, in modo particolare, furono l'ispirazione per il secondo impegno del Movimento, quando si dice: "da porre una barriera al processo di contestazione del Magistero che minaccia le fondamenta stesse della Chiesa".
Posso testimoniare che per Don Stefano era un dovere grave amare la Chiesa, ed era ancora più grave amarla in questi tempi di grande confusione. Chi non ricorda le tante volte in cui ha richiamato i Sacerdoti all'obbligo dell'abito religioso, all'obbligo dei segni sacerdotali nelle celebrazioni dell'Eucaristia? Nella celebrazione della Santa Messa ha sempre indossato, anche se solo, la casula! Alcuni di noi ricordano quando raccontava che un suo confratello, dovendo celebrare in casa per diverso tempo, metteva solo la stola, e Don Stefano ne soffriva moltissimo. Quando questo Sacerdote morì, gli appariva di notte e di giorno, chiedendo preghiere di suffragio, perché nel Purgatorio doveva riparare a questa negligenza e, dal modo come chiedeva aiuto, doveva soffrire molto.
Don Stefano ha sempre vissuto nella convinzione profonda di non essere adeguato per questo disegno di Maria, ma si è totalmente affidato a Lei, e Lei lo ha preso per mano e lo ha condotto in tutto il mondo. Quante volte diceva che partiva senza neppur conoscere la lingua del paese che lo ospitava! Come accadde nel primo viaggio che fece in Oceania quando, arrivato all'aeroporto, si chiedeva: "Ci sarà qualcuno?". Con sua grande sorpresa, non solo trovò dei sacerdoti ad accoglierlo, ma anche un bel gruppo di fedeli che gli diedero il benvenuto cingendolo con la tradizionale corona di fiori al collo.
"Ora tu non vedi, figlio, quanto il mio Cuore Immacolato vuol fare per mezzo di te e del mio Movimento. Questo lo voglio per molti motivi. Anzitutto devi restare sempre povero, umile, semplice; devi sentirti solo il mio bambino più piccolo. Poi ti devi abituare a lasciarti condurre per mano sempre da Me. In ogni momento attenderai da Me ogni cosa. E questo il modo con cui Io voglio sia vissuta veramente la consacrazione che mi si è fatta. Non appoggiarti ad altri carismi o ad altre conferme; non guardare ad altre opere e ad altri disegni. Questa è l'Opera che lo sto facendo nella Chiesa per mezzo di te. Per questa avrai tutto da Me. Cammina nella semplicità e nel totale abbandono: non si turbi mai il tuo cuore. Nessuna esterna interferenza potrà mai nuocere a questa mia Opera che Io gelosamente sto facendo nascere per la salvezza della mia Chiesa.Sentiti per questo un niente, veramente incapace, perché, figlio, lo sei. Ma nella misura in cui mi offrirai tutta la tua nullità, Io potrò agire ed operare secondo i miei disegni. Ora preparati anche un poco a soffrire: voglio che sia sempre più mio e presto ti purificherò. Ma per darti un amore così grande che tu neppure immagini. o figlio". (27 maggio 1974)
Queste promesse fatte dalla Madonna a Don Stefano si sono tutte realizzate. Era veramente piacevole sentirlo raccontare i momenti in cui la Mamma aveva difeso questa sua Opera: come quando, già nei primi anni, fu invitato dal segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Bartoletti, a presentarsi a Roma per un colloquio. Don Stefano fu subito assalito da dubbi e paure, però il giorno del suo viaggio a Roma, mentre pregava, gli apparve P Pio che lo rimproverò, dicendogli di non preoccuparsi. Mons. Bartoletti, infatti, gli chiese di parlargli del Movimento e, quando Don Stefano ebbe terminato, gli disse:
"Ce ne fossero dei Sacerdoti che aiutano altri Sacerdoti a pregare come fa lei, e a vivere la propria vocazione! Vada avanti, senta paura, quello che lei fa è opera santa! La Chiesa ne è molto contenta! Ce ne fossero altri a fare quello che fa lei, la Chiesa ne ha un grande bisogno!".
Un altro episodio avvenne alcuni anni dopo in Nicaragua (America Latina), dove c'era un governo di sinistra, a cui partecipavano molti presbiteri che avevano abbandonato il Sacerdozio per la politica, ed erano molto accaniti contro la Chiesa. Durante un viaggio in aereo per andare a tenere un cenacolo proprio nella capitale, Don Stefano ebbe un momento di paura, dovuto anche ad una grande stanchezza fisica. Si mise a pregare e anche in quell'occasione P. Pio lo incoraggiò. Tenne il cenacolo nella Cattedrale gremita di fedeli e di sacerdoti e tutti si consacrarono al Cuore Immacolato di Maria. In quell'occasione annunciò anche che la Madonna avrebbe quanto prima liberato il Nicaragua dalla dittatura comunista: l'anno seguente i comunisti persero le elezioni e da allora non conquistarono più il potere.
La Mamma non gli ha mai fatto mancare l'aiuto necessario, è vero, ma non era una cosa scontata. Quante volte Don Stefano ha dovuto affrontare cocenti delusioni! Come in occasione della sospensione `a divinis' per alcuni anni del suo direttore spirituale, che, guidato da una falsa veggente che si spacciava per vera, andava affermando nei cenacoli che Don Stefano era falso', mentre la veggente che lo allontanava da lui era `vera'. Per il nascente Movimento fu una prova di fuoco, ma la Mamma Celeste glieli allontanò subito, dicendogli che non si sarebbero più incontrati: e fu così.
Posso assicurarvi, però, che Don Stefano, nonostante tutto, non lo dimenticò mai. Pochi mesi prima di morire, infatti, mi incaricò di rintracciare il suo numero telefonico; appena glielo diedi, lo chiamò e in seguito mi disse che la Madonna avrebbe concesso una grande grazia a lui prima di morire, ma soprattutto al suo vecchio padre spirituale, Sacerdote molto capace, intelligente, e che agli inizi fu per Don Stefano e per il Movimento un aiuto validissimo. Era lui che faceva stampare il libretto dei Messaggi, era lui che teneva e organizzava gli incontri per il Movimento. Famoso fu il grande raduno del 1979 a Fatima, dove si incontrarono più di 400 Sacerdoti da tutto il mondo e dove passammo una settimana di ritiro spirituale organizzato proprio dal Padre Spirituale, che fece 4 meditazioni molto profonde. Don Stefano diceva spesso che il demonio voleva distruggere il Movimento con falsi veggenti, e in quell'occasione c'era quasi riuscito. Non gli mancarono mai pesanti prove, ma riuscì a trovare la forza di superarle, solo grazie alla certezza che il Movimento era OPERA di Maria. Lui non dubitò mai e non ebbe mai paura di nessuno e, quando doveva parlare per difendere la Verità, non ha mai taciuto.
Uno degli argomenti che Don Stefano trattava magistralmente era quello dei limiti e dei difetti che tutti abbiamo, perché le parole di questo messaggio le aveva vissute tante volte sulla sua persona.
"Figli miei prediletti, lasciatevi veramente distaccare da tutto. Vedete: non sono i vostri difetti, le vostre cadute, i vostri grandi limiti che vi impediscono di essere totalmente miei e disponibili per il mio grande disegno. Oh, no! Anzi questi sono un grande dono per voi, perché vi aiutano a sentirvi e a restare piccoli. Vi danno come la misura della vostra piccolezza. Sono i vostri attaccamenti l'unico ostacolo che vi impedisce di essere del tutto miei. Quanti legami avete ancora, figli! A voi stessi, alle persone anche buone, anche sante, alla vostra attività, alle vostre idee, ai vostri sentimenti. E ad uno ad uno questi li spezzerò perché siate solo miei. Ogni giorno che passa Io vi libererò da questi vostri legami e vi renderò sempre più liberi, piccoli, fiduciosi e abbandonati, finché sarete tutti miei e il mio Cuore Immacolato sarà veramente e di fatto il solo vostro bene". (15 febbraio 1975)
Ho citato questo messaggio in quanto mette ancora bene in evidenza il `perché' la Madonna lo ha scelto: `per la tua nullità' e per la `tua piccolezza'.
Don Stefano non si è mai vergognato dei suoi difetti e dei suoi tanti limiti. Quante volte chiedeva scusa e con quanta umiltà! Qualcuno ha detto che la Madonna ha voluto nascondere Don Stefano per mezzo dei suoi stessi difetti, per difenderlo dalla popolarità. Lei ha operato in lui come opera una Mamma che, pian piano, forma e fa gradualmente crescere il suo figlioletto: `lo ha liberato da tanti legami' anche buoni e santi, quale l'incoraggiamento di anime privilegiate, come Teresa Musco. Era andato, infatti, appositamente da lei per interpellarla riguardo a degli argomenti spirituali; bussò alla porta e fu Teresa stessa ad aprirla, ma, visto che era Don Stefano, la richiuse senza dirgli nulla.
Lui ci rimase talmente male che fu la Madonna stessa a doverlo consolare e a dargliene spiegazione in un messaggio. "Quanto ti è accaduto in questi giorni è stato da Me stessa disposto, perché da tutti possa veramente distaccarti. Anche da quelle persone che sono particolarmente amate da Me e da mio Figlio Gesù. Tu sei così piccino che, senza accorgerti, finisci con l'appoggiarti su di esse, con il dipendere da loro. E il tuo attaccamento diventa tanto più forte, quanto più queste anime mi sono vicine. Tu non hai bisogno che della loro preghiera e della loro sofferenza: e queste Io ad esse domando per te e per il mio Movimento. Tu contraccambiale con la tua preghiera e con il tuo grande amore di fratello. Ciò basta. Il resto non è da Me; il resto per te è vano e superfluo: è una vera perdita di tempo". (15 febbraio 1975)
Così Don Stefano, passato il momento, scrisse un biglietto a Teresa Musco, dove le chiedeva di pregare per lui e per tutti i Sacerdoti, come voleva la Mamma.
Negli anni vissuti vicino a lui, posso testimoniare di quanti messaggi gli venivano inviati da tutto il mondo; nella cassetta della posta ve ne erano sempre una enorme quantità. Lui, molte volte senza leggere, diceva: "Strappa, strappa!" e ci indovinava. Quante volte trovandosi all'estero mi chiamava, diceva di aprire la posta e mi dettava la risposta prima che gli leggessi la lettera, ed era giusta! In occasione di un suo viaggio in Giappone, come traduttore fu chiamato un missionario italiano. Don Stefano, durante il cenacolo, lo riprese più volte, perché non traduceva secondo quanto lui diceva, ma tendeva a interpretare. Lo costrinse in più di una occasione a ripetere la traduzione, fino a quando non avesse espresso esattamente quello che lui voleva trasmettere. Gli fu poi chiesto come avesse potuto comprendere che il missionario non stava traducendo correttamente, e lui con candore rispose che la Madonna gli faceva sentire un profumo particolare quando la frase veniva tradotta bene.
Ecco perché la Madonna dice in questo messaggio:
"Un giorno si dovrà sapere quanto Io ti ho amato, quante cose grandi Io in te ho operato. E questo solo perché tu hai totalmente offerto al mio Cuore la tua nullità. Abituati ad essere calpestato, ad essere trascurato, a non essere capito, né considerato. È necessario che per te avvenga così. E quando senti dentro di te una interiore ribellione che ti porta a dire a te stesso: `Perché? Non è giusto. Devo rivendicare i miei giusti diritti". Rispondi subito: "Va' indietro, Satana. Non berrò il calice che il Padre mi ha preparato!". Io ho fretta; l 'momenti decisivi si avvicinano e tu dovrai al più presto completare l'Opera che ti ho affidato: il Movimento dei miei Sacerdoti. Io stessa verrò in aiuto alla tua grande debolezza. Ma tu sta' in ogni istante sul mio Cuore in preghiera. Lascia che lo sempre più operi in te". (21 agosto 1973)
Queste parole che la Mamma dice a Don Stefano
le dice anche ad ogni Sacerdote a Lei consacrato.
Lei vuole la nostra debolezza, la nostra nullità,
i nostri difetti,
i nostri fallimenti.
Se noi ci abbandoniamo nelle sue braccia,
Lei compie il resto.
Un' invocazione che Don Stefano ripeteva spesso era:
MI AFFIDO A TE MAMMA,
FA DI ME QUELLO CHE VUOI,
FAMMI CONOSCERE QUELLO CHE VUOI.
C'è però anche un messaggio in cui la Madonna lo rimprovera come una mamma fa col suo bambino per farlo crescere, nel quale dice che anche tutti i suoi Sacerdoti devono lasciarsi possedere da Maria.
"Figli miei prediletti, lasciatevi veramente distaccare da tutto. Vedete: non sono i vostri difetti, le vostre cadute, i vostri grandi limiti che vi impediscono di essere totalmente miei e disponibili per il mio grande disegno. Oh, no! Anzi questi sono un grande dono per voi, perché vi aiutano a sentirvi e a restare piccoli. Vi danno come la misura della vostra piccolezza. Sono i vostri attaccamenti l'unico ostacolo che vi impedisce di essere del tutto miei. Quanti legami avete ancora, figli! A voi stessi, alle persone anche buone, anche sante, alla vostra attività, alle vostre idee, ai vostri sentimenti. E ad uno ad uno questi Io spezzerò perché siate solo miei. Ogni giorno che passa Io vi libererò da questi vostri legami e vi renderò sempre più liberi, piccoli, fiduciosi e abbandonati, finché sarete tutti miei e il mio Cuore Immacolato sarà veramente e di fatto il solo vostro bene. Allora Io potrò agire in voi e compiere la mia Opera di Mamma, che è quella di fare di ciascuno copia vivente di mio Figlio Gesù. Per questo affidatevi a Me senta paura: ogni dolore che sentirete per un nuovo distacco, sarà colmato da Me con un nuovo dono di amore. Ogni volta che vi distaccherete da una creatura, sentirete la Mamma a voi più vicina. Lasciate a Me la gioia di farvi crescere, miei piccoli figli'. (15 febbraio 1975)
Con molta franchezza posso dire che le parole della Madonna contenute in questi due messaggi hanno tanto aiutato Don Stefano a formare il suo carattere, soprattutto ad abituarsi a farsi calpestare. Questa è stata una prova molto dura, specie quando i suoi superiori lo deridevano e dicevano con convinzione di lui che si era inventato il Movimento per girare il mondo e per fare quello che voleva.
A questo proposito nel messaggio del 7 luglio 1973 la Madonna dice:
"Ti sarò sempre vicino".
"Non addolorarti, non ti deve dispiacere se non ti vogliono, ormai ti ho già detto è un Opera che non piace più al Mio cuore perché fanno solo per interesse e cercano solo se stessi. Ora rifanno le Costituzioni, ma non sono altro che parole. Non c'è più lo spirito. Rifanno nuovi i muri della casa, ma resteranno vuoti e senza persone. Non manderò più nessuno... non è che un ramo secco e presto il Signore la taglierà dall'albero della Sua Chiesa". (Quaderno N' l originale)
Ho voluto inserire questo messaggio, perché la terribile crisi delle Vocazioni che ha colpito tutte le Congregazioni, gli Istituti, le Vocazioni Sacerdotali è stata causata da un falso rinnovamento solo esteriore che ha secolarizzato la vita religiosa e sacerdotale e questo, dice la Madonna: "Ha provocato la terribile crisi delle Vocazioni '.
La Madonna parla del `ramo secco che sarà tagliato': proprio Don Stefano, al momento della sua morte, era l'ultimo membro ancora in vita della Compagnia di San Paolo: i pochi altri rimasti avevano trovato altra sistemazione.
A GRANDI METE DI SANTITÀ
"La tua vita, figlio, è tanto preziosa e non devi sciuparla neppure per un istante. Per questo esercitati a stare in Me, sul mio Cuore, ad agire sempre con Me: a pensare con la mia mente, a vedere le cose col mio sguardo, a toccarle con le mie mani, ad amarle con il mio Cuore.
Vi sono momenti in cui questo particolarmente l'avverti, ed è quando sei con Me nella preghiera: allora ti senti veramente il figlio sul Cuore della Mamma e la tua anima gusta così quei momenti di paradiso, che Io riservo gelosamente ai miei figli prediletti. Uscito dalla preghiera, sembra che ogni altra cosa ti stanchi e ti annoi. ,Questo è un altro dono che Io ti faccio. Perché anche quando non preghi, tu devi essere sempre in atto di preghiera, e lo sei quando vivi abitualmente in Me. Allora anche quando parli o ti diverti o fai gite, sei sempre in Me, perché fai ogni cosa con Me. Così voglio tutti i Sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano. Devono essere: Sacerdoti miei. Te lo ripeto: miei. Da quando si sono consacrati al mio Cuore Immacolato non possono più appartenere a se stessi. La loro vita, la loro anima, la loro intelligenza, il loro cuore, il loro bene, anche il male che hanno fatto e i difetti che hanno: tutto è mio, tutto mi appartiene. Il mio Cuore Immacolato è una fornace di purissimo fuoco: tutto brucia, tutto consuma, tutto trasforma. Poiché questi Sacerdoti sono miei, essi devono abituarsi a lasciarsi guidare da Me: con semplicità, con abbandono. La mia gioia è quella di condurre, come Mamma, i miei figli Sacerdoti a grandi mete di santità. Li voglio ferventi, li voglio innamorati del mio Figlio Gesù, li voglio sempre fedeli al Vangelo. Devono essere docili nelle mie mani per il grande disegno di misericordia; e per mezzo di essi salverò un numero sterminato di anime. Saranno la mia gioia, la corona più bella del mio Cuore Immacolato e Addolorato che ancora vuole essere il mezzo di salvezza per la Chiesa e per l'umanità".(24 Agosto 1973)
Ho voluto citare per intero questo messaggio, perché ciò che la Madonna dice a Don Stefano vale per tutti noi Sacerdoti del Movimento. Lei vuole tutto da Don Stefano, ma anche da tutti i Sacerdoti, vale a dire che si consacrino a Lei, per avere:
- mente per pensare come Lei,
- occhi per vedere con i suoi occhi,
- mani per toccare quello che Lei tocca, ma in modo particolare
- il Cuore, per amare quello che Lei ama.
A tutti noi la Madonna ripete di essere suoi Sacerdoti, di non appartenere più a noi stessi: la nostra vita, la nostra anima, tutta la nostra esistenza appartengono a Lei, perfino il male che compiamo, perché il Suo Cuore Immacolato è una fornace ardentissima che brucia e rinnova.
Don Stefano si è lasciato possedere totalmente!
Anche tutti noi dobbiamo lasciare fare tutto a Lei, che è vera Mamma nostra, se vogliamo essere `il piccolo resto che prepara il suo trionfo'.
"Con l'atto della consacrazione tu hai messo nelle mie mani tutta la tua vita: ora essa mi appartiene, è mia. Io ne ho preso possesso ed ora, a poco a poco, sto trasformandola secondo il suo volere. Ti darò un nuovo modo di vedere le cose:
vedrai con i miei stessi occhi. Tutto ciò che è del mondo ormai non ti potrà più interessare; anzi lascerà in te come una pena profonda. Dirai di queste cose: quanto sono vane, quanto sono inutili!
Ti darò anche un nuovo modo di sentire: sentirai secondo il mio Cuore. Allora la tua capacità di amare e di soffrire verrà potenziata enormemente, perché sentirai, figlio, come sente il Cuore di tua Madre. Quale dolore sentirai per tanti che oggi rendono vana la Redenzione di mio Figlio: tutti quelli che non vogliono Dio. Lo negano, lo combattono. Quanta tenerezza proverai per tutti quelli che, senta loro colpa, si smarriscono, perché vittime ignare di questi errori.
E ti darò anche un nuovo modo di pensare:
penserai secondo il Cuore di Gesù e il mio Cuore materno, vedendo ogni cosa in Dio e da Dio, secondo lo spirito di sapienza. Ti darò la sapienza del cuore. Ecco: i Sacerdoti del mio Movimento devono tutti essere così. Poiché si sono a Me consacrati, devono sentire, vedere e pensare come Me, con Me, perché Io voglio prendere possesso di tutta la loro vita, voglio trasformarla, renderla immagine del mio Figlio Gesù, il primogenito di tanti altri miei figli'. (20 ottobre 1973)
Le parole di questo messaggio: "Ti darò un nuovo modo di vedere, di sentire, di pensare, non possono più appartenere a se stessi... tutto è Mio", sono le parole che dall' 8 maggio 1972 hanno cambiato la sua vita, perché Don Stefano le ha vissute al cento per cento, per essere di esempio per tutti i Sacerdoti che LEI avrebbe scelto per la SUA OPERA:
esempio di docilità e di totale abbandono alla MAMMA, lasciandosi completamente condurre da Lei.
Ricordo il suo ultimo viaggio in Corea. Quando ricevette il programma, rimase senza parole e mi chiese se doveva scrivere per farlo alleggerire. Gli avevano programmato più cenacoli nello stesso giorno e in luoghi diversi, calcolando il tempo esatto per gli spostamenti e, si può dire, i minuti necessari per eventuali soste. Io gli dissi di scrivere per alleggerire il programma, ma dopo un po' di tempo mi disse che avrebbe accettato come avevano deciso i responsabili, perché la Mamma voleva così. In questa, come in altre occasioni, mi sono accorto che Don Stefano prima di pregare reagiva in un modo, ma dopo aver pregato, cambiava atteggiamento, perché era subentrato il suggerimento della Mamma, che ci avrebbe pensato Lei.
Lo stesso abbandono fu ripagato in altre occasioni. Quando andò in Polonia mi disse che durante il cenacolo lessero il passo del'Apocalisse riguardante il `Dragone rosso' e, quando iniziò a commentarlo, pensò che in mezzo alla tantissime persone presenti avrebbe potuto esserci qualcuno della polizia. C'era ancora il governo comunista, quindi il pericolo di essere arrestato era reale, ma lui spiegò tutto come sempre. Al termine i presenti si congratularono e non successe niente.
Nel suo viaggio in Messico, dove era assolutamente proibito vestirsi da Sacerdoti, indossò la veste talare. Il responsabile, che era andato a riceverlo in aeroporto, pensò: "Adesso lo portano in prigione". Lui, invece, uscì tutto tranquillo, sbrigò tutte le pratiche dell'arrivo e quando fu davanti ai poliziotti la sorpresa fu che, vedendolo così sereno, gli chiesero di benedirli. Lui, con la massima semplicità, li benedisse uno ad uno.
Per conoscere meglio Don Stefano cito un altro messaggio in cui la Madonna gli descrive come sarebbe stata la sua vita, cioè:
essere chiamato a portare la croce quotidiana dei suoi tanti limiti, ma soprattutto la croce dei fallimenti, dei tradimenti, degli abbandoni dei più vicini.
A conferma di questo, era solito mostrare una foto scattata al primo incontro degli aderenti al Movimento a S. Vittorino Romano: su 40 Sacerdoti presenti, 15 avevano lasciato il Movimento, altri erano già in Paradiso e solo 8 ne facevano ancora parte. Quanti responsabili, infatti, dopo breve tempo si distaccarono e passarono a seguire falsi veggenti, compromettendo la sopravvivenza del Movimento stesso! Questo aspetto della vita di questo vero Apostolo di Maria pochi lo hanno colto: solo quelli che hanno avuto una certa intimità e familiarità con lui, a cui lui faceva delle confidenze, non tanto per avere conforto, ma per dare conforto e aiuto.
LA TUA PASSIONE DOLOROSA
Ecco il bellissimo messaggio in cui la Madonna gli svela, si può dire, la sua passione dolorosa.
"La croce per te, o figlio, è il volere del Padre, che compi bene solo se, in ogni momento, assecondi il disegno del mio Cuore Immacolato. Porta ogni giorno la tua croce e non uscire mai dal divino volere. Le tue ferite sono le incomprensioni, i dubbi, le perplessità, i numerosi abbandoni. Queste sono vere piaghe dell'anima, che nessuno vede, più preziose dell'oro, il cui sangue Io sempre raccolgo per irrorare il giardino delle anime aride ed assetate dei tuoi fratelli Sacerdoti. La tua salita al Calvario è il cammino che devi fare per Me, l'avanzare solo e fiducioso, fra tante tue paure e lo scetticismo orgoglioso di chi ti circonda e non crede. L'immensa stanchezza che senti, quel senso di sfinitezza che tanto ti prostra, è la tua sete. I flagelli e gli schiaffi sono le insidie e le dolorose tentazioni del mio Avversario. Le grida di condanna sono i serpenti velenosi che ostacolano il tuo cammino ed i rovi che pungono il tuo fragile corpo di bimbo tante volte percosso. L abbandono a cui ti chiamo è l'amaro sapore di sentirti sempre più solo, lontano da amici e discepoli, respinto talvolta anche dai tuoi più ferventi seguaci.
Ma accanto a te vi è la Madre addolorata; insieme a lei vivi, con amore e fiducia. la tua passione dolorosa che nessuno riesce a vedere, ma che ogni giorno ti consuma, come vittima da Me immolata per tutti i tuoi fratelli Sacerdoti. La tua morte è il silenzio più grande, il nascondimento. l'umiliazione e l'emarginazione che sempre ti chiedo. Il seno verginale di tua Madre è il nuovo sepolcro per questa tua Pasqua, che ormai si perpetua nel profondo del mio Cuore Immacolato, mio più piccolo ed amato fra i figli prediletti”. (5 aprile 1985 - Venerdì Santo)
La mamma gli predice una vita con tante croci, simile alla passione di Gesù! E, come annunciato da Maria, le Croci più pesanti furono proprio le incomprensioni, i dubbi, gli abbandoni, lo scetticismo dei superiori, il sentirsi solo. Ogni parola di questo messaggio è una fotografia perfetta' della vita di Don Stefano, e si sono realizzate tutte, si può dire, in un crescendo sempre maggiore `come vittima, da Me immolata per tutti i tuoi fratelli Sacerdoti'.
Sì, Don Stefano è stato una vera vittima peri Sacerdoti!
La sua passione l'ha vissuta con grande fedeltà per essere un testimone fedele di luce nella Chiesa, soprattutto per i Sacerdoti. Questo la Madonna lo chiedeva a lui per primo, affinché potesse essere di esempio e di forza per tutti gli altri.
Il giorno in cui fu ricoverato all'Ospedale Niguarda, confessò al Sig. Otavio che la Madonna sarebbe venuta a prenderlo e che sarebbe morto solo, in ospedale, come la Beata Giacinta, senza nessuno vicino. Infatti fu così: tutti noi suoi più stretti collaboratori eravamo a Collevalenza per gli esercizi spirituali annuali con tutti i responsabili delle varie nazioni. La Madonna l'ha voluto SOLO nel momento della morte, abbandonato, si può dire, come fu abbandonato Gesù sulla Croce; solo Giovanni era presente! Così per Don Stefano era presente solo Don Alberto, Sacerdote del Movimento, che era anche uno dei cappellani dell'ospedale e aveva rinunciato ad essere a Collevalenza per stare accanto a lui in quel momento.
"Non temete se verso di voi aumenteranno le incomprensioni, le critiche e le persecuzioni. E necessario che questo avvenga per voi perché, come mio Figlio Gesù, anche voi oggi siete chiamati ad essere segno di contraddizione. Sempre più sarete seguiti, sempre più sarete anche respinti e perseguitati. quando attaccano la vostra persona o il mio Movimento, rispondete con la preghiera, con il silenzio e con il perdono. Sarete presto chiamati alla battaglia aperta quando sarà attaccato mio Figlio Gesù, Me stessa, la Chiesa e il Vangelo. Solo allora, condotti per mano da Me, dovrete uscire allo scoperto per dare finalmente la vostra pubblica testimonianza". (2 febbraio 1976)
"Oggi come una Mamma ti voglio condurre per mano: voglio condurti sempre più profondamente nell'intimo del mio Cuore Immacolato. Il mio Cuore deve essere per te come un rifugio, entro cui devi sempre vivere e da cui devi contemplare tutti gli avvenimenti di questo mondo. Se vivrai ogni momento in questo rifugio, sarai sempre riscaldato dall'amore mio e del mio Figlio Gesù. Ogni giorno che passa questo mondo piomberà sempre più nel gelo dell'egoismo, della sensualità, dell'odio, della violenza, della infelicità. Prima della grande tenebra, calerà sul mondo la notte dell'ateismo che avvolgerà ogni cosa. Il mio Cuore Immacolato soprattutto allora sarà il tuo rifugio e il tuo chiarore. Non temerai né il gelo né l'oscurità, perché tu sarai nel Cuore della Mamma, e da lì indicherai la strada ad un immenso numero di miei poveri figli smarriti. Ma il mio Cuore è anche un rifugio che ti protegge da tutti questi avvenimenti che si succedono. Sarai sereno, non ti lascerai turbare, non avrai paura. Vedrai ogni cosa come da lontano, senza lasciarti minimamente toccare da esse". (5 gennaio 1974)
Posso affermare con piena coscienza che Don Stefano ha vissuto nel `rifugio sicuro della Mamma'. Per questo non ha mai temuto i tantissimi pericoli e disagi incontrati nei suoi numerosissimi viaggi in tutti i continenti. Come missionario, io posso dire che, quando si viaggia, i pericoli, le difficoltà e i contrattempi di ogni genere non mancano mai. A volte si definiva lo `zingaro' di Maria, e diceva: "Se il Signore mi togliesse un giorno di Purgatorio per ogni letto che ho cambiato, sono sicuro di andare direttamente in Paradiso".
"Fidati solo di Me, non dei mezzi umani; affidati solo a Me. C'è una cosa che puoi sempre fare e che è la sola che in ogni momento Io voglio da te, perché tanto mi serve per il mio Movimento: la tua preghiera, la tua sofferenza, la tua fiducia in Me. Questo Io ti domando: lasciati invece spogliare di ogni altra preoccupazione. Questo non è uno dei tanti movimenti, ma è il mio Movimento, o figlio. Lascia dunque fare a Me. Così dovranno fare tutti i miei Sacerdoti: lo farò capire facendo crollare ogni mezzo umano in cui riporranno la loro fiducia. Devono fidarsi solo di Me. So che questo costa molto alla natura umana. Ma Io voglio i Sacerdoti del mio Movimento solo miei. Se non si abituano ora a cercare Me sola, ad ascoltare Me sola, ad affidarsi a Me sola, come faranno nel momento della grande tempesta a trovarmi, quando tutto sarà piombato nell'oscurità? Si abituino fin d'ora a vedermi luce di ogni loro azione!". (28 gennaio 1974)
Avvertiva spesso: "Dove tutto sembra facile, presto tutto fallisce! Dove tutto sembra perso, all'improvviso ci sarà un raccolto abbondante!
"Vi voglio umili, silenziosi, raccolti, ardenti di amore verso Gesù e le anime. Solo così diventerete grandi ai miei occhi; - vi voglio fiduciosi, abbandonati, senza preoccupazioni umane. Anche quella di voler `fare" per il mio Movimento può diventare una umana preoccupazione. Solo così il vostro animo potrà vedere la grande opera che Io sto facendo in voi e per mezzo di voi; - vi voglio mortificati nei sensi, perseveranti nella preghiera, raccolti attorno a Gesù nella Eucaristia, quali viventi lampade di amore. Solo così mi sentirete a voi vicina; - vi voglio sempre più puri; così voi mi potrete finalmente vedere. Mi vedrete con gli occhi dell'anima, se chiuderete alla vanità di questo mondo gli occhi del corpo. La vostra vita verrà da Me trasformata, mentre dolcemente e fortemente vi conduco alla santità. Solo se assecondate la mia azione, potete sfuggire al pericolo di fermarvi e di intiepidirvi nel fervore, dopo l'atto della vostra consacrazione a Me. Una docilità esteriore che vi porta oggi ad essere esempi di ubbidienza vissuta e testimoniata. Ubbidienti alla vostra Mamma che vi parla e che vi porta con la sua parola all'ubbidienza al Papa e alla Chiesa a Lui unita. Ogni giorno il mio Cuore materno viene nuovamente lacerato da atti, anche pubblici, di vera disubbidienza e ribellione al Papa. La vostra ubbidienza deve essere come la mia: umile, consapevole, perfetta. In questo modo voi assecondate la mia azione, mentre per il mio Movimento inizia come una seconda fase". (25 luglio 1977)
I SANTI PATRONI DEL MOVIMENTO
S. Giuseppe è certamente il patrono principale che la Mamma stessa ha voluto per il suo Movimento.
"Affidate voi e il mio Movimento alla sua potente protezione. Come ha saputo difendere la vita minacciata del Bambino Gesù, così ora difenderà questa mia Opera di amore, nei momenti in cui dal mio Avversario verrà attaccata e furiosamente combattuta. Con lui e con il nostro divin Bambino Gesù, oggi vi incoraggio e vi benedico". (19 marzo 1984)
Ora, noi del Movimento, il piccolo resto che Lei, la Mamma, custodisce nel Suo Cuore Immacolato per essere gli Apostoli degli ultimi tempi, dobbiamo, imitando Don Stefano, il piccolo bambino della Madonna, continuare la nostra missione, ossia far trionfare il Cuore Immacolato di Maria sulla Chiesa e sul mondo.
"Questo è il compito che ti ho affidato: portare in ogni parte del mondo il mio materno annuncio e chiamare tutti i miei figli ad entrare, con il loro Atto di consacrazione, nel rifugio luminoso e sicuro del mio Cuore Immacolato. Perché la prova che sta per giungere a voi è tanto grande e siete chiamati tutti a soffrire con Me. Ma la vostra è come la sofferenza di una mamma che deve dare alla luce il suo bambino. Infatti l'immenso dolore di questi ultimi tempi prepara la nascita di una nuova era, dei tempi nuovi, in cui Gesù verrà nello splendore della sua gloria ed instaurerà il suo regno nel mondo." (8 settembre 1990)
Sulla base dell'insegnamento di Giovanni XXIII e dell'ultimo Concilio, Paolo VI, Giovanni Paolo Il e Benedetto XVI hanno sviluppato la dottrina sul Cenacolo e promosso la sua attuazione, ma non sono riusciti a diffonderlo nella Chiesa: essi sono stati "voci" che gridano in un deserto. Don Stefano Gobbi, invece, è stato il Seminatore straordinario del Cenacolo: mediante la sua missione innumerevoli Cenacoli si sono diffusi nella Chiesa. Questa moltiplicazione non si può spiegare umanamente, ma costituisce un grande miracolo dello Spirito del Padre e del Figlio, compiuto con la cooperazione verginale e materna del Cuore Immacolato della sua Sposa amatissima.
Sono molto importanti i messaggi sul Cenacolo, in cui la Madonna emerge come Sposa dello Spirito Santo e Madre della Chiesa nel miracolo di Pentecoste. Sì, lo Spirito Santo è come l'anima della Chiesa, ed essa è anzitutto e soprattutto una continuazione del miracolo pentecostale e come tale nasce "dall'alto"; essa quindi non è un' organizzazione umana che sorge "dal basso", in cui facilmente predomina il "demone dell'organizzazione" (Pio XII; la Madonna ci vuole liberi dall'influsso di questo demone, cf. M. 16. 9. 1974). Dobbiamo molto ringraziare don Stefano che ci ha fatto capire, mentre dilagava paurosamente nel clero "l'eresia dell'azione" (Pio XII), che «il bisogno primo della Chiesa è di vivere sempre la Pentecoste» (Paolo VI).
Pregando il santo Rosario nel Cenacolo, insieme con Colei che è "l'Onnipotenza supplice", il MSM si trova nel cuore della realizzazione dell'ultimo Concilio e della seconda Pentecoste. Nel tempo della grande notte polare della negazione di Dio, dell'apostasia diffusa e della tribolazione apocalittica, il Cenacolo al piano superiore, cioè nel Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, è un rifugio sicuro di salvezza, dove lo Spirito del Signore si effonde in abbondanza e risplende l'inizio della seconda Pentecoste. Per questo ogni sacerdote del MSM dovrebbe essere, secondo l'esempio di don Stefano, un fervente promotore del Cenacolo.
«E' il Messaggio di Fatima che si compie e che si sta realizzando in ogni parte per l'azione misericordiosa della vostra Mamma celeste. Con esso Io ho domandato la consacrazione al mio Cuore Immacolato, come mezzo sicuro per ottenere la conversione del cuore e della vita, e per ricondurre l'umanità sulla strada del suo pieno ritorno al Signore. Per mezzo del mio Movimento Sacerdotale Mariano questa consacrazione, da Me voluta e richiesta, viene ormai fatta in tutte le parti della terra. (...)
E' il Messaggio di Fatima che si compie nella diffusione ormai a livello mondiale, dei Cenacoli, che Io vi ho domandato, per raccogliervi nella preghiera fatta con Me e per mezzo di Me» (M. Il messaggio di Fatima si compie, Fatima, 8. 5. 1997).
«Sei stato scelto da Me stessa per fare comprendere a tutti- soprattutto ai tuoi fratelli Sacerdoti - le ricchezze e le meraviglie del mio Cuore Immacolato» (M. 9. 11. 1975).
«E' la mia Opera, che Io faccio per mezzo del mio Movimento Sacerdotale Mariano. Per questo ho scelto questo mio piccolo bambino e l'ho fatto strumento delle mie più grandi meraviglie in ogni parte del mondo» (M. 19. 6. 1993).
Nella prospettiva della seminagione crescente della menzionata consacrazione vissuta e di quella dei Cenacoli, don Stefano Gobbi appare come un Seminatore straordinario di meraviglie nel campo di Dio, cioè nella Chiesa, ma non il loro Creatore. Esse sono state chiamate all'esistenza e fatte crescere unicamente da Dio Uno e Trino onnipotente, il quale le ha compiute, in Cristo e per Cristo, mediante la collaborazione del Cuore Immacolato della Madre nell'ordine della grazia e quella molto inferiore di don Stefano.
Tali meraviglie dimostrano che don Stefano è stato un collaboratore di Dio e della Madre della Chiesa, uno strumento scelto e adoperato da loro per la realizzazione di un loro disegno trascendente, ma per se stesso una nullità: «Sentiti per questo un niente, veramente incapace» (M. 27. 5. 1974).
Il termine greco "stephanos" significa "corona". Dopo la dipartita di don Stefano da questo mondo, vediamo meglio che egli è stato veramente "una corona del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria" (cf. M. nella festa di San Stefano martire, 26. 12. 1974): in continuità con Fatima è stato il ricevitore privilegiato della più grande rivelazione privata del Cuore Immacolato della Madre di Dio e Madre della Chiesa nella storia, voluta dalla santissima Trinità nel tempo dell'attuazione piena del libro dell'Apocalisse, perché risplendesse di più «un segno grandioso nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle» (Ap 12,1). Anzi addirittura come Segno unico nel cielo:
«Uno solo è il segno che Dio dà al mondo e alla Chiesa di oggi: Io stessa. Io sola sono annunciata quale grande segno nel cielo: questa donna, vestita di sole, con la luna quale tappeto ai suoi piedi e dodici stelle quale corona luminosa attorno al suo capo. E' preannunciata la mia vittoria sul Drago rosso, sull'ateismo trionfante. Questa vittoria si otterrà per mezzo del trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo, e questa mia vittoria Io raggiungerò con i Sacerdoti del mio Movimento. Non cercate altri prodigi nel cielo: questo sarà il solo prodigio» (M. 30. 11. 1974).
Don Stefano è stato una corona splendida del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole: una potente antenna spirituale ricevente e trasmittente della sua luce purissima nel tempo della notte polare crescente della negazione di Dio, mentre aumentava nella Chiesa il processo della confusione e dell'apostasia dal Vangelo e da Gesù Cristo, l'unico Salvatore del mondo. Egli ci ha indirizzati a guardare con gli occhi della fede solo verso questo Segno grandioso per ricevere la luce divina e vittoriosa del sole di Cristo (della Santissima Trinità). Come nessun altro egli ha contemplato e ci ha avvicinato il mistero di Maria nel mistero di Cristo e nel cuore della Santissima Trinità.
La rivelazione da lui ricevuta contiene pure, tra l'altro, la più profonda spiegazione del capitolo VIII della costituzione dogmatica "Lumen gentium": la beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Questo capitolo, secondo un disegno di Dio Uno e Trino, costituisce il vertice della costituzione sulla Chiesa e del Concilio Ecumenico Vaticano II.
A Fatima la Madonna ha dato un messaggio apocalittico che riguarda la fine dei tempi (cf. M. 13. 5. 1994). Il segreto di Fatima (il terzo?) si riferisce alla Chiesa e all'umanità alla fine dei tempi (cf. M. dato a Fatima, 11.3. 1995) ed esso sarà reso palese con lo stesso svolgimento degli avvenimenti. Don Stefano Gobbi è stato profondamente introdotto dalla Donna vestita di sole nel mistero del suo Cuore Immacolato e nel segreto di Fatima. Anche per questo egli appare oggi come una corona fulgente che ci aiuta a trovare il giusto orientamento "in una stagione di smarrimento", di una "apostasia silenziosa" e di una "cultura di morte" (cf. Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Ecclesia in Europa, 2003, n. 7-9), nell'oscurità, nella prova e nella tribolazione apocalittica.
GLI ESERCIZI SPIRITUALI
SOPRA LE CATACOMBE
Nella prima metà del luglio 1978 si sono svolti i secondi esercizi spirituali internazionali del MSM nel convento religioso situato sopra le catacombe di San Callisto a Roma (circa 60 partecipanti). Ricordo ancora la voce di don Stefano Gobbi che in una meditazione ha gridato: «L'umiltà, l'umiltà, l'umiltà!» Egli ha compreso fino in fondo la necessità di questa virtù nel tempo in cui andava crescendo una meta-tentazione, come l'ha definita due anni più tardi Giovanni Paolo II nel discorso ai Vescovi francesi: una tentazione della superbia così profonda, universale e forte come mai è successo nella storia dell'umanità e della Chiesa.
Don Stefano si è contrapposto alla coda del drago, che tramite questa tentazione, dopo il Concilio, ha causato numerosi naufragi nella fede tra i membri del clero e ha fatto precipitare molte stelle dal cielo della Chiesa nel sotterraneo (cf. Ap 12,4). Coltivando l'umiltà e lo spirito dell'infanzia spirituale, egli ha voluto essere spiritualmente soltanto un bambino di due mesi nelle braccia della Mamma celeste, della Donna vestita di sole (cf. Ap 12,1), che con docilità si lascia portare da Lei. In questo modo egli ha camminato sopra le onde burrascose della meta-tentazione e il drago non è riuscito a fermarlo o a capovolgerlo. L'atteggiamento filiale l'ha portato a una confidenza totale nella Provvidenza del Padre celeste e all'abbandono alla sua volontà.
«Siate docili: è ciò che più mi piace e che a voi costa di più» (M. 13. 7. 1978), ha affermato l'umile Ancella del Signore nel suo messaggio ai partecipanti agli esercizi. La docilità cammina di pari passo con l'umiltà. Mentre oggi la curva della meta-tentazione avanza verso il suo massimo, noi del MSM dobbiamo più che mai seguire con umiltà e docilità le orme di don Stefano, per sfuggire alle insidie pericolosissime del drago scatenato.
Don Stefano praticava e inculcava nei membri del MSM una sottomissione umile e docile al Magistero della Chiesa, spingendoli ad apprezzare, conoscere e far conoscere i documenti dei successori di Pietro. Ciò è stato veramente provvidenziale nel tempo della contestazione al Magistero dopo il Concilio, in cui è cresciuta un'interiore divisione nella Chiesa (cf. M. 11. 2. 1979) e una persecuzione nascosta e subdola è riuscita "dall'interno" a emarginare l'insegnamento del successore di Pietro (cf. M. 3. 3. 1979), «a lasciare cadere nel vuoto il suo magistero e a fare, nella pratica, il contrario di quanto lui indica» (M. 11. 2. 1979). Mediante questo processo sono stati costruiti pian piano un falso Cristo e una falsa Chiesa (cf. M. 17. 6. 1989), senza che moltissimi se ne accorgessero.
Durante i menzionati esercizi la Vergine Santa ha detto nel messaggio: «In voi e per mezzo di voi Io stessa sono presente sotto la croce su cui il Santo Padre sta vivendo le ore della sua agonia» (M. 13. 7. 1978).
Contrapponendosi alle interpretazioni parziali dell'ultimo Concilio, al processo della secolarizzazione della teologia, della protestantizzazione dell'esegesi, dell'apostasia dalla fede cattolica e alla formazione di un falso Cristo e di una falsa Chiesa, i Papi Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (sono i "Papi conciliari", perché hanno partecipato personalmente all'intero svolgimento del Concilio Vaticano) si sono conformati interiormente in gradi perfetti a Cristo Crocifisso. Non si può dimenticare quanto don Stefano ha fatto pregare nei Cenacoli per questi Papi, recando a loro un aiuto spirituale notevole. Così veramente il MSM ha assunto il ruolo dell'apostolo Giovanni sotto la croce di Gesù, accanto alla Madre sua addolorata.
Il mercoledì noi abbiamo concelebrato la Messa nella basilica di San Pietro e nel pomeriggio abbiamo partecipato all'ultima Udienza generale di Paolo VI. Egli infatti è andato subito dopo a Castel Gandolfo, dove è morto nel giorno della festa della Trasfigurazione del Signore. Don Stefano si è sentito in sintonia con Paolo VI, che ha ricevuto dallo Spirito Santo il "carisma della trasfigurazione" (Giovanni Paolo II) per la Chiesa sulla via della nuova era, e ancor di più con Giovanni Paolo II, che ha avuto in misura più grande lo stesso carisma. Senza la docilità al "carisma della trasfigurazione", posseduto anche da don Stefano, nessuno può addentrarsi nei messaggi del "Libro azzurro"; e neppure nell'insegnamento dei "Papi conciliari" che interpreta il Concilio Universale Vaticano II senza rottura con la sacra Tradizione come una nuova tappa dello sviluppo della dottrina per la nuova era.
Nello stesso mercoledì don Stefano Gobbi, con altri tre sacerdoti, è stato ricevuto dal Cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Franjo Seper (1905 - 1981), ed ha parlato con lui degli esercizi spirituali e del MSM. Forse per la prima ed ultima volta don Stefano ha visitato l'edificio di questa Congregazione, la quale in seguito, quando ne è stato prefetto il Cardinale Joseph Ratzinger, ha esaminato per due volte successive il "Libro azzurro".
«Il vostro è stato un vero cenacolo eucaristico: a Gesù nell'Eucaristia si è orientata la vostra preghiera, il vostro amore, la vostra vita. Siete chiamati a diventare sempre più gli apostoli e i nuovi martiri di Gesù presente nell'Eucaristia. Per questo deve aumentare la vostra riparazione, la vostra adorazione, la vostra vita di pietà. Il Cuore Eucaristico di Gesù farà cose grandi in ciascuno di voi» (M. La vostra pubblica missione, 13. 7. 1978).
In quei giorni, nel corso di un'omelia, stando sopra le tombe dei martiri del tempo dell'Impero romano, don Stefano Gobbi si è rivolto verso Oriente: verso l'Impero totalitario del comunismo nei Paesi dell'Est. Egli ha alzato la mano destra in segno di minaccia e ha pronunciato una profezia sull'avvicinarsi della fine dell'Impero comunista, che a quel tempo sembrava impensabile e impossibile. La Regina delle vittorie, mediante questo suo piccolo figlio, ha voluto ricordarci che Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili (cf. Lc 1,52). Gesù, nel suo infinito abbassamento nell'Eucaristia, fa cose grandi nei cuori degli umili, che lo amano, e così forma anche i suoi nuovi apostoli: gli Apostoli degli ultimi tempi. Essi, sopra le tombe degli innumerevoli martiri dei secoli XX e XXI, durante la tribolazione apocalittica, attendono con fiducia un sorprendente, improvviso e sconfinato miracolo del sole: il trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, che coinciderà con il più grande splendore del regno eucaristico di Gesù. Don Stefano è stato annunciatore profetico di questo evento. Questo Cenacolo nel suo insieme, sopra le tombe degli innumerevoli martiri romani, è stato un evento salvifico e un segno profetico: Gesù, Re dell'eterna gloria, sconfiggerà, mediante il Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, il più gigantesco Impero anticristiano nella storia e l'abominio della desolazione nella Chiesa con la voce dei lattanti, con la preghiera dei piccoli e con la debolezza dei nuovi martiri (testimoni) "eucaristici". La Madonna ha tracciato la via della pubblica missione degli Apostoli degli ultimi tempi e del suo Movimento.
La Mamma celeste ha posto don Stefano come capofila perenne del suo Movimento, in cui i montanari del suo Cuore Immacolato percorrono lo stesso sentiero ascendente, con la pratica sempre più intensa delle virtù, per avvicinarsi e diventare simili a Gesù lattante. Lungo l'ascensione avviene una trasfigurazione graduale, in cui i vecchi spiritualmente (in essi il residuo dell'uomo vecchio è molto grande) diventano adulti, poi giovani, poi bambini, poi piccoli bambini e infine lattanti (in essi il residuo dell'uomo vecchio è minimo) nell'ordine della grazia.
Lasciandosi formare dai messaggi, il MSM partecipa per gradi, lungo la salita nelle altezze del Cuore Immacolato della Regina delle vittorie, al suo disegno, che è quello del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, per il passaggio epocale della Chiesa e dell'umanità alla nuova era (cf. M. 5. 11. 1977); «che è quello di sconfiggere Satana, primo artefice del peccato e di tutto il male che si è diffuso nel mondo. Camminate con Me e allora voi stessi sarete nel mondo la luce immacolata che vincerà la tenebra del male e del peccato» (M. 13. 7. 1978).
Quest'ascensione interiore mirabile è la mossa decisiva, perché prepara la via al trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, predetto da lei a Fatima. Perciò è comprensibile che contro la schiera di questi montanari si scatena il drago infernale con il suo sistema satellitare e con la schiera dei suoi fedeli collaboratori sulla terra. Come capofila dei montanari, don Stefano è stato un bersaglio speciale del Maligno, che vedeva in lui un artefice formidabile, che preparava la sua grande sconfitta.
Nella misura in cui un sacerdote (o un fedele laico) si lascia trasformare dallo Spirito della Verità e dell'Amore in "una corona del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria", egli diviene Apostolo degli ultimi tempi. Salendo nel Cuore della Donna vestita di sole il monte di Cristo Crocifisso e Risorto, egli risplende sempre più come una corona luminosa: come un'antenna spirituale riceve e irradia la verità e la carità globali. Trasmette la luce della verità con la forza e il calore della carità e può discernere, sotto la veste della verità, gli errori gravi e le eresie pericolose, ed è capace di smascherarle e di combatterle.
Don Stefano Gobbi ci ha preceduti lungo questa ascensione dolorosa e gloriosa, aprendo come un "alpinista" coraggioso un nuovo sentiero sul monte magnifico del Cuore Immacolato di Maria: è emerso così come un antesignano dell'era nuova. Quanto più è dimenticato questo detto, comprovato dalla storia della Chiesa, tanto più noi dobbiamo ricordarlo: «Tu sola (la Madonna hai distrutto tutte le eresie nell'universo mondo».
UN NUOVO MONTE TABOR
Vivendo la consacrazione al Cuore Immacolato della "Madre dell'Eucaristia", don Stefano Gobbi è divenuto un innamorato di Gesù eucaristico, perciò un`anima eucaristica". La Madonna l'ha introdotto in un'intimità del tutto speciale con Gesù nascosto sotto il bianco velo dell'Ostia consacrata, in cui egli ha raggiunto il culmine della vita di consacrazione.
Don Stefano è stato unito con un legame particolare a don Gino Salmaso, pure lui un innamorato di Gesù eucaristico, e perciò un`anima eucaristica". Per questo don Stefano volentieri si faceva ospitare, durante la Settimana Santa e nel periodo natalizio, nella canonica di don Gino a Rubbio (Vicenza) e in seguito a Capoliveri (l'isola d'Elba, Livorno), dove ha ricevuto diversi messaggi, pubblicati nel "Libro azzurro".
Come poi non ricordare gli splendidi Cenacoli presieduti per molti anni da don Stefano a Rubbio nel mese di agosto, prima della festa dell'Assunta? A essi hanno partecipato un gruppo cospicuo di sacerdoti del MSM e parecchie migliaia dei fedeli, venuti dalle varie regioni d'Italia e saliti dalla pianura padana, dove dominava tanta afa, all'aria pura e fresca di alta montagna. Per tutti, questi Cenacoli sono stati un evento luminoso e un'esperienza trasformante. Sotto quest'aspetto Rubbio, una piccolissima parrocchia quasi sulla cima di un alto monte (circa 1100 m), che si erge sopra Bassano del Grappa, è stato chiamato dalla Madonna "un nuovo Tabor".
Nella prospettiva di questo "Monte della trasfigurazione" occorre contemplare i due bellissimi messaggi eucaristici donati dalla Madonna a Rubbio: "Madre dell'Eucaristia" (8. 8. 1986) e "Madre dell'adorazione e della riparazione" (21. 8. 1987). Tutto ciò sembra essere quasi una prefigurazione della nuova era, perché dopo il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, mediante una trasfigurazione ad un alto livello del Cuore della "Madre dell'Eucaristia", emergerà come mai prima la "Chiesa eucaristica". La Chiesa, in cui sarà radunata l'umanità superstite, come un'alta montagna luminosa, sarà infatti tutta e perfettamente immersa nel Cuore eucaristico di Gesù e concentrata nell'adorazione e glorificazione della santissima Trinità. Allora «la civiltà dell'amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana» (Paolo VI, Discorso nella Notte Santa del Natale, 25. 12. 1975).
Il Regno di Dio sarà da Dio «alla fine dei secoli ... portato anche a compimento, quando apparirà Cristo, la nostra vita (cf. Col 3,4), e la creazione "sarà lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio" (Rm 8,21). Perciò questo popolo messianico, benché non comprenda attualmente tutti gli uomini e appaia talora come un piccolo gregge, è tuttavia un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza per tutto il genere umano» (Concilio Vaticano II, LG 9,2).
Don Stefano Gobbi e don Gino Salmaso, quali montanari straordinari del Cuore Immacolato della "Madre dell'Eucaristia", sono stati antesignani di questa nuova "era eucaristica".
Noi nel MSM siamo chiamati a seguire con entusiasmo le loro orme. Verso la fine della grande tribolazione e della persecuzione apocalittica (il terzo segreto di Fatima non ancora pienamente compiuto, cf. Benedetto XVI, Discorso a Fatima del 13 maggio 2010: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa...») rimarrà forse soltanto una "parrocchia" a livello dell'altopiano del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole. Tale "piccolo gregge eucaristico" della Chiesa nel tempo finale della transizione epocale sarà però un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza per tutto il genere umano. Risplenderà come un faro di luce durante un generale smarrimento e nella profonda disperazione sarà portatore della beata speranza nell'avvento del Regno glorioso ed eucaristico di Gesù.
«Oh, dopo il mio trionfo, essi saranno luce per tutta la Chiesa; allora si capirà quanto Io ho fatto in questi anni per voi» (M. I miei messaggi, Santuario di Castelmonte, 9. 11. 1984).
Dopo il trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole e dopo una trasfigurazione epocale dell'umanità e della Chiesa, tutti vivranno in un'alleanza globale rinnovata con la Madre della Chiesa e con Gesù Cristo (con la Santissima Trinità). Tutti perciò, come ha spiegato una volta don Stefano Gobbi, vivranno la consacrazione al Cuore Immacolato della Mamma celeste. Allora davvero il "Libro azzurro" sarà luce per tutta la Chiesa, e le nuove generazioni di montanari spirituali capiranno quanto la Madre nell'ordine della grazia ha operato in questi anni per la nostra salvezza.
Quanto don Stefano ha sofferto, dall'inizio della sua missione fino alla sua morte, per affermare e difendere l'autenticità dei messaggi della Madonna, e dunque la loro origine soprannaturale! Le sue parole poco prima del passaggio all'eternità sono come il sigillo supremo e definitivo: «Lascio come mio testamento spirituale tutto quanto è scritto nel libro: Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna'; ed attesto che l 'messaggi ivi contenuti sono stati ricevuti da me sotto forma di locuzioni interiori» (Testamento Spirituale di don Stefano Gobbi, 1. 1. 2011).
Analogamente il MSM soffre e dovrà soffrire nella grande prova, mentre la Madre dell'Agnello di Dio, Donna vestita di sole, aprirà sempre più nel suo Cuore Immacolato ai suoi figli docili il libro sette volte sigillato dell'Apocalisse. Essa lo ha già fatto con il "suo" Papa Giovanni Paolo II nell'ultimo periodo del suo Pontificato, come manifesta il suo insegnamento.
UN GRANDE PROFETA
DEL SECONDO AVVENTO
Il santo Padre Giovanni XXIII, un mese prima dell'inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, ha spalancato nel suo ispirato discorso un orizzonte luminoso di speranza: «Siamo dunque, con la grazia di Dio, al punto giusto. Le profetiche parole di Gesù, pronunciate in vista del compiersi della finale consumazione dei secoli, incoraggiano le buone e generose disposizioni degli uomini, in modo particolare in alcune ore storiche della Chiesa, aperte ad uno slancio nuovo di elevazione verso le cime più alte: "Levate capita vestra, quoniam appropinquat redempio vestra: sollevate la testa, perché è prossima la vostra liberazione" (Lc 21, 28)» (Radiomessaggio a tutti cristiani, 11. 9. 1962). In seguito il Papa ha citato in maniera abbreviata le parole di Gesù: quando vedete gli alberi che già rimettono le foglie, voi conoscete da voi stessi che s'appressa l'estate; allo stesso modo anche voi, quando vedete avverarsi queste cose, sappiate che è vicino il regno di Dio (cf. Lc 21,29-31).
Papa Giovanni XXIII si è riferito al discorso escatologico di Gesù secondo Luca:
Lc 21,25-26: la tribolazione apocalittica;
Lc 21,27: la venuta del Figlio dell'uomo su una nube in potenza e gloria grande;
Lc 21,28-31: le piante germogliano, ciò significa che la tribolazione apocalittica è il preludio del ritorno di Cristo nella gloria.
E' molto importante, anzi determinante, questa intuizione profetica: la "finale consumazione dei secoli", che è poi stata chiamata da Giovanni Paolo II la "fine dei tempi". Ancora prima di lui, la Vergine Maria aveva dato, tramite Don Stefano, un messaggio dal titolo "La fine dei tempi": «E' vicina la fine dei tempi, con il ritorno di Gesù nella gloria. "Dalla pianta dei fichi, imparate questa parabola: quando i suoi rami diventano teneri e spuntano le prime foglie, voi capite che l'estate è vicina. Allo stesso modo, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che la vostra liberazione è vicina". (Mt 24, 32-33)» (M. 31. 12. 1992).
Nella prospettiva della finale consumazione dei secoli, San Giovanni XXIII, quale Padre spirituale dell'ultimo Concilio, ha voluto che esso assuma il ruolo di Giovanni Battista, e prepari la Chiesa (e tramite essa l'umanità) alla venuta del Signore nella gloria. Il Concilio infatti ha assunto e svolto al suo livello questo ruolo (cf. AG 1,3), perché la venuta del Signore nella gloria è vicina (cf. GS 45,3).
Volendo superare il grande Profeta Giovanni XXIII, e perciò lasciando da parte il suo magistero, una corrente teologica ha fatalmente smarrito la prospettiva della "finale consumazione dei secoli" ed ha deviato in parziali interpretazioni del Concilio Universale Vaticano II e del suo "aggiornamento evangelico" della Chiesa, che culminerà nel "grande giorno del Signore": dopo di esso, nella nuova era, come mai prima risplenderà il "Vangelo, sole fulgente di dottrina celeste" (Giovanni XXIII). Di conseguenza questa corrente capovolta, secolarizzata, terrestre e sotterranea, ha dilaniato il Vangelo del Logos (della Sapienza) di Dio incarnato con le nuove interpretazioni "scientifiche" (razionalistiche), diffondendo eresie perniciose e gravi errori (cf. 2 Pt 2,1-3) e provocando così la grande apostasia predetta da San Paolo (cf. 2 Ts 2,3): ciò costituisce il primo segno della fine dei tempi (cf. M. 31. 12. 1992).
San Giovanni Paolo II (cf. il M. che si riferisce a lui: "Il Papa della mia Luce", 13. 8. 1987) ha sviluppato in modo straordinario l'insegnamento di Giovanni XXIII e quello del Concilio sulla prossima venuta del Signore. Egli, quale grande Profeta del secondo Avvento, ha preparato la Chiesa con un crescendo inarrestabile, durante il suo Pontificato, alla venuta del Signore nella gloria. Egli è stato un Precursore del Signore, camminando sulla strada luminosa della consacrazione vissuta al Cuore della Donna vestita di sole, e annunziando che "si avvicina l'ora del parto per la Madre del nuovo Avvento".
Purtroppo il suo magistero (come quello di Paolo VI) è stato emarginato dalla corrente teologica sopra descritta. Giovanni Paolo II è stato un Profeta, la cui voce è risuonata in un grande deserto. Essa, infatti, è stata soverchiata dalle voci di una folla di falsi profeti, le quali hanno addormentato una parte dei cattolici, seducendoli con un aggiornamento secolaristico e conducendoli nella notte polare del mondo moderno. Inoltre il frastuono soverchiante delle mille voci dei famosi mezzi di comunicazione sociale, ovvero il "suggestivo incantesimo delle immagini e dei suoni che trasferisce il linguaggio dal regno del pensiero a quello dei sensi" (Paolo VI), ha addormentato innumerevoli cattolici, facendoli trasmigrare nella profonda e fredda notte polare del mondo contemporaneo. Negando Dio e il suo regno, l'ateismo (il materialismo, il secolarismo ...), infatti, distendeva "una notte senza stelle sui destini umani" (Paolo VI).
«Sono la Madre del secondo Avvento. Io vi preparo alla sua venuta. Io apro la strada a Gesù che torna a voi nella gloria» (M. Madre del secondo Avvento, Rubbio 1. 1. 1990).
«Il mio Cuore Immacolato è la strada luminosa, che vi conduce al gioioso incontro con Gesù, che sta per tornare a voi nella gloria. Allora assecondate la mia pressante richiesta, che vi faccio per mezzo della mia Opera del Movimento Sacerdotale Mariano e di questo mio piccolo figlio, che ancora conduco in ogni parte del mondo, per portare tutti alla consacrazione al mio Cuore Immacolato. Partecipate così al mio materno disegno, che è quello di preparare i cuori e le anime a ricevere il Signore che viene. (...)
Sono stata scelta dalla Santissima Trinità a diventare la Madre del secondo Avvento, e così mio compito materno è quello di preparare la Chiesa e tutta l'umanità ad accogliere Gesù che torna a voi nella gloria» (M. 8. 12. 1990).
Mediante la consacrazione vissuta don Stefano Gobbi si è addentrato profondamente nel mistero del Cuore Immacolato della Madre del secondo Avvento: anch'egli è così divenuto un grande Profeta del secondo Avvento. Contrapponendosi all'enorme folla dei profeti miopi, egli è stato un Profeta lunghi-veggente, una "voce", che si diffondeva in un deserto spaventoso.
E' stato un grande merito di don Stefano 1' aver indirizzato la nostra attenzione al magistero di Giovanni Paolo II, e l'aver accolto con fede il suo annuncio profetico sul secondo Avvento. Con i suoi innumerevoli viaggi, don Stefano ha diffuso quest'annuncio nella Chiesa, mostrando che i messaggi della Madonna nel "Libro azzurro" sono in piena sintonia con esso. Nella notte profonda dell'incredulità e dell'apostasia da Gesù Cristo, egli ha acceso ovunque la fiaccola della speranza messianica nel vicino ritorno del Signore.
Sant'Agostino d'Ippona (+ 430) ha predetto che, prima del ritorno di Cristo nella gloria, si moltiplicheranno gli scandali nella Chiesa e i mali nel mondo. Davvero, mentre si stava avvicinando la fine dei tempi, sono aumentati gli scandali nella Chiesa e gli orrori nella notte profonda del mondo.
Don Stefano è stato pertanto trasformato dallo Spirito del Signore in "una corona del Cuore Immacolato ed Addolorato della Madre del secondo Avvento". Egli ha contemplato stupefatto le ricchezze e le meraviglie di questo Cuore, cioè la "Grotta luminosa", in cui il Padre, per opera dello Spirito di Amore, prepara la nascita del suo Figlio Gesù nella gloria. Lo testimoniano i messaggi meravigliosi che egli ha ricevuto nel periodo dell'Avvento e in quello natalizio.
Come una Corona luminosa, egli ha irradiato una grande luce, con cui ha invitato e chiamato tutti a consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria, per entrare così nella "Grotta luminosa", che sempre più risplende nel cielo come unico Segno, e per partecipare al materno disegno di Maria e al mistero del ritorno glorioso del Signore alla fine dei tempi.
«Il mio tempo è giunto. Ormai siete chiamati a vedere le grandi meraviglie del Signore nel trionfo del mio Cuore Immacolato» (M. 8.9. 1987).
In tutto il mondo don Stefano ha contemplato le grandi meraviglie del Signore, che Egli sta compiendo negli umili, nei piccoli, nei docili, negli emarginati e nei perseguitati a causa della giustizia ... Con essi la Mamma celeste si sta formando la sua schiera, come un intreccio mirabile di corone luminose dell'Avvento, che essa pone intorno al Cuore divino e umano del Signore della gloria. Don Stefano ha affermato di aver visto questa schiera, e in essa ha intuito il preludio del trionfo del Cuore Immacolato della Madre del secondo Avvento. Con la Mamma celeste egli ha cantato con gioia il "Magnificat" per le sorprendenti e stupende opere del Signore.
Nell'ultimo periodo della sua vita, don Stefano Gobbi ha ravvivato continuamente, nei Cenacoli del MSM, l'attesa del vicino avvento glorioso di Cristo. Seguendo i suoi passi, il MSM si è addentrato sempre più nella Grotta luminosa e calda del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, camminando nella notte del secondo Avvento verso il Natale di Gesù nella gloria. Deve ora rallentarsi o, al contrario, accelerarsi quest'avanzata stupenda e decisiva del MSM, mentre si sta avvicinando la mezzanotte e il Natale di Gesù nella gloria?
parte del testo di d. Ivan Pojavnik