giovedì 16 maggio 2019

Madre di Dio e Madre nostra

Messaggio di Dio Padre del 16/05/2019 sulle parole di Benedetto XVI

"Invocate la Vergine Maria, Madre di Dio, perché aiuti tutti gli uomini a camminare insieme sulla Via della pace. Maria è assunta in cielo in corpo e anima"
anche per il corpo c’è posto in Dio. Il cielo non è più per noi una sfera molto lontana e sconosciuta. 
Messaggio dello spirito Santo
"Nel cielo avete una madre. E' la Madre di Dio, la Madre del Figlio di Dio, è la vostra Madre." Egli stesso lo ha detto. "Ne ha fatto la vostra Madre, quando ha detto al discepolo e a tutti voi: “Ecco la tua Madre!” Nel cielo avete una Madre. Il cielo è aperto, il cielo ha un cuore."" 

lunedì 13 maggio 2019

Il Padre e la Madre ci chiamano con urgenza!

nuovi messaggi del 13/05/2019

Messaggio dell' Eterno Padre per i sacerdoti:

"Per i Sacerdoti l'affidarsi a Maria significa prendere maggiore coscienza della propria consacrazione fatta a Dio nel giorno del santo Battesimo e della Ordinazione sacerdotale.
Il M.S.M. diventa realtà  nella misura in cui si ascolta la Madonna e si asseconda l'opera dello Spirito Santo, a lode della Santissima Trinità".

Appartiene allo spirito del Movimento chi, iscritto o no, si consacra al Cuore Immacolato di Maria e, cercando di vivere coerentemente ed operando in obbedienza e per il bene della Chiesa, aiuta anche i fedeli a vivere l'affidamento alla Madonna.
È un Movimento che accoglie tutti i Sacerdoti, diocesani e religiosi, senza distinzione di età e di mansioni. Vi si iscrivono Sacerdoti ,sereni e ardenti di zelo, come quelli amareggiati da negative esperienze personali e di apostolato.
II Cuore della Madonna è aperto a tutti i suoi figli; le sue braccia raccolgono ed uniscono fra loro i Sacerdoti, senza classificazioni e senza particolarismi.
La scelta di predilezione non è da parte della Madonna, che si rivolge decisamente a tutti: «Quanto comunico a te, figlio, non ti appartiene, ma è per tutti i miei figli Sacerdoti, che lo prediligo» (29 agosto 1973).
Si attua una scelta da parte di chi accetta volenterosamente il materno invito.
Chi vuole aderire al Movimento ed essere tenuto al corrente della sua attività, mandi per iscritto la sua adesione al Centro nazionale o regionale o, se questi non esistono ancora, indirizzi la sua domanda in Italia al:

Movimento Sacerdotale Mariano
Via Terruggia, 14
20162 Milano

La lettera di adesione però ' non servirebbe a nulla, se mancasse l'adesione interiore e, Più ancora, la volontà di vivere e fare vivere la consacrazione alla Madonna.
È bene poi ricordare che la Madonna si rivolge non soltanto agli iscritti al M.S.M. quando parla dei suoi figli prediletti, ma a tutti quei Vescovi e Sacerdoti che a Lei si sono affidati e che si sforzano di vivere come suoi consacrati.
L'impegno di una totale consacrazione al Cuore Immacolato di Maria dona ai Sacerdoti un profondo senso di fiducia e di serenità. Il credere, nelle circostanze concrete, che la Madonna è sempre vicina con l'ansia di aiutarci, come e meglio di quanto farebbe qualunque mamma, produce una sensazione di sicurezza, pur fra le sofferenze personali e le incertezze dei giorni che viviamo.
Si arriva al nocciolo del Messaggio evangelico, alla fede cioè nella Provvidenza di Dio, che ci porta ad accogliere ogni circostanza della vita con la filiale confidenza dei piccoli, che si abbandonano completamente al suo amore di Padre.
Così il passato viene affidato alla infinita misericordia del Cuore di Gesù; il futuro è atteso come dono della Provvidenza, che ci giungerà attraverso le mani della Mediatrice di ogni grazia; e il presente viene vissuto con gioioso impegno, come bambini che giocano o che lavorano, sotto gli occhi della Mamma.

b) Gli impegni caratteristici della sua spiritualità.
Sono tre gli impegni che caratterizzano la spiritualità del Movimento Sacerdotale Mariano: la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria; l'unità al Papa (magistero) ed alla Chiesa a Lui unita; condurre i fedeli ad una vita di affidamento alla Madonna.
Le pagine che illustrano la spiritualità del Movimento sono desunte dalle Circolari 21, 23 e 24 di don Stefano Gobbi.

1) Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.

Si vivono tempi difficili, insicuri e dolorosi. Oggi il dragone rosso domina nel mondo ed è riuscito a costruire una civiltà atea. L'uomo, ingigantito dal progresso tecnico e scientifico, si è messo al posto di Dio ed ha costruito una nuova civiltà secolare.
Questo radicale rifiuto di Dio è il vero castigo per l'odierna società.
Essendo Dio il Salvatore e Gesù Cristo il solo Redentore dell'uomo, l'umanità oggi può salvarsi alla condizione che ritorni al Signore. Altrimenti essa corre il pericolo di distruggersi con le sue stesse mani.
Ma come può essere salvata, se continua con ostinazione a rifiutare Dio, che può condurla alla salvezza?
Qui entra la funzione di Maria a motivo della sua maternità.
Maria è madre di Gesù ed è stata costituita da Gesù vera madre di tutti gli uomini.
Maria è dunque Madre anche degli uomini di oggi, di questa umanità ribelle e così lontana da Dio.
Suo compito materno è quello di salvarla. E la Madonna, per poterla salvare, vuole farsi strada del suo ritorno al Signore. Lei agisce in ogni maniera e si dà molto da fare per questo ritorno. Ecco il significato di tante sue manifestazioni straordinarie, che oggi sono così numerose: vuole farci com­prendere che la Mamma Celeste è presente ed opera in mezzo ai suoi figli.
Ella vuole agire di persona, ma non direttamente. Può agire attraverso quei figli che si consacrano al suo Cuore Immacolato, che si affidano a Lei completamente, in modo che in loro Lei stessa può vivere e manifestarsi.
E vuole anzitutto operare attraverso i Sacerdoti, perché sono i suoi figli prediletti.
È tipico della spiritualità del M.S.M. non formulare la dottrina della consacrazione, del resto già conosciuta nella Chiesa, ma proporre di farne la esperienza nella vita di ogni giorno. Per questo delinea un itinerario, che porta alla perfezione dell'affidamento alla Madonna e si sviluppa attraverso quattro tappe successive: abituarsi a vivere con Maria; lasciarsi da Lei interiormente trasformare; entrare con Lei in una comunione di cuori; finalmente rivivere Maria.
Il traguardo cui conduce il cammino della consacrazione, richiesta come primo impegno per appartenere al M.S.M., è dunque questo: lasciare che Maria viva ed operi in noi.
«Voglio amare con il vostro cuore, guardare con i vostri occhi, consolare ed incoraggiare con le vostre labbra, aiutare con le vostre mani, camminare con i vostri piedi, seguire le vostre orme insanguinate e soffrire con il vostro corpo crocifisso» (1° luglio 1981).
Ora si comprende perché la Madonna domanda la consacrazione al Cuore Immacolato a chi vuole fare parte della sua schiera.
Lei stessa vuole vivere ed agire nei suoi figli consacrati, in modo che essi diventino espressione del suo dolore e del suo amore materno, ed operino instancabilmente per ricondur­re a Dio tutti gli uomini.


Messaggio di Maria Santissima :


L'umanità di oggi potrà giungere alla salvezza sulla strada del Mio amore materno, che diventa il canale attraverso il quale può giungere a tutti l'amore misericordioso di Gesù.
La consacrazione al Mio Cuore Immacolato, è ordinata solo alla consacrazione del mondo, cioè al pieno ritorno del mondo alla perfetta glorificazione del Signore.

Si comprende anche perché il Papa Giovanni Paolo II, nell'atto di consacrazione o affidamento al Cuore Immacolato di Maria, vede il mezzo Più efficace per ottenere il dono della divina Misericordia sulla Chiesa e su tutta l'umanità (Dives in Misericordia, 15).
E si illumina di profondo significato il gesto, sovente da alcuni criticato, che spesso ripete, con fervore ed intima gioia dell'anima, della sua personale consacrazione a Maria. Si capisce quello che fa in ogni parte del mondo, quando si reca nei Santuari Più celebri, per consacrare al Cuore Immacolato le Chiese locali in cui si trova, durante i suoi frequenti pellegrinaggi apostolici.
La ragione profonda è che, nella consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, il Papa vede il mezzo Più potente per ottenere sul mondo contemporaneo il dono prezioso dell'Amore Misericordioso di Gesù. «...Oh, quanto profondamente sentiamo il bisogno di consacrazione per l'umanità e per il mondo: per il mondo contemporaneo! ... Oh, quanto ci fa male quindi tutto ciò che, nella Chiesa e in ciascuno di noi, si oppone alla santità ed alla consacrazione! ... Siano benedette tutte quelle anime che obbediscono alla chiamata dell'eterno Amore. Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù, e danno alla Chiesa ed al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo» (Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di Giovanni Paolo II fatta il 13 maggio 1982 a Fatima).

2) L'unità al (magistero del) Papa ed alla Chiesa a Lui unita.

La Chiesa è divina ed umana e, nella sua parte umana è fragile e peccatrice ed ha così bisogno di fare penitenza.
La Chiesa è Luce del mondo, «Lumen gentium», ma spesso i mali del mondo in cui vive diventano le malattie che attaccano la parte umana della Chiesa. Ciò è provato da quasi duemila anni della sua storia.
Oggi la Chiesa vive in un mondo che ha costruito una nuova civiltà secolare. Lo spirito di questo mondo, o il secolarismo entrato al suo interno, ha causato lo stato di grande sofferenza e di crisi in cui la Chiesa si trova. È il famoso “fumo di Satana” di cui ha parlato Papa Paolo VI, di venerata memoria.
Il secolarismo, a livello intellettuale, diventa “razionalismo” ed, a livello di vita, diviene «naturalismo».
A causa del razionalismo, oggi vi è la tendenza a interpretare in maniera umana tutto il mistero di Dio ed il deposito della verità rivelata, e così sovente si negano i dogmi fondamentali della fede e si diffondono gli errori Più gravi in maniera nasco­sta ed ambigua.
Questi errori vengono talvolta insegnati anche in scuole cattoliche e poco o nulla si salva della Divina Scrittura e persino del Vangelo di Gesù.
«Avete composto un vostro Vangelo con le vostre parole» (25 settembre 1976).
A motivo del naturalismo, oggi vi è l'abitudine di dare molto valore alla propria azione personale, alla efficienza ed alla programmazione nel settore apostolico, dimenticando il valore pri­mario della Grazia Divina e che la vita interiore di unione con Cristo, cioè di preghiera, deve essere l'anima di ogni apostolato.
Da qui ha origine la graduale perdita della coscienza del peccato come un male e la trascuratezza del sacramento della Riconciliazione, che ormai si è diffusa in tutta la Chiesa.
Contro questi errori che, in maniera subdola e pericolosa, insidiano l'integrità della fede, si è chiaramente pronunciato il Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, con la sua famosa intervista, pubblicata nel libro «Rapporto sulla fede».
Ma anche il Magistero del Papa si pronuncia spesso con forza e con insistenza.
Allora viene spontaneo domandarsi: come mai la Chiesa non è ancora uscita da questa sua profonda crisi di fede?
II persistere ancora della crisi nella Chiesa dipende solo dalla sua interiore disunità. A causa di essa, oggi non tutti ascoltano e seguono quanto il Papa indica con il suo Magistero.
La Madonna ha ottenuto alla Chiesa un grande Papa, consacrato al Suo Cuore Immacolato e che Lei stessa conduce su tutte le strade del mondo, per diffondere la Luce di Cristo e del suo Vangelo di salvezza e per confermare nella fede tutti, Pastori e greggi a loro affidati. Ma, attorno al Papa, spesso vi è un grande vuoto: il suo Magistero non è sostenuto da tutta la Chiesa e sovente la sua parola cade in un deserto.
Eppure il rinnovamento della Chiesa passa solo attraverso la sua interiore unità. Il cammino da percorrere è pertanto quello della piena unione di tutti i Vescovi, i Sacerdoti ed i fedeli con il Papa.
Ecco spiegata la profonda ragione del secondo impegno del Movimento Sacerdotale Mariano. La Madonna domanda oggi di essere di esempio a tutti in questa unità. Esempio nell'amare il Papa, nel pregare e soffrire per Lui, nell'ascoltare e diffondere il suo Magistero, e specialmente nell'ubbidirgli sempre in tutto.
La Madonna vuole che nel clero ritorni l'esercizio umile e forte della virtù dell'ubbidienza.
Naturalmente l'ubbidienza al Papa, il quale è punto di riferimento e di comunione con il Vescovo, implica la comunione di ubbidienza con il Pastore della propria diocesi e con i propri Superiori.

(3 Condurre i fedeli all'affidamento alla Madonna.

Sin dall'inizio si è sentito che i religiosi ed i fedeli erano chiamati a fare parte di questo Movimento.
Infatti il terzo impegno di un Sacerdote del M.S.M. è quello di condurre i fedeli, affidati alla sua cura pastorale, alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
«... Ma i Sacerdoti ora devono incominciare ad agire; per loro voglio tornare in mezzo ai miei fedeli, perché è con essi, attorno ai miei Sacerdoti, che lo voglio formarmi la mia schiera invincibile...» (1° novembre 1973).

Questo spiega perché il M.S.M., che è sorto in primo luogo per i sacerdoti, si apra anche sul vastissimo mondo dei laici, dando origine al Movimento Mariano.


c) II Movimento Mariano.

Esso è costituito da tutti i religiosi non sacerdoti e dai fedeli, che si impegnano a vivere una vita di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, in serena comunione con i loro preti ed i loro vescovi. Essi non sono uniti da alcun vincolo giuridico e possono liberamente operare nelle associazioni ecclesiali cui appartengono.
Come aderenti al Movimento Mariano, si impegnano in un'esperienza di vita totalmente affidata alla Madonna, perché siano da Lei aiutati a rimanere fedeli alla propria consacrazione battesimale, a divenire testimoni di comunione e di unità, in uno sforzo costante di conversione, per mezzo della preghiera e della penitenza.


1) Vivere il Battesimo.

Nell'atto di consacrazione, riportato alla fine del libro, per gli aderenti al Movimento Mariano, si legge: «Con questo atto di consacrazione intendiamo vivere, con te e per mezzo di te, tutti gli impegni assunti con la nostra consacrazione battesimale».
Queste parole mettono in evidenza come un fedele, che si consacra al Cuore Immacolato, viene aiutato dalla Madonna soprattutto a vivere oggi gli impegni assunti nel momento del Battesimo. B naturale che, in questi tempi, il cristiano, immerso in un mondo così secolarizzato, trovi molto difficile vivere la sua consacrazione battesimale.
Il Battesimo opera una radicale trasformazione: comunica la grazia e la stessa vita divina, configura a Gesù Cristo, di cui si diventa fratelli e che si deve rivivere nella propria vita.
Ora, attraverso tutti i mezzi di comunicazione sociale, il cristiano viene facilmente strumentalizzato e persino manipolato dal mondo in cui vive, sicché spesso, quasi senza accorgersene, ne recepisce e ne condivide i valori, che si oppongono a quelli insegnati da Cristo.
Così oggi quanti sono i battezzati che, nella vita di ogni giorno, giungono a tradire la consacrazione battesimale!
Come impegno specifico del Movimento Mariano, la Madonna domanda che i fedeli si consacrino al suo Cuore Immacolato; allora, come Mamma, dolcemente li conduce a vivere il loro battesimo, nella piena fedeltà a Gesù ed alla sua Chiesa.

2) Testimoni di comunione e di unità.

Ancora viene detto nell'atto di consacrazione per i fedeli: «Ti promettiamo di essere uniti al Santo Padre, alla Gerarchia ed ai nostri Sacerdoti, così da porre una barriera al processo di con­testazione del Magistero, che minaccia le fondamenta stesse della Chiesa».
È questo un impegno caratteristico, che qualifica ogni fedele che appartiene al Movimento, e lo sollecita a diventare nella Chiesa sempre un elemento di comunione, di pacificazione e di unità. In questo periodo della sua purificazione, la Chiesa vive momenti di grande sofferenza.
Il M.S.M. vuole anzitutto partecipare pienamente a tutte le sofferenze della Chiesa, bevendo insieme con lei il calice di molte amarezze. Per questo non è mai chiamato ad agire con la critica, con il giudizio, e tantomeno con la condanna. Perciò non condivide, anzi apertamente rifiuta, il metodo oggi seguito da molti che pubblicamente, anche attraverso la stampa, critica­no, in maniera acerba e cattiva, la santa Madre Chiesa.
Non si deve mai versare aceto sulle sue piaghe aperte e sanguinanti. Il solo aiuto che il Movimento vuole dare oggi alla Chiesa è quello dell'amore: di un amore filiale e misericordioso.
«Vi farò amare tanto la Chiesa. Oggi la Chiesa attraversa momenti di grande sofferenza, perché dai suoi figli è amata sempre di meno. Da tanti si vuole rinnovarla e purificarla solo con la. critica, con attacchi violenti alla sua istituzione. Nulla si rinnova e si purifica senza amore» (9 novembre 1975).
Impegno specifico del Movimento Mariano è quello di condurre i fedeli ad essere oggi testimoni di amore alla Chiesa.
Un amore che deve concretarsi in una presenza fedele ed appassionata, per condividere il suo dolore e portare con lei la sua grande Croce.
Un amore soprattutto che porta ad essere, in ogni circostanza, elementi di coesione e di unità, così da contribuire a guarire la Chiesa da tante sue profonde e dolorose lacerazioni.

3) Impegno di conversione.

Viene ancora affermato, nella formula di consacrazione per i laici: «Ci impegnamo ad operare in noi quella interiore conversione tanto richiesta dal Vangelo».
La Madonna domanda anche ai fedeli, che appartengono al Movimento, un quotidiano impegno di conversione, sulla strada della preghiera e della penitenza.
Per questo, come Mamma attenta e preoccupata, li aiuta a fuggire il peccato, a vivere in grazia di Dio, li invita alla confessione frequente, ad una intensa vita Eucaristica, ad osservare sempre la Legge di Dio, con un particolare impegno a vivere la virtù della purezza specialmente da parte dei giovani e dei fidanzati, e la castità coniugale nel sacramento del matrimonio, secondo la dottrina di Cristo, recentemente riaffermata dal Magistero della Chiesa.
E questo oggi diventa tanto necessario, per reagire ad una sfacciata impurità che viene ovunque diffusa, e se si vuole contribuire a rendere il mondo Più pulito e Più bello.
«I fedeli siano di esempio con un austero modo di vivere, con il ripudio di una moda sempre Più provocante ed oscena, con l'osteggiare in ogni modo il diffondersi di stampe e di spettacoli immorali e questo continuo dilagare di fango, che tutto sommerge.
Siano di esempio a tutti per la loro purezza, per la loro sobrietà e per la loro modestia.
Fuggano tutti quei luoghi dove viene profanato il carattere sacro della loro persona. Formino, attorno ai miei Sacerdoti, il mio grande esercito bianco» (1° novembre 1973).
Ormai sono decine di milioni i laici che, da ogni parte del mondo, hanno aderito al Movimento Mariano e spesso, proprio da loro, i Sacerdoti ricevono buon esempio, aiuto concreto e pre­zioso incoraggiamento.

d) I Cenacoli.

Si può dire che il M.S.M. opera in tutti gli ambienti della vita ecclesiale, in cui si trovano personalmente impegnati i suoi aderenti: dalle case religiose alle parrocchie, dal settore della teolo­gia alla pastorale, dalla spiritualità all'apostolato missionario.
Quanto Più un Sacerdote vive lo spirito del Movimento, tanto Più si impegna con entusiasmo e fa proprie le iniziative della Chiesa. Talvolta però il Movimento si sviluppa, all'interno della vita ecclesiale, con una sua tipica attività che è quella di radunare i Sacerdoti ed i fedeli in incontri di preghiera e di fraternità, chiamati «Cenacoli».

1) Cenacoli regionali, diocesani e familiari.

I Cenacoli regionali e diocesani si sviluppano sempre in unione con il Vescovo del luogo il quale, o partecipa personalmente o, alle volte, manda il suo assenso e la sua benedizione.
Questi Cenacoli offrono una invidiabile occasione per fare concreta esperienza di preghiera fatta insieme, di fraternità vissuta, e sono di grande aiuto a tutti nel superare dubbi e difficoltà, per procedere con coraggio sulla difficile via della consacrazione.
Fra i Sacerdoti, che si sono assunti il compito di radunare i confratelli, sono stati scelti i Responsabili del Movimento, a livello nazionale, regionale e diocesano.
Dai Responsabili di ogni nazione si ricevono resoconti assai confortanti, in cui si assicura che i Cenacoli hanno sempre un maggiore sviluppo.
I Cenacoli familiari sono oggi particolarmente provvidenziali, di fronte al grave disgregamento della vita familiare.
In essi una o Più famiglie del Movimento si riuniscono in una medesima casa: si recita il Rosario, si medita sulla vita di consacrazione, si fa esperienza di fraternità comunicandosi recipro­camente problemi e difficoltà e si rinnova sempre insieme l'atto di affidamento al Cuore Immacolato di Maria.
Si è ormai accertato che, dai Cenacoli familiari, le famiglie cristiane sono aiutate a vivere oggi come vere comunità di fede, di preghiera e di amore.

2) La struttura dei Cenacoli.

La struttura dei Cenacoli è assai semplice. A imitazione dei discepoli, che erano riuniti con Maria nel Cenacolo di Gerusalemme, ci si ritrova insieme:
- Per pregare con Maria.
I Cenacoli devono essere anzitutto incontri di preghiera.
Ma questa preghiera deve essere fatta con Maria.
È per questo motivo che una caratteristica comune a tutti i Cenacoli è la recita del santo Rosario. Con esso si invita la Madonna ad unirsi alla nostra preghiera, si prega insieme con Lei, mentre da Lei stessa viene svelato alle anime il mistero della vita di Gesù.
«Il vostro Rosario, che nei Cenacoli recitate, assecondando la pressante richiesta della vostra Mamma Celeste, è come una immensa catena di amore e di salvezza, con cui potete avvolgere persone e situazioni e persino influire su tutti gli avvenimenti del vostro tempo. Continuate a recitarlo, moltiplicate i vostri Cenacoli di preghiera» (7 ottobre 1979).
- Per vivere la consacrazione.
Durante i Cenacoli ci si deve aiutare reciprocamente a vivere la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Ecco la via da seguire: abituarsi al modo di vedere, di sentire, di amare, di pregare e di operare della Madonna.
A questo deve servire la pausa di meditazione che si fa nei Cenacoli, perché vi sono altri momenti e altri luoghi per gli aggiornamenti, che pure sono indispensabili per tutti.
In genere questo spazio di tempo viene dedicato alla comune meditazione del libro del Movimento. Non rientra perciò nello spirito del Cenacolo trascorrerlo ascoltando dotte conferenze o aggiornamenti culturali, altrimenti si corre il pericolo di allontanarsi da quel clima di semplicità e di familiarità, che tanto rende fruttuosi i nostri incontri.
- Per fare fraternità.
Finalmente nei Cenacoli si è tutti chiamati a fare esperienza di una autentica fraternità. Non è forse questa una delle Più belle esperienze, che si fa sempre in ogni Cenacolo?
Quanto Più si prega e si lascia spazio all'azione della Madonna, tanto Più si sente di crescere anche nell'amore scambievole fra di noi.
«Perché vi voglio uniti in Cenacolo con Me? Per aiutarvi a volervi bene ed a vivere nella vera fraternità, in compagnia della Mamma. È necessario oggi che i miei Sacerdoti si conoscano, si aiutino, si vogliano veramente bene, siano come fratelli riuni­ti dalla Mamma. C'è troppa solitudine, c'è troppo abbandono oggi per i miei Sacerdoti. Non li voglio soli: si aiutino, si amino, si sentano e siano veramente tutti fratelli» (17 gennaio 1974).
Al pericolo della solitudine, oggi particolarmente sentita e pericolosa per i Sacerdoti, ecco il rimedio offerto dalla Madonna: il Cenacolo, dove ci si riunisce con Lei per poterci conoscere, amare ed aiutare come fratelli.

e) Un aiuto per la Chiesa.

Al termine di questa prima parte della Introduzione, dove soprattutto si è cercato di spiegare l'origine, la diffusione e la spiritualità del Movimento Sacerdotale Mariano, viene naturale porsi questa domanda: ma che significato ha questo Movimento oggi nella Chiesa? Fra moltissime associazioni che operano, a tutti i livelli, quale è la sua funzione nella vita ecclesiale?
Alla domanda mi pare di dover dare questa semplice risposta: il M.S.M. è un aiuto, che la Mamma Celeste oggi offre alla Chiesa, perché avverta la sua presenza materna, sia consolata in mezzo a grandi sofferenze, e si senta sempre circondata dall'amore e dalla preghiera di tanti suoi figli.
Con il M.S.M. la Madonna vuole offrire alla Chiesa un valido aiuto a superare la dolorosa crisi della purificazione che sta vivendo in questi tempi.
A causa di questa crisi, si vede che Ordini e Congregazioni religiose, una volta fiorenti, attraversano ora momenti di particolari difficoltà.
Con la sua Opera la Madonna desidera aiutare tutti a superare con Lei i momenti attuali di sofferenza e perciò invita, prima i Sacerdoti, poi i Religiosi e i fedeli a consacrarsi al suo Cuore Immacolato ed alla Più grande fedeltà al Papa ed alla Chiesa.
Il motivo per cui il Movimento non ha alcuna esistenza giuridica è perché tale aiuto possa Più facilmente venire accolto da tutti.
In ciò sta la sua debolezza, perché, non avendo una fisionomia giuridica, si trova nella impossibilità di chiedere quella approvazione ufficiale, che potrebbe facilitargli il cammino.
Ma questa è anche la sua forza, perché, non imponendo alcun legame associativo, facilita i Sacerdoti ed i Religiosi ad aderirvi.
Se si paragona la Chiesa ad un grande albero, direi che scopo del M.S.M. non è di aggiungere un altro ramo ai molti che ha, ma è quello di immettervi una forza segreta che, partendo dal Cuore Immacolato di Maria, si diffonde a tutti i rami della Chiesa, aiutandoli a svilupparsi ciascuno secondo la propria funzione e la sua particolare fisionomia, e comunicando a tutti maggiore vigore e bellezza.
Se poi si vuole conoscere quale è la qualità che maggiormente colpisce nel Movimento Sacerdotale Mariano, mi pare di dovere affermare che è la sua essenziale povertà.
Il Movimento è cosi povero, che non ha neppure una sua esistenza ufficiale. E, non esistendo, è naturale che non possa essere, in alcun modo, catalogato.
Talvolta, sorridendo, si dice fra di noi: siamo ormai oltre trecentomila Sacerdoti e decine di milioni di fedeli, che apparteniamo al Movimento Sacerdotale Mariano, ma in nessuna parte si trova la prova che esistiamo.
Il Movimento è così povero, che non può neppure possedere mezzi propri e non ha la possibilità di accettare lasciti né beni. Esso vive delle sole offerte, che la Provvidenza gli manda, per sopperire alle ingenti spese della stampa dei libri e della loro diffusione. Anche in ciò però ogni Centro nazionale si regola autonomamente per la vita del Movimento, in base ai mezzi che la Provvidenza mette a sua disposizione.
11 Movimento è povero di appoggi umani, anche di quelli che potrebbero procurare gioia e conforto, in mezzo alle inevitabili difficoltà che si incontrano.
Tali potrebbero essere particolari raccomandazioni da parte dei Superiori, elogi ed incoraggiamenti delle autorità ecclesiastiche e vari altri attestati di benemerenza.
Il sicuro appoggio che la Madonna ci vuole donare è il suo Cuore Immacolato, e la sola lettera di raccomandazione è quella che si trova scritta nella vita di ogni Sacerdote, che a Lei si consacra, perché sia così aiutato a giungere alla santità.
Questa radicale povertà del Movimento Sacerdotale Mariano deve essere amata, benedetta e vissuta da ciascuno di noi.
Perché è la stessa povertà di Maria, che si riflette nella sua Opera.
E la povertà della Regina del cielo, che si nasconde sotto le vesti di una semplice donna di casa.
E la povertà della nostra Mamma Immacolata e tutta piena di Grazia, che si svela nel suo così semplice e normale modo di vivere, al servizio perfetto del suo sposo Giuseppe e del suo divin figlio Gesù.
La povertà di Maria deve sempre riflettersi in questa sua Opera, perché anche il Movimento Sacerdotale Mariano deve esistere, diffondersi ed operare solo al servizio e come perfetto servizio di amore alla Chiesa.
Ecco perché il Movimento non deve avere neppure una sua propria esistenza: esso può vivere solo nella vita della Chiesa ed al servizio della Chiesa.
La Chiesa, in questa maniera, può veramente essere aiutata a portare la sua grande Croce, in questi sanguinosi momenti della sua purificazione, e dalla luce che il Cuore Immacolato le do­na, per mezzo di tanti suoi figli prediletti, è sostenuta a procedere verso il suo Più grande splendore.
«Così, attraverso di voi che mi avete risposto, la mia Luce sempre Più si diffonde nella Chiesa, e la Chiesa riprende vigore e fiducia, forza e nuovo slancio per l'evangelizzazione e la salvezza di tutti i popoli della terra» (14 novembre 1980).

sabato 11 maggio 2019

I quattro che formano la mia croce per darmi la vita eterna

Finalmente oggi ho capito con certezza chi mi parla alla mia destra.

Dovete immaginarvi che io sono nel mio ufficio, seduta alla mia scrivania davanti al pc, e sono qui che studio la parola di Dio nella Valtorta e rimango in contatto con il mio gruppo del TRIONFO IMMACOLATO DI MARIA.
Nella stanza alle mie spalle c'è un altro ufficio, molto più grande dove un tempo si facevano progetti e altri lavori d'ufficio, ma dopo la crisi del 2008 due di questi uffici sono rimasti vuoti. L 'ex ufficio o sala riunioni alle mie spalle dal 2008 è stato adibito a sala riunioni per il gruppo di preghiera "Gesuallumanitàrimini". In questa sala vi sono numerose foto dei santi e alcune statue di Maria santissima, di San Michele e una gigantografia di Gesù Misericordioso. Quando io scrivo o leggo al compiter dalla stanza alle mie spalle qualcuno mi risponde. Ho sempre pensato che fosse Gesù, poichè lì c'è la Sua gigantografia, ma un giorno quel qualcuno mi disse: "Io sono l'Immacolata concezione". Con grande sorpresa presi atto di chi fossero gli aiuti che venivano dalla stanza alle mie spalle, e nello stesso tempo capii chi era che mi parlava dal crocifisso sulla parete alla mia sinistra: Gesù. Poi di seguito compresi chi mi parlava dalla finestra difronte la scrivania... era la Madre increata Spirito Santo... lo capii fin da subito dai messaggi che mi dava.  Infine c'era qualcun altro che mi parlava sulla finestra alla mia destra  ma non ero sicura di chi poteva essere, alcune volte attribuivo i messaggi all'angelo custode, ma in realtà non si era mai presentato. Oggi finalmente questo qualcuno che mi parla alla mia destra si è finalmente presentato e mi ha detto: "Perché Io sono Iddio. E niuno è più grande di Me. Tutti servi rispetto a Me: il Signore. Tutti un nulla davanti al mio Divino Tutto"
Io sono L'ETERNO PADRE
                     



Ora voi naturalmente siete liberi di credere ciò che volete, ma i messaggi che ho ricevuto (alcuni si trovano su questo blog) intitolato LUCE DAL CIELO










       
                                                              

mercoledì 8 maggio 2019

LA VITA DI UNIONE CON MARIA

DALLA COLLANA DIMENSIONI SPIRITUALI – IV/V

TESTIMONIANZA E MESSAGGIO DI SANTA VERONICA GIULIANI


ATTI DEL CONGRESSO INTERNAZIONALE DI STUDI SU SANTA VERONICA GIULIANI.
Roma, Pontificio Ateneo Antonianum, 27 – 31 Ottobre 1982 – A cura di Lazaro Iriarte OFM Cap.   Volume 1 – Editrice Laurentianum – GRA. Km. 68,800, Roma, 1983

Veronica, nata a Mercatello nelle Marche nel 1660, a diciassette anni entrò nel monastero delle Cappuccine di Città di Castello (Perugia). Passò la sua vita nella preghiera e nella penitenza per portare anime a Dio. Segnata dal dono delle stimmate fu infiammata da un grandissimo amore per  Cristo Crocifisso. Raccontò le sue esperienze mistiche in un voluminoso “Diario”, che scrisse per obbedienza al suo confessore. Morì nel 1727, e fu canonizzata da Gregorio XVI.


LA VITA DI UNIONE CON MARIA ALLA LUCE DEL “DIARIO”


Padre Paolo Berti, OFM Capp. Bologna

Nel convegno di studi su S. Veronica Giuliani, tenuto a Città di Castello nel 1978, il promotore, mons. Cesare Pagani, allora vescovo di quella diocesi, poneva a premessa dei lavori l’invito ad accostarsi all’opera di S. Veronica nello spirito di un dialogo: “un dialogo diretto e pertinente su lei e su noi, sulla sua e nostra vita, sulla sua e nostra esperienza”.
Tali parole, rinnovate nel 1981 in occasione dell’incontro annuale celebrativo della Santa, mi hanno invitato a offrire sul tema mariano un contributo, che è atteso in quella linea culturale che gli scritti di S. Veronica promuovono.
Tali scritti, infatti, sono fecondi di stimoli di vita interiore per il lettore, per il fatto che l’asse del Diario è costituito dalla vita sacramentale e lo straordinario mistico vi si rivela confluente ed emergente.
I giudizi sono infatti in riferimento alla Confessione, gli sponsali alla Comunione, le stimmatizzazioni con la Passione, le operazioni sul cuore con la Comunione e la Passione e, quindi, con la realtà sacrificale della Messa. Pure le esperienze mistiche dei riposi sul grembo di Maria, della Comunione fatta per mano di Maria, dei baci di pace, non sono estranee al lettore, perché inviti preziosi a consegnarsi alla Madre, che vuole comunicare sé ai suoi figli.
E’ notificazione immediata del Diario che i punti generali per cogliere l’itinerario di S. Veronica sono i seguenti: Maria è colei alla quale bisogna rivolgersi per avere un’intensa unione con Cristo, e che l’imitazione di Cristo vuole l’orientamento alla sua Passione, per completarla nella limpida consapevolezza che Dio è offeso dai peccati ed esige, nella comunicazione del suo infinito amore, riparazione.

1 Maria nello sviluppo spirituale di Veronica

     La prima esperienza di Veronica è all’età di 3 o 4 anni, nel giardino di casa, quando venne attratta dal divin Bambino che le era apparso tra i fiori, per poi sparire repentinamente dopo averle detto: “Io sono il vero fiore” (D I,2). Veronica cominciò così ripetute visite alle immagini di Maria col Bambino, presenti nella sua casa, rivolgendo insistenti domande a Maria di avere il Bambinello tra le braccia.

All’età di 7 anni ebbe poi inizio un intenso amore per la Passione e la partecipazione ad essa.
Questi punti, veri A e Ω di S. Veronica, sono così posti fin dagli inizi del suo cammino, in attesa di essere sviluppati.
Così l’andare a Maria per avere il Bambinello diventerà ben presto non soltanto l’incontro con la “Madre di Gesù”, ma con la propria Madre. A pag. 136 del primo volume dell’edizione di Oreste Fiorucci, nell’ambito della prima relazione di S. Veronica, si ha la descrizione di uno sponsale che rivela bene questo sviluppo. Lo sponsale è uno dei primi vissuti dalla Santa.

Rivolto alla Beata Vergine disse: Questa è mia sposa: a voi viene a essere vostra figlia. Ve la consegno, acciò ella mi sia fedele ed operante alle operazioni mie che voglio operare in lei”.

E’ dunque alla Beata Vergine gloriosa che Veronica viene affidata quale figlia; tuttavia in custodia “per sempre” verrà data all’Addolorata e sarà, la figlia, la novizia, la professa di Maria Addolorata.

In quell’istante, io vidi uscire dalle sue piaghe SS.me cinque raggi risplendenti; e tutti vennero alla volta mia… Tosto fui ferita, quelle fiamme di nuovo ritornarono in raggi risplendenti; e li vidi posare nelle mani e piedi e costato del Crocefisso. Il Signore mi confermò per sua sposa; mi consegnò alla sua Madre, mi dedicò, per sempre, sotto la sua custodia” (D I,897).

Ogni evento della vita di Veronica è toccato dalla presenza di Maria. Nei giudizi Maria è presente in favore di Veronica che a Lei si rivolge nel dolore delle colpe, messe a nudo da rigorose elencazioni dei doni ricevuti e delle mancanze commesse, in una confidenza che non disarma, anche se Maria si presenta all’imputata con un iniziale volto severo. La Madre le rivelerà poi che quel volto severo era solo per farle toccare vertici di pentimento (D IV, 325).


Negli sponsali Veronica si sente indegna in virtù di comunicazioni interiori e si rivolge a Maria per essere gradita a Cristo che vuole celebrare lo sponsale con lei; e Maria la abbellisce mediante la comunicazione delle sue virtù; comunicazione visualizzata con gemme, con il prendere Maria la mano di Veronica per porgerla al Figlio, con il prendere Maria in mano l’anello nuziale ridandolo poi a Gesù, con il tenere Maria fin dall’inizio l’anello nelle sue mani a significare che lo sponsale è stato ottenuto dalla sua intercessione e, ancora, un abito bianco dato da Maria a Veronica insieme ad una piccola croce.
Nelle operazioni sul cuore Maria agisce rendendolo gradito a Dio col purificarlo con i meriti di Cristo, presentati nel segno di un calice pieno di sangue; con l’abbellirlo dei suoi meriti, visualizzati in un calice pieno delle sue lacrime; col comunicargli il nutrimento delle sue disposizioni, rappresentate simbolicamente in un calice pieno di latte; con l’istruirlo con il contatto di un sigillo, segno dei suoi dolori; con il vincolarlo amorosamente con l’incastro misterioso di segni della Passione, e di lettere iniziali di virtù; con il renderlo partecipe dei suoi dolori, e con il cambiarlo con il suo.
Nelle stimmatizzazioni è presente quale modello di partecipazione alla Passione e mediatrice di grazia per parteciparvi.

Madre di pietà, di misericordia, impetratemi questa grazia di essere crocefissa col Crocefisso mio sposo. Ed ella, rivolta al suo Figlio, gli diceva: Su presto, crocifiggete quest’anima” (D I,896s.).

Nella Confessione dona a Veronica, che a lei si rivolge in preghiera, la grazia di un intenso pentimento. “In quell’istante mi venne tale cognizione e dolore, che parvemi mi volesse scoppiare il cuore; e mi durò in tutta la Confessione” (D III,446). Nella Comunione le comunica le sue disposizioni, esaudendo le sue preghiere. “Vergine SS.ma preparate quest’anima mia e questo cuore acciò domattina Dio sacramentato possa operare a suo beneplacito (D IV,592).  Nella Messa le illustra il valore del sacrificio e la stimola a patire per i peccatori (D V,335).
Nella direzione spirituale del confessore è presente attraverso esso:

Fa tutto quello che ti comanda, perché esso è guidato da me; ed io, per mezzo suo, ti comando, ti ordino e ti guido” (D III,1106).
Figlia mia ti faccio sapere che il vero modo di stare sotto il mio manto è lo stare sotto la mia direzione, per mezzo del mio servo” (DIV,248).

Nella vita quotidiana le è sempre accanto:

Se mi metto a lavorare, se vado a mensa, se vado a riposarmi, in tutte le opere ella mi è guida e maestra. Parmi di sentirla sempre appresso a me, che, come fedelissima Madre m’insegni il modo di operare in tutto. Ciò, qualche volta, mi apporta grande timore e riverenza verso la medesima; e mi pare che, con gravità ed amore insieme, ella ricordi a quest’anima mia tutto ciò che deve fare, per fare in tutto la volontà di Dio; e con che purità d’intenzione e con che fervore si deve operare. Perché queste opere hanno da comparire avanti all’Altissimo, ella medesima le vuole in sue mani per farne offerta al suo Figlio Ssmo e pare che m’insegni, in modo che, con facilità, mi tiene sempre occupata colla mia mente in Dio; ed in un continuo esame di me stessa” (D III,386).

Svariatissimi sono i punti di acceso nel Diario  alla comprensione dell’agire intimo di Maria; tuttavia uno lo facilita ed è costituito dal seguente passo, che, dopo aver illuminato Veronica, illumina il lettore: “Questi fogli che ora scrivi… siano a te per ricordo e testimonianza che io, tua coadiutrice alle operazioni di Dio in te, sono anche cooperatrice con te” (D IV,489).  Maria è “coadiutrice” alle operazioni di Dio nell’assimilare Veronica a sé, per comunicare sé.
Così l’anima, istruita dalla catechesi della Chiesa e dalla luce della grazia, dicendo i suoi sì a Maria, obbedendo così a Cristo che dalla croce disse: “Figlio ecco tua Madre”, vede diventare sempre più viva la sua unione con Lei, nell’azione dello Spirito Santo, che è Spirito di vita e di comunione:

In quell’istante esso Amore unìte con me, ambedue le anime per unione si fecero una sola” (D IV,667).
In quel mentre io ti feci riposare nel mio seno, avesti l’unione con l’anima mia” (D IV,901).

Maria vedendo l’anima unita a sé comunica, sempre più, sé all’anima in modo che i suoi connotati interiori si stampino in essa.
Moltissimi testi del Diario fanno da guida a questo pensiero:

Figlia mia, sei guidata da me, sei mia figlia e ogni volta che tu avrai l’unione con l’anima mia, sempre resterai adorna con le mie virtù, con i miei meriti” (D IV,599).

Fu graziata quest’anima dell’anima mia e io le feci un altro adornamento delle mie virtù e meriti, che restarono impresse in essa come fa il sigillo con la cera” (D IV,621).

Tali passi dicono che la comunicazione delle virtù è accompagnata dalla comunicazione dei meriti; cioè dalla confidenza, stampata nel profondo della coscienza, nell’azione di mediatrice di grazia della Madre.

2 L’esperienza infusa di unione con Maria

Ciò è attuato da Dio, che realizza nell’anima i desideri di comunicazione di Maria. L’assimilazione alla Madre avviene, inoltre, nell’intima conoscenza dell’animo di lei. Tale conoscenza si colloca quale arricchimento e sviluppo della catechesi ricevuta da Veronica dalla Chiesa, ed è data da Maria verbalmente o “ab intra”.
Per la comunicazione verbale valga questo utilissimo passo:

Figlia mia, sappi che, quando venne l’Angelo Gabriele a darmi questo annunzio, per parte di Dio Onnipotente, io stavo nella cognizione della mia bassezza e viltà; ed è questo l’esercizio che do a te. Sta sempre avvilita ed annichilita sotto tutti, come vile fango e polvere” (D III,961).

Per la comunicazione “ab intra”:

Ebbi un non so che di divino che fu un saggio di quello che ebbe l’anima di Maria SS.ma nel dare il consentimento del suo volere a Dio (nell’Annunciazione). Essa allora fece per sé e per tutti noi, ed offrì essa medesima per la nostra redenzione” (D III,963).
In quel mentre l’anima tua si unì alla mia e avvertì la cognizione e penetrazione di quel che patì il mio cuore” (D IV,442).
Io in quel punto ti feci riposare sul mio seno e per mezzo del mio cuore partecipai a te un saggio di quel contento che ebbe l’anima mia, nell’ora in cui il mio Figlio SS.mo risuscitò” (D IV,450).

Tutto ciò sviluppa l’imitazione di Maria, e Veronica è così davanti a Dio bella della bellezza della “Piena di Grazia”. Procedendo oltre si vede come la già vista comunicazione dei suoi meriti si traduce, presso Dio, in un rafforzamento della preghiera da parte di Maria così che Veronica viene a “trovare grazia presso Dio”.
Tornando al testo di introduzione, Maria è “cooperatrice” proprio nel far “trovare grazia presso Dio”.
Il far “trovare grazia presso Dio” non va visto sulla linea della preghiera a Maria, che intercede presso Dio: esso nasce dall’assimilazione dell’anima a Maria ed è attuato con impulsi di grazia attuale che, voluti da Maria e realizzati da Dio, muovono Veronica a Dio.
A questo punto ci si trova in pieno nel capitolo primo del Vangelo secondo Luca, cioè nel mistero dell’adombramento che lega Maria allo Spirito Santo, e l’A si risolve nel mistero dell’incarnazione. Ecco un testo eloquente dell’opera dello Spirito Santo che agisce nell’anima che ha trovato grazia presso Dio:

Queste cose tu come tu non le potevi fare, ma le facevi per istinto mio; io guidavo te e tu con me operavi e cooperavi con il divino amore” (D IV,453).

Lo Spirito Santo nel Diario viene presentato quale maestro, poiché Veronica più volte è detta “Figlia dell’Eterno Padre, Sposa del Divin Verbo e discepola dello Spirito Santo”.
Tale titolo, in riferimento con la Scrittura, dice che l’approfondimento della parola di verità avviene attraverso lo Spirito Santo che, essendo datore di vita, la fa vivere nella comunicazione del suo amore. Il divino amore, che è l’espressione creata dell’Amore increato, cioè lo Spirito Santo, è così: “regolamento di tutte le azioni” (D IV,461). Lo Spirito Santo risulta maestro perché insegna all’anima l’amore mediante il suo amore.
Il divino amore è presentato operante e cooperante. E’ operante quando lo Spirito Santo interpella l’anima spingendola col suo amore ad un sì di spogliamento di sé da sé, per aderire a lui che vuole stabilire una nuova intensità d’amore in un nuovo approfondimento di verità. E’ cooperante quando lo Spirito Santo, dopo aver ricevuto il sì, che è un sì detto in Maria, stabilisce nell’anima il nuovo livello di cooperazione.
Tale operare e cooperare del divino amore è l’azione di grazia attuale dello Spirito Santo a dare all’anima continui aumenti della grazia santificante.
Pure Maria, nella comunicazione dei suoi impulsi, è vista nel Diario operante e cooperante.
Maria opera movendo l’anima a consensi sempre più pieni alla volontà di Dio. Il sì dell’anima partecipa così della forza del Fiat di Maria. Coopera aiutando l’anima a cooperare con il divino amore:

Il cuore e l’anima mia poi rispondevano un sì, secondo il cuore di Maria” (D III,1097).

L’azione di Maria è così rivolta a preparare l’anima a ricevere l’azione sovrana dello Spirito Santo, rivolta a formare nell’anima congiunta a Maria il Cristo e in Lui, via che conduce al Padre e causa meritoria di Ciò, la unisce sempre più alla Trinità.
L’anima nel restare in Maria e nell’operare con Maria vive il mistero dell’adombramento, che incarna misticamente Cristo il lei, trasformandola in Lui; e il fatto che l’accesso intimo al Padre, compiuto in Cristo per l’azione dello Spirito Santo, vuole ancora:

La castissima, la purissima, l’immacolata, poiché Ella è la perfetta Sposa di Cristo” (D IV,627).

Maria tiene l’anima unita a sé per farla, in lei, sposa del Verbo incarnato.
Ella, avendo l’anima unita a sé, fa meritare all’anima, per mezzo dei suoi meriti, l’azione piena dello Spirito Santo, orientandola così all’intimità con Dio uno e trino. Maria a questo livello ha ancora l’anima unita a sé, essendo Ella la perfetta Figlia dell’Eterno Padre, la perfetta Sposa del Verbo, la perfetta Discepola dello Spirito Santo; così l’adorazione alla Trinità l’anima la compie con Lei, e viene avvalorata da Lei.

In quel mentre io ti feci riposare nel mio seno, avesti l’unione con l’anima mia, e da essa fosti come di volo portata avanti a Dio. Ella con sé consegnò te  a Dio e Dio accettò l’offerta…il divino volere (è l’azione dello Spirito Santo) operava e cooperava in te con  te, e tu cooperavi mediante la stessa anima mia, la quale teneva te unita a sé ed ella per te con te operava e cooperava…io ti feci fare l’adorazione alla SS.ma Trinità. La feci io con te per te”. (D IV,654, 901).

La stessa totale presenza di Maria la si vede nella Comunione dove Cristo dona, nell’azione dello Spirito Santo, un’intima unione dell’anima con Maria, e nello stesso tempo le dona l’iniziativa del medesimo Spirito rivolta a trasformare in Lui l’anima unita a Maria, che, trasformata in Lui, accede al Padre, e quindi alla Trinità.

Figlia, con il cuore del mio cuore questa mattina ti accosterai alla S. Comunione, e in quel punto vi sarà l’unione dei tre cuori (quello di Gesù, di Veronica, di Maria).. Ricordati che nell’atto della Comunione rimanesti subito in unione, e in essa Iddio rinnovò i comandi… l’anima della mia anima era diventata lo stesso amore… Fu fatto un legame tra te e Dio” (D IV,655).

Nella Sacra Scrittura troviamo che l’unione con la Madre si realizza nei discepoli nel momento della Pentecoste.
Maria nel cenacolo aveva toccato con il suo esempio i discepoli e lo Spirito Santo scendendo li fecondò con l’unirli vitalmente a Lei, e in Lei a Cristo. Da quel momento i discepoli si aprono alla missione data loro dal Divin Maestro nella visione ben meritata dei suoi dolori e di quelli della Madre.
In tale unione con la Madre, di cui vivamente ricordano e considerano i dolori, vedono aiutata la loro partecipazione alla Passione.

3 Unione trasformante con l’anima di Maria

Siamo all’Ω che vive nell’intenzione della conversione di se stessi e nell’intenzione apostolica della conversione dei peccatori, sia pagani che cristiani. Se il Battesimo inaugura l’A cioè  l’essere in Cristo, che implica sempre la missione, la Cresima inaugura con pienezza l’Ω, che scaturisce dall’essere Cristo.
Così nel Diario le stupende unioni sono avvio alle espiazioni.
C’è una pedagogia nel Diario che fa vedere la connessione fra comunione ed espiazione, ed è quella che prolunga nelle stimmatizzazioni il contenuto degli sponsali con Cristo.
Nelle stimmatizzazioni Veronica brama di unirsi a Cristo crocefisso nella partecipazione dei suoi dolori e implora Maria, che le si presenta quale Addolorata, per avere tale grazia.
Nelle stimmaizzazioni, poi, Maria dà a Veronica i suoi dolori quale mezzo perfetto per partecipare ai dolori di Cristo, fino a darglieli come abito interiore:

Come il mio Figlio ti ha fatto la grazia di darti i segni delle sue piaghe e la sua Passione, così io ti ho dato i miei dolori, ed ora ti do l’abito santo di essi” (D IV,253).

Ciò fa sì che ogni soffrire di Veronica sia in unione a Cristo Crocefisso nella perfezione comunicatale dall’abito infuso datole dall’Addolorata.
Tale abito interno si collega con le virtù poiché il Diario riferisce che:

(Maria) mi ha fatto la grazia di rinnovarmi, nel cuore, i suoi dolori… Il primo: la vita in obbedienza; il secondo: la vita fra patimenti e in patimenti; terzo: l’umiltà; il quarto: obbedienza pronta a chi sta in luogo di Dio; il quinto: purità d’intenzione, ed abbracciare qualsiasi croce, per puro amore di Dio; il sesto: morire a me stessa e stare nelle mani dell’obbedienza, come corpo morto; il settimo: mi sono consacrata tutta al Cuore di Maria SS.ma” (D III,956).

I dolori sono stimoli di virtù; e in tal modo insegnano e spingono al consenso ai patimenti. Sono, ancora, stimoli di confidenza nell’intercessione di Maria poiché Veronica sa che i dolori di Maria sono fonte di grazie (D III,473) e sono “voce” per chiedere grazie (D III,763).
Veronica nel soffrire viene privata di ogni consolazione da parte di Maria e dello Spirito Santo, che continuano la loro opera di trasformazione in Cristo, in Cristo Crocefisso, affinché trasformata in Lui, in Lui sia offerta gradita al Padre. Veronica è condotta al puro amore nel puro patire.

Figlia mia, sta attenta, nel patire si trova l’amore; coll’amore devi amare; fra pene si ama, con pene si trova l’amore e nei  tormenti si affina, si purifica l’anima” (D IV,422).
Io ti privai di ogni contentezza” (D IV,616).
Mi raccomandavo alla SS.ma Vergine, ma ella si era totalmente nascosta” (D IV,622).
Il divino amore mi ha spogliata in modo che anche nelle sue operazioni mi privava di Lui: sia ringraziato il volere di Dio” (D  IV,619).
Ora io dico che quell’operare è puro amore, e credo che lo stesso amore sia la guida dell’anima desolata, in abbandono” (D IV,617).

Così non è il dolore in se stesso che fa l’immolazione, ma l’amore che sa dire di sì ai patimenti, i quali sono via per più amare.
La molla dell’espiazione nasce dal vedere Dio infinitamente buono offeso, e dal desidero di amarlo per quelli che vivono in “offesa di Dio”. (D IV,542).
L’amore di Dio è presente nella Creazione e nella Redenzione e così Veronica contemplando la bellezza delle cose vi vede l’amore di Dio, che tutto ha fatto per l’uomo.
Così, con amore francescano, una notte fa guardare alla sua umanità, ribelle all’espiazione, le stelle, espressione stupenda dell’amore di Dio (D II,312):

Le facevo (alla sua umanità) mirare il cielo così bello e stellato e le dicevo: Non vedi, o pazza, che tutte quelle stelle ti invitano a patire?”.

Sempre nella stessa pagina, in parallelo col cantico di Daniele 3.57, domanda alle creature inanimate, ma obbedienti alle leggi di Dio, di essere voce per lei. Obbedire a Dio per Veronica è vivere l’itinerario sacrificale di Cristo.

Dicevo: o erbe, o piante, servitemi di voce, tutte voi e quante mai siete, in questo luogo e in tutto l’universo mondo. Io intendo, con tante voci, di chiedere più patire al mio Signore”.

E ancora in piena sintonia con S. Francesco, che “fu udito interpellare con grida e gemiti la bontà divina a favore dei peccatori”. (S. Bonaventura, Leggenda Maggiore: Fonti, p.921), in tali momenti si rivolgeva a Gesù con parole ardentissime:

Sì, sì, mio caro Sposo: vengo da voi come da vostra sposa; altra grazia non vi chiedo in questo punto, che di amarvi; e vorrei che convertiste tutto il mondo, acciò tutti e tutte si convertissero a voi, mio sommo unico Bene!” (D I,756).

Veronica sa che Maria vuole ciò che vuole Dio e nel suo orientamento a lei accetta in tutto la sua volontà:

Con Maria SS.ma mi protestai di volere sempre fare la sua volontà” (D IV,85).
Ho preso in me la volontà di Dio e Maria”.

La volontà di Dio e di Maria è quella di farle vivere la sua missione di “mezzana tra Dio e i peccatori”. Veronica si rivolge immancabilmente a Maria per avere aiuto in questo:

Mamma mia SS.ma eccomi pronta con il vostro aiuto a tutto: alla croce, alle pene, ed ai tormenti. Io come io, non posso niente, e sono polvere e cenere” (D III,963).
Ora, Madre SS.ma, sarò una cosa medesima con voi, perché ab eterno foste eletta Madre dei peccatori e mezzana fra Dio e i peccatori. Come vostra figlia lascio tutto il dominio a voi; ed in quanto alla conversione delle anime il patire resti in me, coll’aiuto vostro, colla grazia vostra accetto tutto” (D IV,383).

Veronica arriva a chiedere a Maria che accetti per lei e con lei la volontà di Dio:

Madre carissima, fate voi per me. Io voglio tutto quello che vuole Dio e voi. Ma voi che conoscete la volontà di Dio, accettate tutto per me con me” (D IV,421).
Io Veronica, per obbedire a voi Vergine SS.ma vi prometto fedeltà, e alla vostra volontà mi unisco per fare in tutto la volontà di Dio” (D IV,542).

E ancora fa dipendere tutta la sua opera da Maria, consegnandola a Lei:

Mia cara Mamma spero che voi mi otteniate il perdono di tutti i miei peccati. Vedete chi sono. Il vostro SS.mo Figlio, mio Sposo, Gesù, pare che mi voglia fare un dono di tutti  suoi meriti infiniti, acciò, con essi, io negozi la salute di questa (Veronica) e di tutte le anime. Io vi prego, Vergine SS.ma, che tutto negoziate voi. Stia tutto in mano vostra” (D III,406).
Da quanto detto risulta che Veronica vive il suo rapporto con Dio, unita a Maria e con Maria, nell’appoggio ai suoi meriti e nella imitazione delle sue virtù:

Gesù davami per ammaestramento e regola il modo e la vita della sua cara Madre” (D III,912).

In Maria, è l’unione di Veronica con Lei. Con Maria, è l’operare di Veronica con Lei, che con impulsi di grazia attuale prodotti da Dio stesso opera in Veronica e coopera con Veronica. Nell’appoggio a Maria, cioè nella confidenza totale nei suoi meriti:

Parmi che più volte mi abbia dato l’ufficio di dispensatrice delle sue grazie” (D II,539).

Veronica per tali processi di unione diventa graditissima a Dio e inespugnabile al Male. Tanto inespugnabile che il nemico in tutti i modi tenta di distoglierla da Lei:

Il demonio fa quanto può per levarmi da Maria” (D III,653).

Veronica vive una continua consegna di sé a Maria. Ciò lo si vede nelle preghiere registrate nel Diario e in modo particolare negli atti di donazione. Ne riporto alcuni:

Mamma cara, pigliate quest’anima con le sue potenze, il corpo con i sensi, il cuore con tutti gli appetiti” (D  III, 619). “Mamma cara, vi dono il cuore, l’anima con le sue potenze, il corpo con i sensi” (D III,815).

Veronica offre pure tutte le sue azioni:

Madre Santissima, adesso e per sempre io dono a voi tutto ciò che farò, acciò voi medesima l’offriate al vostro Figlio” (D IV,385).

Nel Diario il termine consacrazione a Maria ricorre in occasione della già citata rinnovazione dei dolori di Maria nel suo cuore. E’ al settimo dolore che Veronica si consacra a Maria (D III,956). I 7 dolori di Maria presentati dalla tradizione sono: la profezia di Simeone, la fuga in Egitto, la ricerca di Gesù che disputava tra i dottori del tempio, l’incontro col Figlio sulla salita del Calvario, la crocifissione, la deposizione, la sepoltura di Gesù. Il fatto che Veronica si consacri a Maria in quel momento doloroso, fa vedere come la consacrazione a Lei sia un vivere le parole di Cristo: “Figlio ecco tua Madre nella prospettiva della partecipazione alla Passione.
Nelle altre parti del Diario Veronica usa altri termini che indicano la stessa realtà: Veronica “si dedica”, si “pone al suo servizio”, si “dona”, “promette fedeltà”, “lascia a Lei tutto il dominio”.
Il tema mariano presentato dal Diario di S. Veronica risulta così inserito con pienezza, non trovabile altrove, nel mistero cristiano; e si deve dire che circa la mariologia sull’Addolorata veramente si deve dipendere da esso.
Il Diario perciò è un’affermazione piena che l’approfondimento del mistero cristiano include sempre Maria.
S. Francesco, nella sua stupenda spiritualità evangelica, non ha mancato di vedere con chiarezza Maria. Il titolo dato da lui a Maria di Sposa dello Spirito santo gli è giunto dalla meditazione del capitolo 1 di Luca; e sempre in questo capitolo ha visto Chiara e le sorelle “sposate allo Spirito Santo: “Poiché per divina ispirazione, vi siete fatte figlie e ancelle dell’Altissimo sommo Re, il Padre celeste, e vi siete sposate allo Spirito Santo scegliendo di vivere il Vangelo”. (Fonti, p. 136). I termini “ancelle” e “Altissimo” sono di quel capitolo; e Chiara e le sorelle risultano sposate allo Spirito Santo nel riferimento a Maria. Le vergini consacrate sono così viste in Maria, la consacrata dallo Spirito Santo (Fonti, pag. 176) nella sua maternità, e viste feconde in Lei, per lo Spirito Santo, dell’essere in Cristo secondo la perfezione del Vangelo.