lunedì 4 febbraio 2019

Redenzione del seme d’Adamo per opera del Figlio, Santificazione operata dallo Spirito, giudizio finale e ritorno di Cristo.

QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 92


16 agosto 1943

   Dice Gesù
   «Sono il "Primogenito di fra i morti" secondo l’ordine umano a divino. Primogenito secondo l’ordine umano perché figlio, per parte di madre, di Adamo, sono il primo generato, della stirpe di Adamo, che sono nato come avrebbero dovuto nascere tutti i figli dei creati dal Padre mio.
   Non sbarrare gli occhi. Maria è nata per volere di Dio senza macchia e questa preservazione è stata voluta giustamente per preparare la mia venuta. Ma senza uno speciale volere, Maria, nata da uomo e donna insieme congiunti secondo la legge della natura, non sarebbe stata diversa da tutte le altre creature venute dalla radice contaminata di Adamo. Sarebbe stata una grande "giusta", come molti e molte altre dell’antico tempo, ma nulla di più. La Grazia, Vita dell’anima, sarebbe stata uccisa in Lei dal peccato d’origine.
   Sono Io che ho vinto la morte e la Morte. Io che ho richiamato in Vita i morti del Limbo. Dormivano. Come Lazzaro, la cui risurrezione adombra questa più vera. Io li ho chiamati. E sono risorti. Io, nato da donna figlia di Adamo, ma senza macchia d’origine, ossia come avrebbero dovuto essere tutti i figli di Adamo, sono perciò il Primogenito, secondo l’ordine naturale, di Adamo, nato vivo in mezzo ai generati morti di Adamo.
   Sono il "Primogenito" secondo l’ordine divino perché sono il Figlio del Padre il Generato, non il creato da Lui.
   Generare vuol dire produrre una vita. Creare vuol dire formare. Io posso creare un nuovo fiore. L’artista può creare una nuova opera. Ma solo un padre e una madre possono generare una vita.
   Sono dunque il "Primogenito" perché, nato da Dio, sono alla testa di tutti i nati (secondo la grazia) da Dio.
   Quando con la mia Morte ho squassato le porte dell’al di là e ne ho tratto i dormenti alla prima risurrezione, ho anche aperto le chiuse dei laghi mistici nel cui lavaggio si deterge il segno che uccide, muore la Morte dello spirito, la vera Morte, e nasce la Vita dello spirito, la vera Vita .
   Sono infine il "Primogenito" di fra i morti perché la mia Carne entrò prima nel Cielo, dove entreranno alla Risurrezione ultima le carni dei santi i cui spiriti attendono nella Luce la glorificazione del loro io completo, come è giusto che sia perché santificarono se stessi vincendo la carne e martirizzandola per portarla a vittoria, come è giusto che sia perché i discepoli sono simili al Maestro per amoroso volere del Maestro, e Io, Maestro vostro, sono entrato nella Gloria con la mia Carne che f u martirizzata per la gloria di Dio.
   Più avanti ti parlerò delle due risurrezioni, viste sempre da voi con1 riferimenti umani, mentre vanno viste con vista spirituale.
   Questa mia Primogenitura divina e umana mi dà, di conseguenza, diritti sovrani, poiché è sempre il primogenito di un re colui che eredita la corona. E quale re più Re del Padre mio?
   Re eterno il cui regno non ha principio né fine e contro il quale nessun nemico ha potere. Re unico senza rivali che mi eleva nel generarmi alla sua stessa sovranità perché Io sono Uno col Padre, consustanziale a Lui, inscindibile da Lui, parte viva attiva, perfetta di Lui. Re santo, santo, santo di una Perfezione tale che è non immaginabile a mente umana. Sfolgora nel Cielo, sulla terra e sugli abissi, dilaga sui monti, investe di Sé quanto è, la santità gloriosa del Padre mio, santità che Noi adoriamo perché è quella da cui siamo generati e da cui procediamo.
   Gloria, gloria, gloria al Padre, Maria, gloria sempre perché da Lui viene ogni bene ed il primo Bene sono Io, tuo Salvatore.
   Il mio regno non è di questa terra, secondo quanto vuol dire regnare sulla terra.
   Ma è Regno della terra. Poiché Io sulla terra avrò regno. Regno palese e vero, non solo spirituale quale è ora e di pochi. L’ora verrà in cui sarò Re solo e vero di questa terra che ho comperata col mio Sangue, della quale sono stato creato Re dal Padre con ogni potere su di essa. Quando verrò? Che è l’ora rispetto all’eternità? E che ti importerà dell’ora quando sarai nell’eternità?
   Verrò. Non avrò nuova carne poiché ne ho già una perfetta. Evangelizzerò, non come evangelizzai, ma con forza nuova, perché allora i buoni saranno non umanamente buoni come lo erano i discepoli della mia prima venuta, ma saranno spiritualmente buoni, e i malvag isaranno spiritualmente malvagi satanicamente malvagi, perfettamente malvagi. Perciò la forma sarà consona alle circostanze, perché se usassi la forma di 20 secoli or sono sarebbe superata, pei perfetti nel bene, e sarebbe offrire modo ai satanici di recare un’offesa che non è permessa recare al Verbo glorificato. Come una rete di maglia fina trascinerò dietro alla mia Luce i giunti alla sottigliezza spirituale, ma i pesanti, per la congiunzione della carne con Satana, i Morti dello spirito che la putredine dell’anima tiene confitti nel fango, non entreranno nella mia Luce e finiranno di corrompersi nella congiunzione col Male e con la Tenebra.
   Per ora preparo il tempo futuro usando singolarmente la Parola che scende dai cieli a dar luce alle anime pronte a riceverla. Faccio di voi i radiotelefonisti intenti a udire l’insegnamento che è perfetto e che avevo già dato e che non muto, poiché Una è la Verità, ma che è stato dimenticato o svisato, troppo dimenticato e troppo svisato perché faceva comodo dimenticarlo e svisarlo.
   Faccio questo perché ho pietà dell’Umanità che muore senza il pane dello spirito. Come ho dato Me per pane dell’anima vostra, così ora porgo la mia Parola per pane del vostro spirito. E ripeto: "Beati coloro che ascoltano la parola di Dio a l’osservano".»

16 agosto, sera. 
   Dice Gesù: 
   «Ho detto che la mia nuova venuta avrà forma e forza nuova consona alle circostanze e ti ho spiegato come saranno allora gli uomini. Il tempo dello spirito deve venire. 
   
L’uomo è partito da una tenebra fonda e da un peso immane di fango, dopo aver perduto la Luce divina di sua propria volontà, ubbidendo alla seduzione nemica il cui vero essere si adombra nel frutto che insegna il Bene e il Male, ossia che ha svelato all’uomo quanto per suo bene Dio aveva nascosto alla materia, alla mente, al cuore. Così puri, così pacifici, così onesti, così pii sareste stati se non aveste morso la triplice concupiscenza che è dolce alla bocca, ma amara allo spirito più dell’aceto e fiele che mi venne porto sulla Croce!
   Piombato dalla dimora paradisiaca sulla terra, schiacciato dalla rivelazione della sua carne profanata dalla lussuria, torturato dal rimorso di avere causato il suo male, angosciato dalla persuasione d’aver suscitato l’ira punitiva di Dio Creatore, l’uomo non era che un povero essere animale in cui si dibattevano e lievitavano tutte le forze inferiori.
   Ti ho già richiamato l’attenzione2 sulla differenza dei precetti dati a Mosè rispetto ai miei, precetti necessari, nella loro urtante crudità, per frenare le tendenze dell’uomo, pezzo di carne appena infuso di un moto animico dato da un’anima ferita a morte e tramortita in un coma spirituale. Il ricordo della Luce perduta, vivendo nel profondo dell’anima, spingeva i passi3 alla luce. Un molto faticoso cammino perché la materia pesa più dello spirito e trascina in basso. Ogni tanto la bontà dell’Eterno dava all’umanità dei "fari" per la traversata tempestosa verso la Luce vera. I patriarchi ed i profeti: ecco i fari dell’umanità cercante il porto di Luce.
   Poi è venuto Quello che Giovanni, l’Amato, chiama "la vera Luce che illumina ogni uomo".
Io sono venuto Luce del mondo e Verbo del Padre e vi ho riportato la Pace col Padre, l’abbraccio che fa ritornare figli dell’Altissimo.
   Io sono che ho riacceso la vita languente dello spirito vostro. Io sono che vi ho insegnato la necessità di nascere nello spirito. Io sono che ho raccolto nella mia Persona tutta la Luce, la Sapienza l’Amore della Triade e ve l’ho portata.
   Io sono che col mio sacrificio ho riannodato la catena, là dove s’era spezzata, saldandovi nuovamente al Padre e allo Spirito di Verità.
   Io sono che, facendo leva del mio patibolo, ho sollevato il vostro spirito giacente nella mota e gli ho dato un potente impulso per procedere verso la Luce di Dio, verso Me stesso che nel Cielo vi attendo.
   Ma pochi nel mondo e nei secoli ne hanno fruito perché il mondo ha preferito sempre più le tenebre alla Luce. Io con la mia atroce morte vi ho ottenuto la venuta dello Spirito perfetto; ma, nei secoli, sempre più l’umanità lo ha respinto, come ha respinto Me, come ha respinto il Padre.
   Come di un liquore che si depura è avvenuto che ciò che è pesante è precipitato al fondo e le parti nette hanno galleggiato. Così, nel corso dei secoli, è avvenuto dell’uomo. Colui che è voluto rimanere carne e sangue è precipitato sempre più in basso, mentre coloro che, aristocrazia del mio gregge, hanno voluto vivere nello spirito, sono divenuti sempre più spirituali. In mezzo, i tiepidi senza nome. Sono due moti opposti della massa. Una parte, e sventuratamente è la più vasta, sempre più assorbe Satana e scende sotto al livello dei bruti. L’altra parte, la esigua, sempre più assorbe Cristo, nutrendosi della sua Parola, che da 20 secoli non tace, e diviene sempre più capace di comprendere lo Spirito.
   Quando Io uso dei mezzi speciali è per accelerare, poiché i tempi stringono, la pienezza dell’ammaestramento della Parola e la pienezza della formazione spirituale dei discepoli veri, dei sudditi veri del Re Gesù Cristo. Non Re dei giudei come ironicamente disse e scrisse un uomo debole che si credeva forte di un povero potere, ma Re del Mondo prima del giudizio del mondo.
   L’uomo, procedendo verso l’ora ultima, deve raggiungere la spiritualità. Ma comprendimi. Dio è spirito, Satana è spirito. Il primo è Spirito di Perfezione. Il secondo è spirito di peccato. La massa, scissa in due per volontà propria, che Dio rispetta, segue ognuna la parte prescelta. I figli dell’Altissimo e fratelli miei scelgono la parte di Dio e per amore nostro spiritualizzano la carne. 1 servi di Satana e figli della Bestia, la parte di Lucifero, e per schiavitù voluta da essi stessi uccidono lo spirito sotto la carnalità, fanno del loro spirito una carne e un sangue corrotti e ripugnanti.
   Quando regnerò sugli e negli spiriti giunti a quella maturazione che ora è di singoli e che allora sarà di tutta la massa dei cristiani veri, Io mi rivolgerò a questa parte soltanto, perfezionandola dell’ultimo ammaestramento con una nuova evangelizzazione, non diversa nel senso, che non può mutare, ma nella forza che allora potranno capire e che oggi non capirebbero. Prova ne sia che devo scegliere speciali creature degne di tanto per sforzo proprio o rese degne per miracolo d’amore.
   Venti secoli fa ho parlato a tutti. Quando il tempo sarà venuto parlerò a questi soltanto, convinto dell’inutilità di parlare agli altri. Comincerà così la selezione degli eletti dai reprobi.
Tu, povera Maria, sei di queste anime rese degne per volontà mia. Di buono non hai che una cosa: la buona volontà d’amore. Ma è quella che mi basta. Su essa posso porre la mia cattedra di Maestro per fare della piccola anima un piedestallo per dire, ridire, e ridire ancora, le parole d’amore e d’invito all’Amore, che guida e salva.
   Verrò con la mia Carne glorificata.
   Ho messo in moto la tua curiosità dicendo questo. Non saresti donna se non fossi4 curiosa. Ma Io dico ciò che credo utile dire per vostro bene e non quello che sarebbe pascolo alla vostra curiosità inutile. Se mi è caro esser Maestro so scegliere fra la Verità quelle verità che vi è utile conoscere e basta.
  Accontèntati perciò di sapere che è giusto che nel Regno dello spirito, i cui sudditi avranno spiritualizzato la carne, sia Re Colui che rivestì il suo Spirito perfetto di carne per redimere ogni carne e santificarla, e santificò la sua di una duplice santità, perché carne innocente, perfettamente innocente, e carne immolata nel sacrificio d’amore.
   Verrò, con la mia Carne glorificata, a radunare le creature per l’ultima battaglia contro il Nemico, giudicherò con la mia veste splendente di Carne glorificata i corpi dei riviventi per l’estremo giudizio, tornerò per sempre al Cielo, dopo avere condannato alla morte eterna le carni che non vollero divenire spiriti; e vi tornerò Re fulgido di un popolo fulgido in cui l’opera del Padre, del Figlio, dello Spirito, sarà glorificata con la creazione del perfetto corpo umano quale il Padre lo fece in Adamo, bello di indescrivibile bellezza, con la redenzione del seme d’Adamo per opera del Figlio, con la santificazione operata dallo Spirito.»
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Nota mia
Non prendete per buono ciò che è scritto di Maria, in quanto modificato dalla chiesa. 

Cosa significa per me/noi consacrarsi a Maria santissima

Messaggio dal crocifisso: 


Lo Spirito Santo attraverso la consacrazione ci apre un orizzonte, ci fa capire che sono figlio di Dio. Quando lo Spirito scende, c’è Maria nel Cenacolo con loro, e questa presenza è molto significativa, è ancora Lei che riallaccia tutto il senso della storia della salvezza come collaboratrice di Gesù, ed è Lei che riceve la pienezza dello Spirito Santo, perché è Sposa dello Spirito Santo. Massimiliano Kolbe ci ha detto: «Più veneri Maria, più veneri lo Spirito Santo; più veneri lo Spirito Santo più veneri Maria», cioè è Lei che praticamente ci aiuta a capire la pienezza dello Spirito Santo, è Lei che ci aiuta a capire il senso della nostra consacrazione come dono e come risposta. – La prima condizione per appartenere alla Milizia dell’Immacolata: “offerta totale di se stesso alla Beata Vergine Maria Immacolata, come strumento nelle sue mani immacolate”.

Identificare, inoltre il concetto di consacrazione con il concetto di missione, perché un milite non deve sentirsi ‘consacrato’ e basta, ma deve continuamente e costantemente essere in missione, come lo era Gesù e Maria. Lei, in attesa del Salvatore, si è messa al servizio e corre da sua cugina, perciò il fine della consacrazione è la missione che ognuno attuerà in base alle iniziative e all’aiuto che Maria potrà dare. Kolbe dice: «Pregheremo insieme perché la Madonna ci indichi quale strada dobbiamo precorrere per avere anche coraggio e andare avanti»

«soprattutto in questi tempi, Dio susciterà delle persone, le quali, per mezzo di una devozione particolare verso la ss. Vergine, santificheranno se stessi e non solo opporranno resistenza agli accaniti nemici di Dio, ma spazzeranno via dalla faccia della terra le eresie, le idolatrie, le empietà, edificheranno il tempio del vero Dio e sproneranno tutti alla vera devozione verso la Madre di Dio. Non è questo lo scopo di tutti i militi dell’Immacolata?» [SK 1129].

l Papa in un’espressione del suo messaggio, dice: «La vocazione cristiana è incontrare Cristo amarlo e farlo amare». Qui troviamo la nostra dimensione personale e missionaria. Chi può aiutarci ad incontrare Gesù Cristo?, solo l’Immacolata, perché chi più di Lei, ci aiuta a farlo amare?. Secondo le indicazioni di Padre Kolbe, nella M.I.

Il ruolo della Milizia dell’Immacolta

La Milizia dell’Immacolata diventa sempre più attuale, più i tempi diventano difficili, più in questo contesto va collocato il concetto di consacrazione, cioè la partecipazione e la collaborazione con Lei. La preghiera quotidiana è un “collaborare con Maria”, in quanto Lei è la prima Collaboratrice con Dio e con Gesù. La Sua consacrazione è quella di essere Madre e Corredentrice, quindi dare vita al Figlio ma nello stesso tempo, partecipare con il Figlio all’opera della Salvezza. Anche i discepoli sono consacrati per partecipare a questa missione e per questo che il milite si consacra. La consacrazione del milite diventa significativa e più ci si consacra e più diventa preso dalla “passione del Regno di Dio”.

Atto di consacrazione solenne (di S. Massimiliano Maria Kolbe)

O Immacolata, Regina del Cielo e della terra,
Rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima,
cui Dio volle affidare l’intera economia della Misericordia, io [dire il proprio nome], indegno peccatore, mi prostro ai Tuoi piedi, supplicandoTi umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà Tua, e di fare ciò che Ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità.

Dispone pure, se vuoi, di tutto me stesso, senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di Te: «Ella Ti schiaccerà il Capo» (Gn 3,15), come pure: «Tu sola hai distrutto tutte le eresie nel mondo intero» (Lit.), affinché nelle Tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la Tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere in tal modo, quanto più è possibile, il benedetto Regno del SS. Cuore di Gesù.

Dove Tu entri, infatti ottieni la grazia della conversione e santificazione, poiché ogni grazia scorre, attraverso le Tue mani, dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.

V. – Concedimi di lodarTi, o Vergine Santissima.
R. – Dammi forza contro i Tuoi nemici. (SK 1331)